Cosa è successo domenica 28 maggio 2006!?
Ancora stento a realizzarlo e a rendermene conto, per cui cerco di riavvolgere il nastro e riepilogare brevemente gli eventi.
Sono circa le 11 e 30 quando esco da casa, i Fratelli mi hanno chiamato più volte al cellulare per avere mie notizie e farmi sapere di essere già nei dintorni dello stadio. A mezzogiorno circa ci incontriamo al solito ritrovo poco distante dall’ingresso della nostra mitica tribuna B, siamo io, il mio Gemello Tuareg, Maurizio 61 e il serafico Giovi. Telefonicamente arriva anche Mazzaglia che sta “banchettando” in un bar poco distante a suon di granita e brioche col Fratello Piero Raneri e altri mitici Muraioli di .com.
Il tempo materiale di un caffè e null’altro, visto che da sabato a pranzo mi si è chiusa letteralmente la cosiddetta bocca dello stomaco per la tensione, che siamo dentro lo stadio. Già a mezzogiorno e mezzo lo spettacolo della Nord è impressionante: colma in ogni ordine di posto e bene informati mi avvertono che è già dalle 11 e mezzo che è così.
Il sig. Farina, l’arbitro designato, coi suoi collaboratori fa il consueto sopralluogo del terreno di gioco. Lo stadio quasi gremito gli fa sentire la sua prima voce: è impressionante! Sig. Farina, pare che dica, stia attento che Catania ha già pagato parecchio a causa dei suoi colleghi, diciamo così, “sbadati”.
Poi è il turno dei nostri eroi, il Massimino è già una bolgia! Non c’è posto nemmeno per una spilla: “Vincere/Vincere Noi Vogliamo Vincere…” è il coro dei quasi 25 mila cuori rossazzurri! Fischi e sonori “Buuu” all’indirizzo, invece, dell’Albinoleffe, il cui allenatore, tale sig. Emiliano Mondonico, a inizio di settimana si era lasciato andare a dichiarazioni, diciamo così, poco intelligenti.
Improvvisamente un flash back: Mondonico allenatore… la Cremonese in questo campionato… i Mondiali che si approssimano… due morti (purtroppo!)… la mente che corre velocemente a quel giugno del 1983 e gli “ingredienti”, mi accorgo, sono gli stessi. Corsi e ricorsi storici o sarà un caso!?
Mancano pochi istanti all’ingresso delle squadre in campo. Il Massimino è stracolmo, da una stima a occhio è sicuramente aumentata la cifra di 25 mila spettatori detta prima. La coreografia è spettacolare, emozionante, non riesco a trattenere le lacrime. Vedere le immagini per rendersene conto.
Negli occhi mi ritornano le immagini dell’Olimpico: ogni due spettatori una bandiera. Avevo solo 16 anni allora, oggi, a quasi 40 anni, sto rivivendo lo stesso sogno!
La partita è cominciata, il Catania per un attimo sente l’emozione e l’Albinoleffe si destreggia bene (sapevamo che i bergamaschi, per problemi di classifica, non sarebbero venuti a farci fare passerella!). Poi il goal di Spinesi, il Massimino esplode! Il sogno si avvicina… poi improvvisa, quasi a fine di primo tempo, arriva la doccia gelata del pareggio degli uomini di Mondonico. Nel contempo a Torino, la simpatica compagine del simpatico De Biasi e dell’affabile presidente Cairo, vince nettamente sulla Cremonese. Nell’intervallo il Torino è in A.
Ma il Massimino oggi è una sorta di viagra. Non si può manco pareggiare in questo campo, figuriamoci perdere. A Torino non se rendono conto e festeggiano già la promozione (queste almeno le notizie che ci arrivano dalle radioline!). Il Massimino mai come oggi è davvero il dodicesimo uomo in campo. Tanto che Marino fa l’ennesima mossa giusta del suo splendido campionato. Fuori il “cuore” Russo, dentro il “trottolino amoroso dudu dada” Del Core che spinto dall’urlo dei quasi trentamila mette dentro il goal partita, il goal della serie A. Il Massimino crolla!
Veloce, nuovamente, nei mie occhi le immagini di Crialesi che corre sotto la Nord dell’Olimpico, verso di noi poco più che adolescenti, accompagnato dal tripudio di quasi quarantamila catanesi in festa. Così Umberto Del Core, maglietta in mano, corre per pochi metri e poi una valanga umana composta da dirigenti, calciatori, raccattapalle, fotografi, inservienti, giardinieri… macchinisti, ferrotramvieri e affini lo sommerge.
Il resto dell’incontro è pura accademia, ma nella mia mente c’è un turbinio di immagini che si accavallano. Immagini che vanno da Ganci, Villafranca, Taormina, fino allo 0 a 3 del Gravina. Che vanno alla C2 e gli anni bui della Protese, quelli che ci dicevano: “Voi 46 non avete futuro… il futuro a Catania si chiama Atletico!”. Immagini di amici e parenti che mi sbeffeggiavano con “ancora ro Catania parri!?” o “A bellu Catania hai!”. Alcuni di questi solo lì, seduti qualche fila più in la e magari adesso fanno finta di non vedermi!
Rivedo le nostre battaglie “immotivate” al TAR, i moralisti che come squallidi ectoplasmi si dissolvono nelle nebbie delle loro altrettanto squallide lezioncine di sportività.
Vedo la testa di Carraro rotolare come hai tempi del Terrore di Robbespierre. Franza e Caramellò, quelli che nel 2003 batterono il “gimme five” con i dirigenti di Verona e Siena in nome della sicilianità, che corrono a nascondersi per evitare che i loro stessi tifosi gli facciano la pelle, vista la quantità di illusioni che gli hanno saputo vendere.
Vedo Sala e Fascetti colpiti da dissenteria che fanno a gara per occupare l’unico bagno libero degli studi Rai. Per poi pulirsi le terga con le tabelle di Tutto Sport. Vedo la simpatica giornalista, sempre di Tutto Sport, che scrisse l’indomani di Catanzaro-Catania e alla luce di quel tremendo lutto che ci ha colpiti, che grazie alla Lega i catanesi sono andati a Lecce per una “gita fuori porta”, dare l’indirizzo di casa propria alla Falange d’Assalto affinché la prossima “gita fuori porta” la facciano da lei e con lei facciano… festa!
Farina fischia la fine. Serie A… serie A, scoppio in lacrime, mi abbraccio con mezza tribuna, conoscenti e soprattutto non. Il tempo di festeggiare con i Fratelli e realizzare che il Catania ha fatto la sua impresa, pulita e limpida come il sole di oggi, domenica 28 maggio 2006, dopo ben 23 anni dall’ultima, che ritorno a casa, la comunione di mia nipote mi aspetta. Vi sembrerà incredibile, ma il parroco della chiesa madre di Aci S. Antonio in piena omelia, sentendo i caroselli di auto che hanno invaso l’intera provincia, non riesce a trattenere il suo animo ultrà e dice ai bambini: “Vedete, festeggiano anche per voi lì fuori. La vostra comunione è di buon auspicio, come il Catania in serie A!”.
La chiesa a stento trattiene gli applausi… miracoli rossazzurri!
Un saluto a tutti!