Autore Topic: Done Deal  (Letto 6693 volte)

Offline Sergio

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Re:Done Deal
« Risposta #15 il: 21 Febbraio 2019, 12:26:33 am »
C’è tanta confusione in giro, un susseguirsi frenetico di eventi, spesso contrastanti, proclami disattesi, certezze smentite in meno di 24 ore. Non va di scrivere nulla perché quella di avere le idee chiare è una pretesa che ognuno si guarda bene dal dichiarare. Così ci si contenta di leggere un po’ in giro, nella vana ricerca che dopo già anni di illusioni e disillusioni quanto meno possa apparire la fine del tunnel. Ma niente, ancora buio fitto per me che il campionato che sto ad osservare non si disputa sul terreno di gioco ma in qualche studio notarile.
Così, chi per mestiere non può esimersi dal dire qualcosa, cerca quanto meno di immaginare.
Ho trovato quest’articolo che contiene tante piccole parti di verità (la verità tutta intera forse non la sanno nemmeno a Vergiate). Però tante cose collimano con le mie preoccupazioni, sia quelle di ieri che quelle di oggi.

Palermo, c’è ancora aria di mandrakata
È comprensibile che la buona notizia dello scampato pericolo abbia notevolmente abbassato le difese immunitarie di chi ha osservato in questi mesi le tristi vicissitudini del Palermo con la ragionevole consapevolezza di essere davanti ad una mandrakata di pessima qualità.
Scongiurata la penalizzazione, almeno per questo giro di giostra, è come se la mente di ciascun tifoso che ha i ventricoli uno rosa e l’altro nero abbia selettivamente rimosso tutti gli indizi che portano alla più semplice delle conclusioni: questo ammasso di bugie utili a dribblare debiti e responsabilità, non è ancora giunto al termine.
Riavvolgiamo il nastro. C’è Zamparini che deve disfarsi del Palermo, per necessità più che per scelta. Ormai la giustizia ordinaria – oltre che quella sportiva certamente meno minacciosa – è sulle sue tracce e non sembra disponibile a mollare l’osso. La buona stella sembra averlo abbandonato, e anche qualche buona amicizia che in passato l’ha tenuto lontano dai guai.
Il vecchio Zampa s’inventa la più incredibile delle cessioni che si conoscano nella storia recente del calcio italiano, persino più bizzarra di quella del Parma e tutti ricordiamo come finì. Eppure mezza città abbocca nonostante più di un sospetto destato sin dalla prima uscita. Mai giudicare dalle apparenze, ma in un mondo che vive di sano provincialismo e ostenta dai calzini griffati alle cuffiette degli smartphone, questa allegra comitiva made in England vestita con gli scarti di magazzino dell’Upim anni ’70 e che pasteggia dall’equivalente marinaro di un all you can eat, cosa c’azzecca con un affare che porta in dote almeno una trentina di milioni di euro di debiti?
Non lacrima Zamparini quando sottolinea che quello era l’ultimo regalo fatto alla città di Palermo, cela piuttosto un sorriso beffardo di chi sa di avere ripagato con eguale moneta chi ha osato non genuflettersi davanti all’arroganza. Come si sono permessi questi straccioni, calcisticamente parlando, di frantumare i cabbasisi a chi ha regalato momenti di effimera gloria? Questo il ragionamento semplice semplice di uno spregiudicato imprenditore che non ha un bidone al posto del cuore ma un ritratto del proprio ego in maxi formato.
E nel calderone ci sono anche i magistrati delle Procure siciliane per nulla propensi a mandare in archivio i loro sospetti. La ribellione di Zampa è totale, gli inglesi sono lo strumento più efficace per sfilarsi dalla scomodissima posizione dello schiaffo del soldato. Basta scappellotti, se li prenda qualcun altro, la sua partita deve dichiararsi finita e che la gentaglia di Palermo pensi ciò che vuole.
Solo che i venditori porta a porta di sua maestà britannica si sfilano uno a uno, non si sa se complici o gabbati, come sottilmente ha fatto sottintendere mr Richardson, il primo capo dei manichini di una governance assai sgualcita.
Bugie su bugie, finché l’italianissimo Emanuele Facile è rimasto solo a fare l’incantatore di serpenti. Solo che al suono del suo piffero non s’alzava più alcun cobra ma viscidissime bisce simboli di cattivi presagi. Ad un passo dalla penalizzazione e dall’intervento degli organi sportivi (un giorno ci diranno che loro avevano capito tutto da tempo…) che forse avrebbe scoperchiato verità imbarazzanti, ecco che arriva l’altro colpo di scena: via Facile e dentro la coppia Foschi – De Angeli. Che a cercare due più fedeli a Zamparini di costoro si fa veramente fatica. Hanno i denari per sostenere l’operazione? Neanche a parlarne. Ma tant’è, a questa versione della cacciata degli unni e di arrivano i nostri Palermo tributa altri inchini.
