Mah... non vedo cosa ci sia da stupirsi.
Ci si stupisce se si parte dal presupposto (errato) che il calcio sia uno sport e che debba vincere il migliore.
Il calcio del giorno d'oggi, invece, è un mero spettacolo e, soprattutto, business, business e ancora business.
La testardaggine di Blatter nel non applicare misure di evidente necessità trova semplice spiegazione nella necessità di preservare margini di discrezionalità da impiegare opportunamente quando lo richieda la necessità politica o lo sponsor di turno.
Così è al mondiale e così, a ogni livello, nelle coppe europee o nei vari campionati nazionali...
Da tempo nel mondo globalizzato il calcio ha perso qualsiasi credibilità (così come molte altre cose...), e solo i malati come noi non vogliono rendersene conto.
Fin quando il calcio avrà successi di pubblico (soprattutto in TV), non saranno mai applicate misure che garantiscano l'"obiettività". Al contrario temo che, in caso di necessità (che ne so, se l'Italia dovesse rischiare di battere le squadre che fanno cassa e/o contano), esse rischieranno di essere abolite nel rugby o nel basket. Per il momento in questi ultimi sport, dove le sorprese sono più difficili e il business più limitato, non ce n'è bisogno: per mantenere gli equilibri voluti è sufficiente qualche condizionamento indiretto. Se non siete convinti guardate, per fare un esempio, cosa sta succedendo in formula uno.
Meno male che c'è l'Acireale.
Forza Acireale