Autore Topic: 99 su 100...  (Letto 1823 volte)

Offline cantarutti72

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99 su 100...
« il: 18 Marzo 2007, 09:57:10 pm »
99 su 100 come le probabilità di successo per gesti quotidiani come salire le scale senza inciampare, prendere una bottiglia dal frigo senza farla cadere, farsi la doccia senza scivolare nel bagno, bere un bicchier d’acqua senza affogarsi, mangiare un pezzo di pane senza farselo andare di traverso…
99 su 100 come le probabilità che avevano Gionatha Spinesi di appoggiare in rete un pallone a due metri dalla porta e Armando Pantanelli di prendere un innocuo pallone rimbalzante davanti a sé…
No, ragazzi, non fraintendetemi, non è ironia o scherno nei confronti dei nostri due giocatori. A questo ci stanno già pensando quei
fabbricatori di seghe televisive della Gialappa’s e, soprattutto, quell’Italia calcistica che non ci appartiene, quella che da buona “polentona” sta silenziosamente godendo nel vederci soffrire e vacillare in così malo modo.
No, non posso prendermela da catanese, da sportivo, da uomo con un giocatore che è a un solo goal dal migliore marcatore rossazzurro di tutti i tempi in Serie A (Facchin, 1964-65), né con un portiere del quale ricorderò vitanaturaldurante gli incredibili interventi che hanno salvato partite come quella con la Reggina all’andata, l’Udinese e la recente in campo neutro col Siena.
E non posso imprecare neanche col resto della squadra che per l’ennesima volta aveva disputato un egregio primo tempo, castigata poi in quei soliti dieci-quindici minuti di difficoltà che vive quando tira un attimino il fiato, cosa che anche nel girone di andata capitava spesso e volentieri ma con esito diametralmente opposto.
Perdere 4 a 1 in una partita dove si è avuto il 64% del possesso palla (roba da record), con due episodi determinanti che messi assieme potevano capitare una volta su diecimila è solo l’EMBLEMA di una situazione di grande negatività, quel piovere sul bagnato che imperversa su di noi tifosi, sulla città sportiva (e non), sulla squadra. Da quando quelle bestie di quel maledetto due febbraio 2007 hanno
rovinato in un solo colpo e in soli dieci – venti minuti la vita di una famiglia e le aspettative un’intera città. Aspettative non minimizzabili nello striminzito significato sportivo.
Sì perché cari fratelli rossazzurri, come ho sempre ribadito nei precedenti post e come tanta gente più nota e più in vista di me ha detto, specie in occasione delle ventilate dimissioni del nostro Presidente nell’immediato dopo Catania – Palermo, il CATANIA E’ L’UNICA COSA BUONA che resta in questa città, l’unico motivo di sorriso, anche se effimero, per tanti, troppi concittadini in gravi difficoltà per motivi economici, di salute, di giustizia.
E dover inveire contro i giocatori incontrandoli per strada o nel prossimo allenamento a Massannunziata per una sconfitta e con una situazione del genere, sarebbe il più grave gesto di vigliaccheria, il vile comportamento di chi prende a calci un uomo già steso per terra dolorante. Chiunque insulterà i vari Pantanelli, Spinesi ,Sottil, Stovini, Corona è soltanto un fangoso ed insignificante b.a.s.t.a.r.d.o. che vuole e ci gode nel vedere il male di questa città.
Invece dovremmo renderci conto quanto è in nostro potere la possibilità di aiutare questi validissimi giocatori .Non occorre fare delle veglie a Massannunziata o delle maratone a piedi nudi in segno di penitenza, non occorre lasciare la famiglia per vivere con e per il Catania. Nella nostra quotidianità possiamo fare tanto attraverso l’instaurazione di un clima di ottimismo e di fiducia che deve partire isolando i soliti buontemponi da quattro soldi che sin da domani troveremo in ufficio, in cantiere, a scuola a buttare sentenze contro questi innocenti esiliati del calcio. Se non creiamo questo clima positivo non faremo che allungare questo ciclo negativo che non sappiamo quando e come volgerà alla conclusione.E poi far prevalere la FORZA DELLA RAGIONE, quella che dice che una squadra che ha concluso il girone d’andata al quarto posto non può essere diventata improvvisamente una compagine di brocchi.
Il grande nodo da sciogliere è come poter dare carica emotiva a questi ragazzi in quelle stramaledette partite in campo neutro, senza pubblico di casa. Dato che ci troviamo di fronte a estremi mali, a situazioni uniche nella storia del calcio italiano, sono convinto che l’unica panacea è trovare una soluzione insolita, drastica. Un’idea che proviene dalla recente visione del film “Cinderella Man” tratto dalla vera storia del pugile James Braddock.
Per ritrovare una forza interiore superiore all’avversario, una carica agonistica da stadio Massimino i giocatori dovrebbero visionare gli
angoli più disperati della nostra città (e purtroppo ce ne sono tanti) ed incrociare i loro sguardi con quelli di bambini orfani, di cassintegrati con cinque figli a carico, di malati terminali scaricati nelle corsie dei nostri ospedali. Dal ricordo del loro umile sguardo sono sicuro che i nostri giocatori, dei quali non ho alcun dubbio circa la loro umanità e professionalità, troverebbero le giuste motivazioni e quella rabbia interiore tali da divorare l’avversario nei prossimi incontri per poter dedicare una vittoria ed un sorriso a questa gente (più meritevole).
NON MOLLIAMO MAI!!!!
"più tifi strisciato, più sei un siciliano rinnegato !! fuckinmiju "