Dopo la cocente sconfitta di ieri sera, che mette ancor di più il suggello alla tesi evidente che il calcio in via del Fante è un optional del tutto secondario ed evidenzia ancor di più una presa in giro colossale che dura come minimo da tre anni, provo a distrarmi (e così, anche se indirettamente ho risposto anche a Caprarupens
) proseguendo questo interessante scambio di opinioni su un argomento che potrebbe essere più serio o meno serio, a seconda dei punti di vista.
Dicevamo: e i fratelli in realtà sono cugini o parenti larghi. E il primogenito si è chiamato sempre così anche se poi è figlio unico. E l’evangelista Matteo a 1:25 si è confuso, voleva dire ben altro. E tagliamo “favorita” e mettiamo “piena” così enfatizziamo il concetto. E “Beati PIUTTOSTO coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” frase con cui Gesù rimproverò il primo ed unico accenno di mariologia presente in Luca 11:28 facciamo finta che non esista. E se subito dopo l’esistenza terrena di Cristo, Maria scompare totalmente di scena e non viene nemmeno menzionata sul rimanente del NT facciamo che non ce ne siamo accorti. A me sembra che ci siano state fin troppo forzature.
Allora andiamo alla radice del problema: come avevo menzionato in altro post, quando Costantino nel IV secolo AD favorì la conversione in massa dei pagani al cristianesimo (Instrumentum Regni) si pose l’enorme problema di cosa farne di tutte le tradizioni pagane.
Contrariamente a quanto io credo, c’è chi afferma che il culto mariano altro non sia che la riproposizione del culto a Mitra, un culto che si era fuso il secolo precedente con quello del Sol Invictus, reso ufficiale dall’imperatore Aureliano. Da questo culto abbiamo ereditato la festa del 25 dicembre che non corrisponde affatto alla data di nascita di Gesù e che comunque non potrebbe esserla visto che, citato nel vangelo, i pastori quella notte dormirono all’aperto, cosa impossibile in pieno inverno.
A me sembra invece che il culto mariano sia stato molto influenzato dal culto a Iside. Abbiamo una iconografia della Dea con in braccio un bambino
La Vergine ISIDE tiene in braccio HORUS. Il padre divino di Horus era Osiride, con cui si confondeva (“Io e mio Padre siamo Uno”), mentre il padre terreno era Seb. L’angelo Thot annuncia ad Iside che concepirà un figlio verginalmente. HORUS nasce il 25 dicembre in una grotta, annunciato da una stella d’oriente, viene adorato da pastori e da tre uomini saggi che gli offrono doni.
A me questo racconto di diversi secoli A.C. fa venire in mente un altro racconto, di un altro bambino nato in una grotta e con tanto di Re Magi.
Horus viene poi battezzato sulle rive di un fiume da Anup (il battista), il quale in seguito verrà decapitato. Combattè 40 giorni nel deserto contro Set (Satana), ha compiuto numerosi miracoli e camminato sulle acque. Con Iside ed Osiride, Horus costituiva la trinità egizia. In più anche per Iside fu prevista un annunciazione e l’immacolata concezione, come per Eracle e Mitra, altre dee che partorirono da vergini.
Ora non voglio andare a toccare anche l’argomento del culto alle statue, altra usanza pagana, perché facciamo notte. Ma io ho le idee abbastanza chiare su cosa sia la tradizione da te citata e quanto sia essa distante da ciò che realmente insegnava Gesù (“Dio è spirito, ebbe a dire”). Per non parlare della posizione avversa che si ricava anche dal NT verso le tradizioni: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
Ed ancora “Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.”
Ma a fronte di tutto ciò, nell’anno1545 il Concilio di Trento dichiarò che la Tradizione deve essere ritenuta di eguale autorità che la Bibbia.
Io non ho nulla contro chi non riuscendo a rispondere alle eterne domande della vita (chi sono? Dove vado? Donde vengo? Perché esiste l’universo? Qual'è il mio ruolo nel mio inserimento nell'economia dell'universo?) si dà Dio come risposta, perché Dio risponde a tutte queste domande e ti appaga, ti toglie ogni conflitto interiore, ti dà serenità e pace. Per di più le religioni di oggi, specie il cristianesimo, ti promettono protezione sugli eventi terreni (una entità verso cui pregare e a cui richiedere soccorso per le “intemperie” della vita) ed un proseguimento dopo la morte (non nell'ebraismo); c’è anche il ricongiungimento coi propri cari. Come fanno le anime semplici a non lasciarsi attrarre? Anche a me piacerebbe che tutto il “castello” cristiano fosse qualcosa di reale, che pregare avesse un senso, che la prosecuzione della propria identità e del proprio io procedesse anche dopo la morte, al di là della vita terrena. Mi piacerebbe, si! Ma non ho trovato mai nulla intorno a me che mi portasse a farmene mallevadore, che mi convincesse dentro, che mi escludesse ogni dubbio, che mi apparisse chiaro ed evidente in tutto il suo splendore. Ecco cosa mi porta a scegliere tra realtà e alienazione, la scelta tra ciò che si osserva, che si constata, che ti tange e ciò che invece ci si accorge essere mancante, moti e sensazioni di positività e di fiducia che non si riscontrano, non si ravvisano, ci deludono, ci avviluppano nell’ignoto e ci fiaccano ogni aspettativa. Perché sarei intellettualmente disonesto se mi limitassi ad osservare tutto ciò che a noi sta attorno scrutando solo dal mio personale orizzonte, senza farmi carico anche di quanto grave dev’essere ciò che appare dagli “orizzonti” di chi sta messo peggio. E ce ne sono davvero tanti, troppi.
Anche per oggi, ti auguro buona giornata.