E' toccato a Mimmo Di Carlo e Michele Marcolini, rispettivamente tecnico e giocatore del Chievo, essere esposti al pubblico ludibrio a causa della nuova normativa, partorita dagli inflessibili moralizzatori che regolano il pallone italico, che da ora in poi punisce chi proferisce bestemmie in campo.
Se per il tecnico clivense non ci sono dubbi, a quanto pare si per Marcolini che viene scagionato dalla prova tv. In tal senso non so se vi è capitato di leggere il comunicato del Giudice Sportivo in merito alla reale o presunta bestemmia del centrocampista gialloblù, un piccolo siparietto tragi-comico, che la dice lunga sulla cosiddetta Giustizia Sportiva ed ancor di più, qualora ce ne fosse ancora bisogno, su chi sono i padroni del vapore. Eccolo.
Gara Soc. CHIEVO VERONA – Soc. CAGLIARI Il Giudice Sportivo, letta la rituale segnalazione del Procuratore federale, pervenuta a mezzo fax, alle ore 10.19 dell’1 marzo 2010, in merito al comportamento tenuto dal calciatore Marcolini Michele (Soc. Chievo Verona) al 14° del secondo tempo; acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky) di piena garanzia tecnica e documentale; rilevato che, nelle circostanze indicate, il calciatore clivense, uscendo dal terreno di giuoco in conseguenza dell’espulsione inflittagli dall’Arbitro pochi attimi prima, proferiva apparentemente un’espressione gergale, in uso nel Triveneto ed in Lombardia, con becero riferimento a “Diaz” e non a Dio (il diverso movimento delle labbra nelle pronuncia della vocale aperta “A” rispetto alla vocale “O” legittima quanto meno un’incertezza interpretativa); ritenuto pertanto che la lettura labiale, nell’episodio segnalato, non offra una prova certa, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, circa la pronuncia di un’espressione blasfema rilevante ex art. 19 n. 3bis CGS; delibera di non adottare alcun provvedimento sanzionatorio nei confronti del calciatore Marcolini Michele (Soc. Chievo Verona) in merito alla segnalazione del Procuratore federale.
Bè, che dire? Encomiabile lo scrupolo e l'attenzione che ci mettono lor signori nella lettura attenta dei labiali di giocatori e tecnici, che evidenzia l'inflessibilità di questi cani da guardia della moralità, questi Torquemada dei Palazzi, contro la deriva blasfema verso cui si sta dirigendo il calcio italiano. Si, diciamolo, era ora che qualcuno prendesse provvedimenti contro l'immoralità imperante nel mondo del calcio notoriamente abitato da educande e seminaristi incorruttibili di spiccate virtù teolocali.
Ci da conforto, sicurezza, notare come, in queste autorevoli righe, ci si districa fra gli artifici dielettali-linguistici affinche nulla sfugga. Nulla sia affidato al caso. Affinchè sia scoperto o scaggionato il presunto reo. E allora, rincuorati, uno si immagina che lo stesso acume e la stessa fermezza venga applicata anche nel vigliare le situazioni, a dir poco, anomale in cui note e importanti società calcistiche vivono e si muovono. La spudoratezza di certi dirigenti che in sprezzo ad ogni norma e legge si dedicano alla finanza creativa sui bilanci societari. Come quelle che pur alla canna del gas vengono regolarmente iscritte al campionato di massima serie e fanno tranquillamente calcio mercato. O quelle i cui presidenti ripianano i buchi in bilancio di tasca propria in barba alle norme federali sulla ricapitalizzazione.
Invece niente. Anzi quello che viene concesso a questi "gentiluomini di sua santità", ad altri, per molto meno, viene passato al setaccio e negato. Ma che volete, infondo sono quisquilie, pinzellacchere, quando abbiamo finalmente una norma che ci consente di consegnare al braccio secolare della giustizia sportiva, estirpando il vero marcio nel calcio, i bestemmiatori.
In questo Paese, Dio Palla e Famiglia, non ci può essere posto per questi immondi peccatori che come gli ultrà, brutti sporchi e cattivi, minano alle fondamenta della giusta morale e della convivenza civile.
Come disse, in quel bellissimo film "Johnny Stecchino", il malavitoso che in auto accompagnava Johnny Stecchino/Benigni, la vera piaga della Sicilia, che ci fa vergognare davanti al mondo intero, "è il "cciaffico!!"