Autore Topic: Alla fioca luce della Lanterna  (Letto 2277 volte)

Offline Marco Tullio

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Alla fioca luce della Lanterna
« il: 24 Novembre 2008, 12:05:53 pm »
Casorezzo (MI), 24 Novembre 2008
Cari forensi,
 ieri ho assistito di persona alla disfatta dei nostri pedatori, un tracollo che non offre possibilità di appello: tutt’al più si può giudicare eccessivo il passivo di tre reti, ma per il resto non si ammettono recriminazioni. Mi sono recato a Genova in auto con una compagnia rodata negli anni: Maurizio 75 (l’auriga), suo padre Fernando e Aldo da Como. Per il viaggio mi sono rimesso a loro e non mi posso lamentare: meglio di un’agenzia, anche se non abbiamo potuto evitare coda a Milano a causa di non so quale maratona e pertanto siamo arrivati giusto in tempo per la partita. Nel settore ospiti saremo stati circa duecento, non molti in verità. Sono rammaricato per il fatto che ho udito i soliti slogan contro le forze dell’ordine, ma neanche una volta è stato intonato “Alè Catania!”. Quanto agli altri inni, si trattava dei soliti cori triti e ritriti che si ascoltano in tutti gli stadi d’Italia e nei quali la variante è il nome della squadra tifata o i suoi colori sociali. Deludente. Che dire dei ragazzini sampdoriani che non hanno di meglio da fare che stuzzicare i tifosi ospiti con modi poco cordiali? Purtroppo, tre volte sono andato a Genova contro la Sampdoria, tre volte abbiamo perduto (l’anno scorso non c’ero, ma è stata sconfitta ugualmente), perché sarei curioso di sapere come reagiscano qualora le cose vadano male per loro. La risposta migliore sarebbe stata ignorarli, ma anche tra i nostri c’era qualche testa inattiva e quindi ci sono stati lunghi e sonori battibecchi. Peraltro, a partita largamente compromessa, una mezza dozzina di ultras rossazzuri si è arrampicata sul divisorio di vetro che dà sul campo e, scostata la rete della gabbia, si è sporta fuori, quasi intendesse procedere a un’invasione: ho temuto che, oltre alla sconfitta, ci sarebbe stato qualcos’altro di più grave di cui dolersi. Altrettanti stewart si sono disposti per intercettarli, ma l’intenzione di quegli esuberanti giovani, se così possiamo definirli, era molto più innocente, ossia farsi lanciare le magliette dai nostri beniamini a fine gara: solo Silvestri ha accontentato la loro richiesta. L’incontro non ha bisogno di commenti: posso dire che ultimamente il nostro attacco fa il solletico agli avversari, che Paolucci si è un po’ smontato e non è, almeno per il momento, incisivo come a inizio stagione, Morimoto è stato un uomo in meno e Plasmati non è stato granché servito. Amnesia difensiva in occasione della prima rete (e non solo): sono tre partite di fila che prendiamo goal in avvio e stavolta non abbiamo avuto la buona sorte di ribaltare la situazione. Cassano è bravo, ma proprio per questo sarebbe stato necessario marcarlo con maggiore efficacia. I risultati delle altre concorrenti per la salvezza non sono stati favorevoli e perciò bisognerà rimboccarsi le maniche in vista dell’anticipo di sabato. A presto,
Marco Tullio
Nuovo Catania, nuovo nome

Offline Sergio

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Re: Alla fioca luce della Lanterna
« Risposta #1 il: 27 Novembre 2008, 11:27:19 pm »
Il segno dei tempi. Una volta gli stadi erano ricchi di colore, rendendo il tutto molto più pittoresco oltre che appetibile (ho ricordi indelebili di quando portavo i miei piccolini allo stadio e la curva nord per loro era meglio del festino) e l’aspetto folkloristico formava non solo un attrattiva per le tifoserie in genere ma di fatto diventava un implicito invito a migliorarsi, a creare nuove coreografie, nuove trovate, sia in termini di cori e di incitamento che manifestazione di se, del proprio orgoglio e del proprio senso d’appartenenza.
Oggi il calcio viene vissuto un po’ dappertutto con più distacco, con più disinteresse e forse è per questo che ci sembra tutto più appiattito. Molto, in peggio, hanno fatto le paytv che da un lato tengono il tifoso (tifoso? Sportivo, semmai) incollato alla poltrona e comunque lontano dagli stadi e dall’altro sono responsabili del disequilibrio esistente tra alcune realtà del nord e tutto il resto del campionato. Indubbiamente, con il divario economico e potenziale che c’è tra le strisciate e noi poveri terreni, si è perso un po’ d’interesse (ed anche d’entusiasmo) per tutto il campionato.
Ciao!
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline Sergio

