Cerchiamo di essere obiettivi e di dare a Cesare quel che è di Cesare, distinguendo l'analisi sul comportamento dei tifosi serbi alla partita da quelle che sono le ragioni della serbia nel contesto internazionale.
1) Comportamento dei tifosi serbi
Da questo punto di vista nulla quaestio. Massimo rigore e fermezza, come in ogni caso in cui vengano in gioco questioni di ordine pubblico legate ad eventi sportivi. Mi aspetto che la UEFA prenda provvedimenti drastici nei confronti della Serbia e che, per i reati commessi in Italia, le autorità italiane diano un esempio che possa essere un precedente diciamo così, istruttivo. Quanto all'operato delle forze di polizia io ritengo che sia stato impeccabile durante gli incidenti allo stadio ed eccellente dopo, visto che ha condotto anche all'identificazione e all'arresto (in un vano di un pullman) del capo tifoso, che invece evidentemente era convinto di farla franca. Spero che ora i magistrati non usino la mano leggera, come è invece loro deprecabile abitudine (a meno che non si tratti di finire sui giornali). Meno valida, forse, l'azione di prevenzione, perché credo che fosse ampiamente prevedibile la necessità di schieramenti più compatti di polizia dentro e fuori lo stadio. Direi comunque che, dopo quello che è successo, sia evidente come misure come quelle della tessera del tifoso non siano certo da criticare ma siano necessarie anche a livello internazionale.
2) Ragioni della Serbia nel contesto internazionale.
Quello che è successo, però, non ci deve fare dimenticare il fatto che la nazione serba ha invece ragioni da vendere per quello che hanno dovuto subire negli ultimi venti anni. Facendo anche ricorso, come noto, alle bombe, sono stati impunemente intaccati nella loro integrità territoriale (Kosovo), e nella salvaguardia delle popolazioni serbe in Croazia e in Bosnia. Naturalmente tutto ciò è potuto accadere perché si è condizionata l'opinione pubblica internazionale in modo da farli passare per i cattivi, quando anche le altre parti in gico hanno commesso massacri paragonabili se non peggiori di quelli da imputare ai serbi. Basta esamniare nel dettaglio le vicende della guerra in Jugoslavia per rendersene conto. L'Italia, in questo caso, ha svolto un ruolo quasi autolesionista. Si è dimenticato che i nostri eterni nemici nell'area sono Croazia e Slovenia e non certo la Serbia (d'un colpo dimenticate la prima guerra mondiale, le foibe e l'amputazione della venezia Giulia e di Zara). L' Italia, così, non ha fatto altro che allinearsi alle politiche dettate da Germania e USA, perdendo la possibilità di recuperare territori italiani in Istria e rovinando i rapporti con quello che era tendenzialmente il nostro alleato storico nella regione, insieme al Montenegro. Non credo sia stata una politica equa e intelligente e i Balcani restano una polveriera perché l'assetto attuale è squilibrato a danno dei serbi.