Foschi dice di aver letteralmente strappato le azioni a Facile e compagnia bella, in automatico anche la montagna di debiti che neanche lui riesce ad oggi a quantificare. Ma questo non lo dice in quella conferenza stampa in cui sembrava di sentire parlare uno Zamparini riuscito male. Foschi è credibile come proprietario del Palermo? No, ma che importa. Intanto sino al prossimo mese di marzo siamo salvi. Perché intanto il direttore, che non vuole essere chiamato presidente, svende qualche pezzo dell’argenteria di famiglia e trova nella cassaforte della famiglia Mirri la liquidità che serve a pagare gli stipendi di novembre e dicembre. In attesa di una cessione stavolta reale.
A occhio sembra che l’intervento della coppia Foschi – De Angeli abbia sollevato Zamparini dall’incombenza di vedersi ritornare indietro il Palermo e che i suoi due ex dipendenti abbiano l’unico compito di capire se c’è qualcuno in giro disponibile a rilevare quella che oggi è una fragile baracca ma che dopodomani potrebbe diventare un bellissimo attico con vista sul golfo di Mondello. Una trasformazione consentita solo dalla promozione in serie A, certamente possibile nonostante tutto. Esclusivamente in quel caso l’affare potrebbe diventare appetibile. Dopo san Rino Foschi, accanto alla santuzza Palermo adesso fa sedere Dario Mirri, l’unico che ha tirato i soldi di tasca e bisogna dargliene atto, come bisogna accogliere come fatto positivo il gesto di Confindustria di acquistare biglietti dello stadio.
Conosco Mirri, non è uno stupido e neanche un giocatore d’azzardo, se ha firmato un assegno di quasi 3 milioni vuol dire che ha qualche certezza che non rivela. Si può essere tifosi e nipoti di Renzo Barbera quanto si vuole, ma nessuno brucia il patrimonio di famiglia perché colpito dalle parole di Bellusci. E infatti, tra il detto e il non detto, sempre a cavallo tra mezze verità e amabili omissioni, sembra che qualcosa sotto sotto si muova tanto che Mirri ha pregato l’amico Rinaldo Sagramola (ah, quanto è difficile liberarsi del passato) di dare uno sguardo ai conti per capire come presentarsi davanti ad eventuali acquirenti. Perché adesso Mirri è consapevole che il suo business, fatto di vendita di pubblicità allo stadio, funziona finché il Palermo è vivo e in buone mani. Altrimenti correrà il rischio di essere l’ultimo a cui hanno dato la muffa.
Quindi, lasciando stare le santificazioni assolutamente fuori luogo, per Foschi o chiunque altro, se da un lato l’intervento di Mirri è un ottimo auspicio, dall’altro il solo sentire parlare di cordata di imprenditori locali evoca tristissimi pensieri. Mirri, Sagramola, Foschi o chi per loro, cerchino oltre lo Stretto. E stiano ben attenti, perché i primi a correre al capezzale dell’ammalato difficilmente sono i medici, molti più spesso i carnefici. E questi ultimi mesi l’hanno ancora una volta dimostrato.
Il resto, che si chiami sottoscrizione o azionariato popolare, è catalogabile sotto la voce sogno romantico. L’unica cosa positiva di questa vicenda? Si è risvegliato finalmente lo spirito di appartenenza. E non è un caso che più si allontana l’ombra che da Vergiate si allunga in via del Fante e più forte si senta palpitare il vecchio cuore rosanero. Che Palermo si riappropri del Barbera, questo sì. E, se ci sono le condizioni, che si riapra la campagna abbonamenti, che l’aria che si respira è quella dei giorni migliori. Non fosse altro che per una questione di scaramanzia. Nel 2004, unica volta a nostra memoria, a gennaio si fece il pieno di tifosi e alla fine Toni e Corini ci riportarono in serie A.
Ecco, siamo stanchi di questa infinita sequela di palle e desiderosi di tornare a parlare di pallone, sogniamo il giorno in cui Palermo ritrovi la sua più autentica dimensione calcistica che non deve essere per forza quella dei Cavani o dei Pastore, ma una sana e genuina maniera di vivere con passione quel qualcosa che, al di là di sesso, censo e religione, fa battere forte il cuore di una città.
Angelo Scuderi