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Re: Alla fioca luce della Lanterna
« Risposta #2 il: 28 Novembre 2008, 06:33:55 pm »
Sono rammaricato per il fatto che ho udito i soliti slogan contro le forze dell’ordine, ma neanche una volta è stato intonato “Alè Catania!”. Quanto agli altri inni, si trattava dei soliti cori triti e ritriti che si ascoltano in tutti gli stadi d’Italia e nei quali la variante è il nome della squadra tifata o i suoi colori sociali. Deludente.

Ieri sera, quando scrissi il mio post, mi scordai a quotare il pensiero tuo che m'aveva ispirato. Lo faccio ora, anche perchè leggendo il mio post così, nudo e crudo, tu potresti pensare: ma chi m'interessa?? ::) ::)
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline Marco Tullio

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Re: Alla fioca luce della Lanterna
« Risposta #3 il: 29 Novembre 2008, 12:41:26 am »
Casorezzo (MI), 28 Novembre 2008
Caro Sergio,
effettivamente il tuo secondo messaggio era necessario:-D. A presto,
Marco Tullio
Nuovo Catania, nuovo nome

Offline Fantadrum

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Re: Alla fioca luce della Lanterna
« Risposta #4 il: 29 Novembre 2008, 01:59:12 pm »
Il segno dei tempi. Una volta gli stadi erano ricchi di colore, rendendo il tutto molto più pittoresco oltre che appetibile (ho ricordi indelebili di quando portavo i miei piccolini allo stadio e la curva nord per loro era meglio del festino) e l’aspetto folkloristico formava non solo un attrattiva per le tifoserie in genere ma di fatto diventava un implicito invito a migliorarsi, a creare nuove coreografie, nuove trovate, sia in termini di cori e di incitamento che manifestazione di se, del proprio orgoglio e del proprio senso d’appartenenza.
Oggi il calcio viene vissuto un po’ dappertutto con più distacco, con più disinteresse e forse è per questo che ci sembra tutto più appiattito. Molto, in peggio, hanno fatto le paytv che da un lato tengono il tifoso (tifoso? Sportivo, semmai) incollato alla poltrona e comunque lontano dagli stadi e dall’altro sono responsabili del disequilibrio esistente tra alcune realtà del nord e tutto il resto del campionato. Indubbiamente, con il divario economico e potenziale che c’è tra le strisciate e noi poveri terreni, si è perso un po’ d’interesse (ed anche d’entusiasmo) per tutto il campionato.
Ciao!

non so Sergio...è vero che gli stadi sono più vuoti (colpa soprattutto delle bestie che li hanno trasformati in campi da battaglia o di covi di fomentatori d'odio), però Sky ha tantissimi abbonati pronti a pagare un bel gruzzolo per le partite...per non parlare dei dati Auditel delle principali competizioni! Anzi, recentemente, in una statistica una persona su deu si dichiarava, in Italia, tifoso di qualche squadra. Sembra quasi che il tifo stia prendendo il posto per la passione politica. E' un fenomeno in profonda trasformazione che muove interessi giganteschi (quanto delle fortune politiche di Berlusoni sono imputabili alla visibilità mediatica data dalla presidenza del milan??? 8| 8|), in tutti i settori. E' un mondo diverso da quello di 20 anni fa, quando andavamo allo stadio un pò più ingenuamente, perchè il calcio era diverso. Basta però che non facciamo come quei vecchietti sempre nostalgici di qualcosa, mentre quello che rimpiangono veramente è la loro giovinezza.

ciao