Ragazzi, il sentimento è una cosa la realtà è ben altra. Massimino era con i suoi pregi e difetti la vera essenza del Calcio Catania: vulcanico, appassionato, tifoso. Certo aveva dei limiti notevoli che spesso c'imbarazzavano, ma il suo cuore era quello di tutta una Città, la sua passione travolgente e il suo amore per la maglia rossazzura indescrivibile.
Ma onestamente nel calcio di oggi sarebbe stato fuori luogo, non sarebbe sopravvissuto, non l'avrebbe mai accettetto!
Per lui il calcio era un giocattolo, un hobby, una passione e non un mestiere o una professione; per lui calcio e finanza era un binomio improponibile, assurdo: "A pattita iè a Ruminica, duranti a simana cumanna c'è u canteri", questo gli sentii dire una volta al mitico Garozzo (non so quanti di voi se lo ricordano) in un intervista. E l'idea che una televisione gli imponesse delle condizioni penso lo avrebbe fatto desistere da tutto e tutti. Lui era il Presidente, lui ci metteva i soldi e lui solo comandava il resto era aria fritta.
Troppo distante il suo calcio con quello odierno.
Gaspare hai fatto bene a ricordarne la memoria e soprattutto a farlo (guarda che coincidenza) dopo uno 0-4 a Palermo. L'ultimo successo nel derby in trasferta risale alla sua gestione, e in quell'occasione mi ricordo che dall'inizio del campionato andava dicendo, sicuro di se, che a Palermo vincevamo. E vittoria fu!
Che festa sarebbe stata per lui!