Questo il "nuovo" Palermo di fine stagione. Cavani in panchina a far compagnia a Dellafiore ed Agliardi, Matusiak in tribuna, tandem d'attacco Di Michele-Caracciolo. Ce n'é da far arrizzare le carni, come si dice a Bolzano.
In effetti il primo tempo é gradevole al pari di una pitrata n'facci, una squadra che recita a soggetto, corre a vuoto, priva di stimoli che nemmeno una overdose di dolce Euchessina sembra poterle restituire. Fontana fa qualche miracolo, al solito, Bresciano é l'ombra del giocatore visto negli ultimi 180 minuti, Caracciolo invece si conferma sui livelli di assoluta nullità con cui può etichettarsi questo suo ultimo anno palermitano.
Nella ripresa la squadra ha un sussulto, trova il gol su rigore inesistente, regala, forse a titolo di risarcimento, un rigore netto al Livorno, entra Cavani, gioca in maniera tutto sommato accettabile, poi trova il 2-1 su una invenzione dell'Uruguayano concretizzata egregiamente da Di Michele, che si é ricordato di essere il giocatore del girone d'andata solo adesso che Guidolin ha tolto il disturbo, gestisce bene il vantaggio giocando in agilità in contropiede e porta a casa tre punti che mancavano da tanto, troppo tempo. Diciamo che contro questo Livorno privo di Amelia, Coppola e soprattutto Lucarelli non vincere sarebbe stata impresa simile alla sconfitta di Messina, ma visto l'andazzo di questo maledetto girone di ritorno non possiamo che accogliere con piacere il ritorno alla vittoria.
E' cambiato poco da domenica sera ad oggi, poco ma fino ad un certo punto. C'era in campo Corini, che é in grado di dare sempre ordine e geometrie, ma erano in campo soprattutto Simplicio e Di Michele, due giocatori che ultimamente ricordavamo tali solo per averli visti sull'album Panini 2006-07. Sono questi i miracoli tattici che avvengono in pochi giorni dal cambio dell'allenatore, un paio di uomini che ritornano a pestare l'erba e colpire il cuoio come facevano ai tempi d'oro. Per il resto come da titolo: il vecchio che avanza.
La Uefa sta per arrivare. L'Udinese si é suicidata in assoluta libertà, la Sampdoria é sì a sette punti, ma ha un calendario che non promette nulla di buono. Tre punti d'oro oggi, ma la qualificazione sarebbe arrivata anche con Guidolin ancora in sella, perchè dietro di noi c'é veramente il nulla.
Domenica arriva la Roma, una squadra che dovrebbe trasmettere un pizzico di voglia di giocare magari anche all'attaccante più scoglionato d'Italia, al secolo Andrea Caracciolo. Di lui oggi ricordo con piacere soltanto un paio di tentativi di tenere palla per perdere tempo in pieno recupero. Un pò pochino per i sei milioni di euro spesi per il cartellino e per le ambizioni di andare a giocare al Milan dell'Airone. Da Roma iniziò la caduta rosanero. Si tamponò l'emergenza con la larga vittoria sul derelitto Ascoli e col 2-0 rifilato all'Udinese, ma in mezzo ci fu anche il pareggio senza gioco e senza grinta di Siena.
Cerchiamo fin dove possibile di difendere il quinto posto e prendere la medaglia di legno. Male che vada manca meno di un mese alla fine. Consoliamoci così.