8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Online turiddu

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Re:Done Deal
« Risposta #16 il: 21 Febbraio 2019, 10:36:40 am »
Sergio, è del tutto inutile a questo punto cercare di capire o perfino di commentare quello che succede.
A breve, per fortuna il tempo non lo può fermare nessuno, vedremo che succederà.
Una cosa è certa: meglio la D che quel tizio lì.
Per il resto, al momento mi sono disintossicato dal calcio.

Offline Sergio

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Re:Done Deal
« Risposta #17 il: 21 Febbraio 2019, 04:30:50 pm »
Ciao Turiddu: io purtroppo non ci riesco a staccarmi. Per me il Palermo è come l’aids. Mi ha acchiappato quand’ero ancor meno che adolescente e non mi ha più mollato. La strada del disinteresse purtroppo ha dato scarsi frutti e, se li ha dati, sono stati molto tardivi. Ci voleva lo sfogo di Bellusci per risvegliare un poco le coscienze, ci voleva l’articolo di Italo Cucci che in politichese ha messo a nudo la stronzitudine palermitana, camuffandola per gratitudine. Ieri Angelo Scuderi; insomma il marcio sta testimoniando che esiste e sta anche mostrando la faccia. Io credo fermamente che questo è l’ultimo anno da Zamparini, anche se alcuni pervicacemente insistono che ormai è totalmente fuori.  No, non ancora! Non so ancora da quale categoria si ripartirà il prossimo anno ma al punto in cui siamo anche la D va bene purchè si torni a parlare di calcio.
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Offline Sergio

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Re:Done Deal
« Risposta #18 il: 08 Marzo 2019, 05:40:40 pm »
C'è la fila per acquistare 47 milioni di debiti! Ogni giorno cambia il compratore ed almeno ogni due giorni spunta un nuovo acquirente interessato a questa montagna di debiti che è il Palermo Calcio. Ah!, così per saperlo, quanti soldi occorrerebbero per acquistare questi 47 milioni di debiti? La cifra dei 10 € pagati dagli inglesi era fittizia ma ormai lo sanno anche i sassi che fittizia era stata anche la transazione.
A corollario di quanto sopra, Massimo Ferrero per la sua Samp vorrebbe 140 milioni. E pensare che appena un lustro fa, Palermo e Samp erano sulla stessa fascia.
Ma quanti soldi si è mangiato quel magnaccìo? :$
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Offline bua

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Re:Done Deal
« Risposta #19 il: 03 Maggio 2019, 05:35:30 pm »
Non ho capito chi sia il nuovo patron, comunque oggi il Palermo passa di mano, salvandosi dai problemi economici.
In bocca al lupo ai cugini.

