Gaspare ma che cosa è questo filmato di cui tu ci proponi la visione? Ma davvero ti lasci abbindolare dalle demenzialità proferite da quei tifosi bresciani? Ma davvero pensi che è ancora il caso di promulgare al mondo intero la vetusta, ed oggi oramai nei fatti anacronistica, mentalità ultras che, a fronte di ideali dichiarati tra cui “amicizia, lealtà, coerenza, vita di gruppo, condivisione, senso d’appartenenza, stile di vita, solidarietà”, si celano i misfatti più assurdi e incomprensibili a cui stiamo assistendo in questi giorni? Ma per caso dovremmo fare confusione tra i messaggi che questi qui vorrebbero trasmetterci (un mondo da cui oramai tutti ne prendono le distanze perché è un organo che magari è nato sotto principi sani e leali ma si è letteralmente incancrenito e come tale va definitivamente asportato), e quanto abbiamo visto venerdì scorso? Cerchiamo allora di fare il punto esatto della situazione perché sostenere che la colpa dei disordini è causata dalla repressione, è fallace e fuorviante. La passione per la propria squadra, sana e genuina, non può prescindere dal sottostare a delle norme e a delle regole, anche se a noi esse appaiono assurde ed incomprensibili, che sono quelle dettate dall’ordinamento che ci governa. Regole e norme partorite per contrastare il problema violenza a monte perché se tu vai a teatro o al cinema nessun poliziotto verrà mai a prenderti a manganellate. Ed a monte ci sta l’ultras violento e irrispettoso delle regole e del convivere civile, non certo quelle del poliziotto esaltato. Ora, se domani uscisse una regola che obbliga i tifosi ad assistere alle gare di calcio con le mani ammanettate dietro la schiena, io tifoso: o mi adeguo o me ne sto a casa! Di certo non posso prendere a pretesto la circostanza per far la guerra ai poliziotti, in nome di una libertà e di un rispetto del diritto che, proprio allo stadio, il tifoso ha dimostrato di non meritare. Si dice nel filmato che tanti anni di repressione hanno soltanto peggiorato la situazione. E la soluzione quale sarebbe? Quella di fare assalti alla polizia, no sicuramente! Quella di andare ad aggredire il settore ospiti nemmeno. Né, tantomeno, quella di assaltare con atti vandalici gli autogrill lungo le autostrade. Ma cosa ha fatto il tifoso per meritarsi leggi meno severe e meno repressione? Nulla! Ha fatto solo la guerra. Ed è una guerra tutta a nostro danno se oggi dobbiamo anche aver paura di spostarci di appena 200 KM per veder la nostra squadra. Questo sistema così rigido ed invivibile se l’è creato il tifoso, non il governo che legifera o il poliziotto che mette in pratica.
Ora tu mi mostri un filmato dove un tifoso parla di un mondo ultras pieno di valori come rispetto, lealtà amicizia e quant’altro; era forse una testimonianza d’amicizia quel primo tifoso in sciarpa rossazzurra che non appena sbucato dal sottopassaggio del Barbera ha acceso un candelotto e lo ha lanciato tra la folla? (Sia chiaro: ho citato l’episodio indipendentemente dal colore della sciarpa; il soggetto in questa frase dev’essere considerato la figura dell’ultras non la squadra di appartenenza. Scrivo questa precisazione perché vedo che anche voi tifosi state cavalcando l’onda del vittimismo facile. Il forum è un luogo di discussione ed in quanto tale se ne parla (che desolazione vedere il muro di calciocatania.com chiuso fino a data da destinarsi! In un momento così critico e delicato come questo, togliersi la parola è una soluzione incomprensibile e deficitaria). E ne sto leggendo di tutti i colori verso noi rosanero, accusati di squallido perbenismo, di fare gli avvoltoi e di essere i moralizzatori dell’ultima (mi riferisco ai post di Fein, Malato ed al tuo). Siete lesti a sollecitarci solidarietà e comprensione ma sembra che vorreste avere l’esclusiva nel puntare il dito contro quella frangia di tifosi delinquenti e assassini, quasi che il derby lo stessimo continuando noi, armati di tastiere e che noi siamo noi e voi siete voi).
Era forse un gesto di solidarietà se il secondo tifoso sbucato dal sottopassaggio del Barbera aveva un pezzo di ceramica tagliente come un rasoio e lo ha lanciato in un settore pieno anche di donne e bambini? Era forse amicizia fraterna se quel pezzo di ceramica è stato poi raccolto da un altro deficiente (in sciarpa rosanero) e lo ha rilanciato anche lui alla cieca, della serie a cu pigghiu pigghiu? E quando tu ti trovi spettatore di questo teatrino non ti sembra più che naturale auspicare l’intervento delle forze dell’ordine? E non ti sembra naturale che questi qui accorrano “armati” di scudo e manganello piuttosto che di mazzi di fiori? E non ti sembra normale che questi poliziotti si presentino agli stadi con questo armamentario se devono essere pronti ad affrontare belve inferocite che a tradimento cacciano fuori aste, spranghe di ferro e mazze da baseball? Ma siamo sicuri che la colpa di tutto ciò è della repressione? Visto che la colpa è della repressione portata avanti dalla polizia, mi chiedo come mai gli scontri non abbiano avuto luogo sin dalle 16, ora di afflusso al Massimino ed invece si è aspettato l’arrivo dei palermitani, alle 19 e passa? Come mai? (E questo vale anche per le forze dell’ordine che si sono erti a uniche vittime predestinate degli agguati.
Quando io entro al Barbera tutta questa repressione non l’avverto, io che abitualmente sto composto e rilassato nel mio posto d’appartenenza. Certo, se mi alzassi e tentassi d’invadere il settore ospiti, posto proprio sotto il mio settore, inevitabilmente andrei a fare i conti con i tutori delle forze dell’ordine.
Mi fermo qui! Avrei anche altre cose da aggiungere ma temo che per oggi abbia scritto abbastanza.