Cominciamo dai numeri: meno sei dalla stellare Inter capolista, meno tre dalla travolgente Udinese e dalla Juventus di Orey Del Piero, più due dal milionario Palermo, più quattro dalla sorprendente Atalanta e più quattro i punti in classifica rispetto alla scorsa stagione all’undicesima giornata.
Questo ha prodotto la sofferta vittoria sul Cagliari, eppure a fine partita saltano i nervi. Ai cagliaritani?...sarebbe lecito, visto che un non brillantissimo Catania stava dando loro la concreta possibilità di portare a casa un pareggio importantissimo. Invece no. A Gennaro Sardo, in campo, e Walter Zenga, in sala stampa.
Sul primo, che dire? Da un lato è inaccettabile che un giocatore di serie A, dunque un professionista pagato profumatamente, si lasci andare ad atteggiamenti così sconsiderati quando manda a “quel paese” gli oltre diciotto mila presenti al Massimino perché oggetto di contestazione, mettendo, tralaltro, ancor più in evidenza la sua mancanza di personalità, dote indispensabile nel calcio ( più della tecnica! ) per stare ad alti livelli. Dall’altro c’è la comprensione umana che nessun lauto ingaggio può nascondere.
Obiettivamente su Sardo c’è un pregiudizio di fondo che porta noi tifosi a non perdonargli nulla, quant’anche azzecchi mille cosa durante la partita, ma ne sbagli una. Giacomo Tedesco, ad esempio, non ne azzeccava una domenica pomeriggio. Goal incredibilmente mangiato solo davanti la porta sull’uno a uno, compreso. Ebbene, nessuno fiatava.
Sardo (e Sabato) ogni diagonale, appoggio o cross sbagliati, apriti cielo: una selva di fischi ed insulti. C’è da aggiungere che ci sono gruppetti di “tifosi” (il virgolettato è d’obbligo!) che partono da Catania, direzione Massannunziata, per andarlo ad insultare, e pure minacciare, nel corso degli allenamenti.
Francamente rifletto: ma dove si è visto mai un posto dove ci si accanisce verso un giocatore che gioca in una squadra che in serie A sta a ridosso delle prime della classe, la cui Società d’appartenenza fino a non più di cinque anni fa rischiava la fine del Perugia e che l’ultima volta che è stata per più di un anno di fila nella massima serie, negli indimenticabili anni '60
, si giocava nel fango co palluni i “pezza” e i scappuni inchiuvati e attaccati co spagu!?
Ma quale ingaggio milionario può imporre ad un essere umano di lavorare serenamente in un contesto simile e chi di questi soloni che provocano e si indignano per le reazioni dello sconsiderato Sardo, emuli di Oronzo Canà, fini “intenditor de pelota”, al posto suo avrebbe più sangue freddo?
Ma dall’ultima serie A (anno di grazia 1983…c’era ancora l’Unione Sovietica!), da Claudio Ranieri per intenderci, chi sono stati questi terzini così forti che abbiamo avuto da farci scandalizzare così tanto dall’avere un Gennaro Sardo (o un Rocco Sabato) con la maglia rossazzurra?...ah già Massimo De Martis.
Che sbadato. Mezza parola!
Su Walter Zenga, invece, francamente resto allibito che un uomo della sua esperienza e del suo livello si comporti come un Murinho qualsiasi. E’ bastata qualche domanda, forse pure qualche fischio di troppo dagli spalti (quando non era indirizzato a Sardo o Sabato!), sul non entusiasmante (ma redditizio) gioco del suo Catania per fargli minacciare le dimissioni e abbandonare la rituale conferenza stampa post partita.
Anche questa sua non precisata ruggine con la RAI rischia di compromettere ancor più la non brillante immagine calcistica che questi “signori” offrono della nostra città. Bene ha fatto il presidente Pulvirenti ad intervenire e censurare, garbatamente ma fermamente, le intemperanze del tecnico milanese, puntando sull’estrema importanza di questi tre faticosi punti ottenuti su una diretta concorrente alla salvezza.
Grande Rocco Sabato...che rende onore al su nome
..."azziccando" un bel maccarruni alla Siffredi
ai cagliaritani, ma soprattutto a questi tifosi di "catta vilina"...che scandalizzati pure dell'ennesima onta che si consumava ai danni della loro sopraffina competenza alla visione di una "pippa" come lui che osava battere una punizione dal limite
....si apprestavano ad abbandonare sconcertati le tribune, perchè ricordavano i bei tempi passati quando in rossazzurro potevamo vedere fluidificare da terzino sinistro Antonio Cabrini, Mattias Breheme o Roberto Carlos
Basta con questa gente...se avete tanto voglia di fischiare, fatevi na bella mannara di pecuri e v'addivittiti...lontano dal Massimino però!
Grazie