pochissimo tempo fa tutti eravamo fermamente convinti ed orgogliosi di una squadra, quella rossazzurra, mai seconda a nessuno, dura a morire ed in grado di regalarci delle splendide prestazioni contro chiunque.
Quel cielo sereno, foriero di orizzonti luminosi adesso sembra un lontano ricordo.
I deficitari risultati sino a questo punto hanno creato tra la gente, tra i sostenitori un clima surreale.
Avverto la sensazione di essere ritornato esattamente a quella aberrante dimensione post 2 febbraio 2007. Una repentina metamorfosi da sogno di una squadra, di una società di un'intera città verso un riscatto che partisse proprio dall'ambito sportivo sino all'incubo di sentirsi degli insignificanti puntini dell'universo, in balia della forza degli eventi e destinati a soccombere come da verghiana memoria. Da ferma convinzione dei propri mezzi, delle proprie risorse a totale disistima. Come in quell'allucinante girone di ritorno 2006-2007 adesso la nostra squadra sembra un indifeso animaletto trovatosi per sbaglio nell'olimpo del calcio nazionale pronto ad essere sbranato da qualunque avversario. Che appare infinitamente più forte, come allora. Adesso sento parlare dell "pericolosissimo" Chievo, come di un gruppo di fuoriclasse che i vari "te lo dico io", "ascuta a mìa", danno per certo vincitore all'ombra dell'Etna questa domenica.
Eppure non c'è stato alcun 2 febbraio che possa essere come plausibile spiegazione di un così difficile inizio di stagione.
Mi chiedo se per una volta nella nostra esistenza possiamo evitare di farci sopraffare dalla nostra spiccata emotività di etnei, pronti a dire nel giro di pochi giorni tutto ed il contrario di tutto, in funzione del vento che soffia e piuttosto usare maggior senno, per capire che tutta questa situazione negativa necessita solo di qualche ritocco, qualche taratura per far funzionare al meglio quel giocattolo che ci aveva entusiasmati qualche mese fa.
Creiamo un clima positivo, non ci costa nulla. Altrimenti tenderemo a rendere cronico un problema che potrebbe essere con ogni probabilità solamente passeggero. La serie A è un patrimonio da difendere con tutte le forze. Lo dico e lo dirò sino alla nausea: un motivo d'orgoglio, un motivo di sorriso per chi è meno fortunato di noi.