Offline Templare

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Re:Done Deal
« Risposta #20 il: 03 Maggio 2019, 06:18:27 pm »
Non ho capito chi sia il nuovo patron

Zamparini. Sto andando a lavoro, stanotte rispondo con calma. Ciao.
Esistono tre modi di approcciare l'antifascismo. Il primo è accettarne il disagio che emana e compatirlo. Il secondo è prenderlo inesorabilmente per il culo. Il terzo modo é quello cosiddetto "geometrico", perché prevede l'utilizzo della squadra.

Online turiddu

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Re:Done Deal
« Risposta #21 il: 03 Maggio 2019, 10:40:00 pm »
Passaggio di proprietà? Io sono sempre convinto che a volte è meglio azzerare tutto e ripartire ( in questo caso dai dilettanti). Questa agonia dura da troppo tempo.

Offline Templare

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Re:Done Deal
« Risposta #22 il: 04 Maggio 2019, 02:22:09 am »
Allora, provo ad essere sintetico e procedo per punti.

1) Zamparini da anni diceva di volere andare via e di cercare prima un presidente giovane con lui sempre proprietario, ma defilato, poi un gruppo che lo affiancasse, poi un gruppo cui cedere, ma solo una quota di minoranza, poi qualcuno a cui cedere il pacchetto di maggioranza, con lui che sarebbe rimasto come consulente non pagato, perche' gli acquirenti lui li trovava sempre senza esperienza nel mondo del calcio e che lo pregavano per rimanere a gestire la societa'. Negli ultimi anni, nei vari stadi di pseudotrattative sbandierate, Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo, e'stato spesso presente, spomnsorizzato dallo stesso Zamparini che voleva "coinvolgere" gli imprenditori palermitani. Albanese primo elemento da considerare.

2) Presunte vendite a Baccaglini e agli inglesi. L'idea, da quello che ho capito, era quella di trovare capitali tramite polli che avrebbero comprato obbligazioni e quote di fondi di investimento quotati in mercati di terz'ordine, Zamparini sarebbe uscito di scena formalmente, ma sarebbe sempre rimasto proprietario tramite acquisizione delle stesse quote o con la nomina di prestanomi. Con Baccaglini non ha funzionato perche' l'ex jena probabilmente a fare da semplice prestanome non ci stava e si era pure accorto (ci sono le intercettazioni della Procura) che i bilanci del Palermo erano da primi titoli di giornale sezione giudiziaria. Gli Inglesi? Il capolavoro del prestanomismo, con Facile uomo di fiducia di Zamparini a presiedere il CdA e gli stessi attori d'Oltremanica a dichiarare pubblicamente di aspettarsi di essere pagati (roba da 100000 pound a personaggio) come promesso dal Friulano. La vendita assolutamente di facciata serviva, secondo quest'ultimo, a scongiurare l'ipotesi di arresti domiciliari.

3) dopo gli Inglesi e con l'esigenza di non finire in gattabuia, Zamparini cede tutto alla sua contabile, Daniela De Angeli con Foschi presidente. Tutti si affannano a dire che Zamparini non c'entra piu' nulla, fatto sta che i domiciliari si concretizzano e che Stellone viene esonerato con modalita' illogiche e tipicamente Zampariniane mentre si trova virtualmente promosso in A.

4) Mentre si parla di una cessione a York Capital come fatta, spuntano dei problemi, con gli Americani che non possono sottoscrivere certe clausole e insieme ai problemi spunta pure la misconosciuta Arkus, capitale sociale ridicolo, personaggi di spicco con assoluzione per prescrizione da reati di truffa. Arkus accetta tutto, non importa se il Palermo il prossimo anno sara' in CL o in serie D, si parla apertamente di Daniela De Angeli ancora all'interno della societa' e spunta di nuovo Albanese, che infatti verra' nominato presidente poche ore dopo le firme dal notaio.

