"Delusa da Catania"
CATANIA - Domenica non andrà allo stadio per "non subire altro dolore" e perchè la "città non ha rispettato la memoria" di suo marito "non intitolandogli lo stadio, come meritava per non dimenticare". Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia, Filippo Raciti è "delusa da Catania".
"Il 2 febbraio 2007 - osserva la vedova Raciti - è una data che segna Catania e che deve essere ricordata, non dimenticata. E la maniera migliore era intitolare lo stadio a mio marito. Un'iniziativa che questa città non ha voluto prendere, ignorando che è morto un poliziotto nell'adempimento del suo dovere, a difesa dello Stato e delle Istituzioni".
Marisa Grasso ricorda che l'ispettore Raciti è morto durante gli scontri "causati da ultras del Catania, che non sono tifosi ma delinquenti". E per questo ipotizza che "per giustizia il derby con il Palermo dovrebbe essere vietato non ai tifosi rosanero ma a quelli etnei" e trova che "la soluzione equa sarebbe stata quindi di farlo disputare a porte chiuse".
28/11/2007
Non penso sia questa la strada giusta e soprattutto non capisco determinate pretese.
Allora facciamo così sig.ra Marisa Grasso: visto che a Palermo sono accaduti i principali fatti di mafia della nostra storia, emarginiamo i palermitani, estromettiamoli da qualsiasi carica pubblica, neghiamoli il diritto al voto, all'istruzione e a tutto ciò che la nostra Costituzione prevede!
Perchè appunto secondo la sua logica "per giustizia" i palermitani sono mafiosi e "la soluzione equa" sarebbe quella di isolare Palermo dal mondo intero.
Mi chiedo lei come faccia a rilasciare simili dichiarazioni e soprattutto LA SICILIA a pubblicarle!
Capisco il suo immenso dolore, capisco anche che non è facile per lei rassegnarsi, ma .... c'è un limite a tutto.
Il nostro ambiente (Calcio Catania, tifosi e città), sta facendo degli sforzi enormi per recuperare la dignità persa quella tragica sera e per onorare la memoria di suo marito.
I risultati sono ben visibili a tutti: dal comportamento allo stadio dei tifosi, all'intransigenza della società.... finanche a questo forum, dove da ogni parte i toni sono più che mai distesi.
Che cosa poi c'entra lo Stadio con suo marito!
Pensa davvero che una targa su di un muro sia la giusta risposta in termini di rispetto per suo marito?
Da quello che lei dichiara, deduco che a lei basta solo che lo stadio porti il nome di suo marito per avere il rispetto della città di Catania e soprattutto "per lenire parte del suo dolore"!
Non mi trova per nulla d'accordo carissima signora e soprattutto penso che le sue esternazione sono del tutto fuoriluogo e privi di qualsiasi logica, nonchè pericolose e facilmente fraintendibili!
Io sono un tifoso rossazzurro, nonchè persona civile ed educata e non vedo cosa c'entro io con la morte di suo marito e perchè mi si dovrebbe impedire d'assistere alla partita.
Se ragionassimo tutti così non ci sarebbe più coscienza e giustizia, le uniche l'alternative sarebbero odio e condanna e gli esempi come quello dato da suo marito, sarebbero perfettemente inutili.
Non ho null'atro d'aggiungere se non pregarla di prendere coscienza di quanto ha detto e quantomeno..... rilfettere!
NOI SIAMO IL CALCIO CATANIA
MALATO PO CATANIA