http://www.gds.it/gds/sezioni/sport/dettaglio/articolo/gdsid/167565/Dove da anni ci stanno i rom un tempo c'era uno dei pochi campi in erba della città, il Castelnuovo. Un magistrato di cui non ricordo il nome, decise che era abusivo, come abusivi erano il campo ostacoli alla Favorita, i due campi del Malvagno (Villaggio Ruffini e Olimpia) e credo che nell'elenco fossero inclusi pure lo stadio e l'ippodromo. Risultato: tutto in malora, gli zingari vil razza dannata (altro che cortigiani!) padroni insieme ai topi di fogna e ai cumuli di immondizia e di quei campi resta solo il ricordo. Come del Giannettino, il campo militare in erba su cui l'esercito ha costruito palazzi proprio all'ingresso della Real Riserva.
Il Campo Bianco invece costituisce un pezzo importante della mia adoloscenza. Un campo principale, sabbia calcarenitica bianchissima, un altro campetto più su, tubi innocenti come porte, la linea laterale dal lato che costeggia viale Diana era rappresentata da uno sdirrubbo di tre-quattro metri. Non si precipitava soltanto perchè ci si attaccava a qualche albero. Il custode (ABUSIVO) del campo lo affittava 22.000 lire a partita (da 90 minuti), ti procurava a richiesta anche l'arbitro con 10.000 lire in più, organizzava tornei, faceva il giudice sportivo ed appendeva i comunicati il mercoledì, come la serie A, nella bacheca posta sopra una specie di carrettino che fungeva da ufficio... leggere quei comunicati era uno spasso per noi ginnasiali dell'epoca, perchè ogni tre parole quattro erano scritte sbagliate! Avissi 'nsirtatu una vuota una acca o un accento nei verbi il buon Pino!
Abitavo in viale del Fante, la domenica ci mettevo tre minuti per arrivare allo stadio (e una trentina per entrare, a rischio vita, nei vecchi tunnel verdi che puzzavano di sudore, fumo di tabacco e creolina) e cinque il resto della settimana per arrivare al Campo Bianco per giocare contro o insieme a mezzo Zen 2. Pino aveva un'impresa di pulizia, ricieva iddu, picchì lavava i scali, suo impiegato Baldassarre detto Baiddassanu, terzino stronca carriere per diletto, incapace di ricordarsi pure la data di nascita. Una volta lo vidi in mezzo alla strada sdoppiato, lui e suo fratello, di cui ignoravo l'esistenza. Dissi loro: "Min.chia siete uguali!" E lui: "Ncà! Siamo giamelli!"
Poi c'era Rosario, che aveva un figlioletto di quattro anni che rompeva le palle come tre di dieci. Una volta disturbava mio fratello, l'unico over della squadra con un decente passato in promozione A, mentre compilava la distinta da dare all'arbitro. Baiddassanu gli intimò: "Non inquietare quello ragazzo!" e lui sorridendo: "Min.chia, 'nquietu a tutti!"...
Squadre dei tornei: Juve Zen poi rinominati Rehau con centravanti tale Ciaramitaro detto "Paista cu Sucu" e tanti fratelli e (forse) cugini Bronzino in organico, Tigrotti AMNU (ora si chiamerebbero AMIA, tutti munnizzari e parenti di munnizzari), Pisani, Olimpia (la squadra e l'azienda di Pino), poi c'era una squadretta di quindicenni che si chiamava Atenea e che stava simpatica a tutti, forse perchè perdevamo sette-otto a zero e ridevamo sempre, forse perchè eravamo l'eccezione in un ambiente particolare: mancava uno la domenica al torneo, chiedevi se fosse infortunato o squalificato e ti rispondevano "No, é 'o Ucciarduni"...
L'Atenea a fine torneo ebbe due soli gol all'attivo: L'illusorio 1-0 contro la squadra vincitrice del torneo alla prima partita fu un clamoroso autogol del suo terzino strappa caviglie, Baiddassanu. Poi fini 7-1 per loro. L'altro gol lo segnò il sottoscritto: passaggio raccolto a centro area, botta d'esterno destro all'incrocio dei pali, applausi sentiti anche da parte degli avversari, Paista cu Sucu in testa. Era il gol del 3-1. Ma finì 5-1 per i nostri amici dello Zen.
Spero che il rugby realizzi il suo sogno di un campo dedicato. Zamparini in questo può e deve essere fondamentale. Ma i miei ricordi del Campo Bianco saranno legati esclusivamente al calcio. E a Baiddassanu.