Io dico soltanto una cosa: quale gruppo imprenditoriale acquisterebbe oggi una societa' derelitta, accollandosi tutti i debiti, accollandosi una vicenda penale pesante, accollandosi dei deferimenti federali che non vedono altro esito che una retrocessione all'ultimo posto di questo campionato o l'esclusione del Palermo da qualunque serie professionistica? Quale gruppo serio acquisterebbe a scatola chiusa ed immetterebbe denaro non sapendo quale campionato il Palermo giochera' e quindi su quali entrate potra' contare, quando basterebbe fare come il Bari, fare fallire questo carrozzone in decomposizione e rilevarne il titolo a giugno iscrivendo la societa' in serie D, ripartendo con zero debiti ed il bacino d'utenza della quinta citta' d'Italia?

A me non toglie nessuno dalla testa che Zamparini stia ancora dietro le quinte. Spero soltanto che per una volta nella vita la Legge faccia il suo corso e lui paghi per tutto lo schifo che ha fatto in questi anni.
Esistono tre modi di approcciare l'antifascismo. Il primo è accettarne il disagio che emana e compatirlo. Il secondo è prenderlo inesorabilmente per il culo. Il terzo modo é quello cosiddetto "geometrico", perché prevede l'utilizzo della squadra.

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Re:Done Deal
« Risposta #23 il: 04 Maggio 2019, 08:24:39 am »
Ottimo intervento Templare.
Aggiungo solo una cosa: la diatriba aspra tra la De Angeli e Foschi quando York Capital è stata sorpassata da questi qui della Arkus.
Forse Foschi è l'unico che prova vergogna per tutto il male che si sta facendo al Palermo.
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Re:Done Deal
« Risposta #24 il: 04 Maggio 2019, 08:50:36 am »
Ottimo intervento Templare.
Aggiungo solo una cosa: la diatriba aspra tra la De Angeli e Foschi quando York Capital è stata sorpassata da questi qui della Arkus.
Forse Foschi è l'unico che prova vergogna per tutto il male che si sta facendo al Palermo.
Sergio io di tutti i personaggi legati in qualche modo al friulano, non ho alcuna fiducia e Foschi non sfugge a questa cosa. 
Per quanto riguarda il passaggio di proprietà, mi sembra che siamo tutti d'accordo: siamo stanchi di sentire e di leggere minchiate, chiudiamo questa agonia una volta per tutte e ripartiamo dalla d.
Ciao Templare, intervento come sempre centrato.

Offline Sergio

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Re:Done Deal
« Risposta #25 il: 04 Maggio 2019, 09:52:01 pm »
Sergio io di tutti i personaggi legati in qualche modo al friulano, non ho alcuna fiducia e Foschi non sfugge a questa cosa. 
Per quanto riguarda il passaggio di proprietà, mi sembra che siamo tutti d'accordo: siamo stanchi di sentire e di leggere minchiate, chiudiamo questa agonia una volta per tutte e ripartiamo dalla d.
Ciao Templare, intervento come sempre centrato.

Siamo alle battute finali. Secondo me a fine mese sapremo di che morte dovremo morire.
La serie A, l'unica opzione che ci allungherebbe l'agonia di un altro anno, è difficile da raggiungere ma non impossibile.
La serie B scipperà la maschera a qualsiasi pagliaccio a Viale del Fante.
L'organo di giustizia sportiva potrebbe mettere qualsiasi cosa al suo posto, il suo deciso intervento avrebbe un effetto sciacquone devastante, portandosi via tutta questa massa estrementizia e liberarci dal suo lezzo irrespirabile.
Dicevano qualche giorno fa a TGS che più di uno in città sarebbe disposto a prendersi la squadra in serie D priva dei suoi debiti e ripartire. Se questa è l'unica via percorribile per tornare a respirare aria pulita.... e sia.
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO