Questa intervista è davvero scandalosa, ma i passaggi in neretto sono da brividi e voltastomaco.
Giudice Serio: "Non volevo gli sconti a Milan e Carraro"
Il giudice della corte d'appello racconta la sia verita "La Corte era divisa, ma per Fiorentina e Lazio la volontà era di farle restare in serie A"
27.07.2006 07.21
Fonte: La Repubblica
«Non è stata una sentenza unanime, non è stata condivisa». Ha pensato di dimettersi il professor Mario Serio, direttore del dipartimento di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo. E´ uno dei cinque membri della Corte federale che hanno firmato il verdetto più atteso: "La spugna su Calciopoli", così sarà tramandato. Avrebbe voluto togliere l´Europa al Milan e condannare Franco Carraro. L´asse Sandulli-Catalano-Sanino l´ha messo in minoranza. E lui, appena atterrato a Punta Raisi, lui palermitano e tifoso di calcio, decide di raccontare una camera di consiglio dall´interno. «Non violerò segreti, ma il clima vorrei riprodurlo. La Corte aveva presente la voglia di giustizia nel paese, ha provato a metterla sugli atti, ma, mi rendo conto, il risultato è inferiore alle attese».
Avete litigato, professore, al settimo piano del Grand Hotel?
«Ci sono stati scontri, anche accesi. Fino all´ultimo. Siamo usciti con un verdetto deciso a maggioranza».
Trova giusto dare al Milan la Champions League quando il suo addetto agli arbitri ha violato l´articolo 6? Illecito sportivo per responsabilità oggettiva e Champions.
«Se ripenso a quei momenti provo ancora dolore... Rispetto tutti i membri della Corte federale, anche quelli che hanno visioni del mondo opposte alle mie».
Parla dell´avvocato Catalano? L´hanno dato in quota Milan e Lazio dal primo giorno.
«Ho letto le critiche sugli uomini, posso dire che non credo all´inciucio, non credo alla malafede e neppure a una posizione pregiudizialmente perdonista. C´erano rapporti personali tra avvocati, questo sì, ma non sono stati inquinanti».
Avete cancellato ogni responsabilità per Franco Carraro e con lui graziato la Lazio. Vogliamo riascoltare le intercettazioni?
«Per Lazio-Brescia abbiamo derubricato l´illecito sportivo in violazione della lealtà. Da articolo 1 ad articolo 6, ma anche di Carraro non voglio parlare... Il problema è che la velocità del processo ha tolto all´accusa elementi, l´impianto era incompleto. Carraro a Napoli è indagato per partite che al processo sportivo non ho ritrovato. Quel giudizio, però, non l´ho condiviso... Credo, di là della lieve sanzione, che Franco Carraro non abbia più credibilità per un futuro da dirigente dello sport».
Veniamo alla Fiorentina. La partita con il Chievo. Si ascolta un giornalista della "Gazzetta" parlare dell´arbitro Dondarini con Lanese: «Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?». E Lanese risponde: «Ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare... Poi ti racconto».
«Abbiamo avuto umana comprensione per Dondarini, giovane arbitro abbandonato anche dall´avvocato. Era inchiodato da una frase, ma in quella telefonata quei due hanno anche detto che era un inetto, un incapace. Non c´era ragione al mondo per condannarlo per una telefonata cattiva».
Cade Dondarini e cadono gli illeciti della Fiorentina.
«No, alla Fiorentina un illecito sportivo è rimasto. È comprovato l´illecito del gruppo dirigente viola in Lecce-Parma. Per quelle intercettazioni c´erano elementi solidi, argomentati. Abbiamo rivisto gli ultimi 15´ della partita in camera di consiglio e Zeman con le spalle al campo era un´immagine che parlava da sola».
Professore, mi scusi, ma se c´è responsabilità diretta e illecito sportivo la pena minima è la retrocessione?«La serie A con 19 punti ci è sembrata una punizione sufficientemente pesante. I fratelli Della Valle e l´amministratore Mencucci, insieme, hanno pene per dieci anni».
La Fiorentina resta in A con un illecito accertato in secondo grado. C´è stata battaglia?
«No, la volontà era: Lazio e Fiorentina in A. La battaglia c´è stata solo sul Milan e su Carraro».
Ci spiega da dove nasce il vostro atteggiamento perdonista?
«Da tutto quello che è successo nelle ultime due settimane. Questa sentenza va storicizzata. La vittoria dell´Italia ai mondiali, poi le condanne dure, le rivolte di piazza, i sindaci che appoggiano le squadre colpite, il dibattito bipartisan sul perdono... E l´indulto, dimenticavo l´indulto in Parlamento. Un giudice è un uomo e io credo sia giusto interpretare il diritto prefigurando le conseguenze delle proprie decisioni. I delitti li abbiamo accertati confermando l´impianto della Caf, abbiamo scelto di trasformare gli articoli 6 in articoli 1 per alleviare le pene. Il quantum, ecco. Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d´onda».
Cesare Ruperto, vostro predecessore, ha cercato solo di fare giustizia.
«Un altro handicap: dover revisionare la sentenza di un uomo di quel livello. Non ci può essere confronto di professionalità con un presidente di Corte costituzionale. Abbiamo riconosciuto tutto della sentenza Caf, a parte due episodi: il campionato falsato, gli illeciti reiterati della Juventus, l´esistenza di un sistema. E, ritengo, insieme alla Caf la piovra l´abbiamo mozzata».
C´entrano con la sentenza i denari che girano nel calcio?
«Certo, nell´economia americana si separano le responsabilità dagli spettatori. Tagliare in un colpo solo un patrimonio di relazioni industriali sarebbe stato un colpo a cui il calcio non era preparato».
E la paura dei ricorsi al Tar?
«C´entrano, c´entrano. Abbiamo inserito le squalifiche dei campi per renderli più difficili».
Nell´estate 2003, insieme al presidente De Lise, voi cinque avete inventato un quarto grado di giudizio contro Gaucci su indicazione di Carraro.
«Io non ho padrini e sono a posto con la coscienza. Ieri mattina ho avuto l´istinto di andare a salutare il commissario Guido Rossi. Ci ha lasciati liberi, autonomi, indipendenti. In Federcalcio, prima, non era così».
Che farà ora, professor Serio?
«Scriverò le motivazioni, potrei lasciare la Corte federale».
Mi viene il voltastomaco!! :twisted: