Leggete quanto dichiara Rossi.... questo è uno con i testicoli quadrati, uno che ha capito che tutti gli italiani seri sia a destra che a sinistra si sono rotti le balls di questa gentucola!!!
Un uomo che non ha partito, televisioni, finanze ma ha la forza di credre nelle cose fatte per bene..... si candidi che lo voto!!
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Ricorsi al tribunale civile? Che lo facciano, se non vogliono più partecipare al calcio...».
È durata quasi tre ore l'audizione di Guido Rossi alla commissione cultura della Camera. Un durissimo j'accuse sul calcio italiano: «Non sono né per un esasperato rigore, né per la clemenza, sono per una giustizia equa su uno sport malato. E comunque non sono io che decido chi va in A, B o C, ora devo studiare le nuove regole ricostruendo gli organi di giustizia sportiva e rafforzandoli in termini di risorse e supporto». La crisi delle istituzioni sportive, spiega Rossi, ha portato «l'illecito sportivo a livelli finora impensabili». «Una serie straordinariamente grave di illeciti, diffusi e ramificati», li chiama Rossi, che hanno travolto «le principali istituzioni del calcio italiano, i loro vertici e gli organi di controllo e di giustizia», ma anche «importanti club, dirigenti e arbitri». Non usa mezzi termini, parlando di «asservimento ad interessi di parte dei vertici e degli organismi di controllo della Figc e della Associazione italiana arbitri». E poi punta il dito su quella che ritiene l'origine dei mali del sistema: il fatto che «i controllori sono nominati dai controllati», tanto da far manifestare gli «aspetti più deteriori e evidenti dei conflitti d'interesse».
Il commissario non risparmia il sistema dei diritti tv, confessando di essere «favorevole, come ha detto l'Antitrust, alla vendita collettiva». In passato, continua l'analisi di Rossi, «le squadre più deboli sotto il profilo negoziale nella cessione dei propri diritti televisivi si dovevano alleare passivamente alle squadre più forti». Risultato, spiega il commissario, «il voto di scambio» e un «sistema simulatamente democratico, di fatto dominato da pochi soggetti». E dopo le sentenze nessuno spazio ad amnistie o indulti. «Il nostro calcio deve ripartire dalla vittoria al Mondiale perché è la dimostrazione di un calcio sano, ma sono contrario a ipotesi di questo tipo. Le due cose non c'entrano niente. Amnistia e indulto si applicano per reati penali, non per questi che sono illeciti sportivi. Ricorsi al tribunale civile? Che lo facciano, se non vogliono più partecipare al calcio... Io non ho paura né di quello che faccio, né di quello che fanno gli altri». Il commissario difende anche le scelte fatte, prima fra tutte quella di Borrelli: «Non ritengo proprio che sia un errore. Era un lavoro di indagini che ha fatto scrupolosamente e i precedenti dicono che le indagini le sapeva fare. Tutti siamo politicizzati, anche io. L'importante è essere indipendenti».