Casorezzo (MI), 24 Novembre 2008
Cari forensi,
ieri ho assistito di persona alla disfatta dei nostri pedatori, un tracollo che non offre possibilità di appello: tutt’al più si può giudicare eccessivo il passivo di tre reti, ma per il resto non si ammettono recriminazioni. Mi sono recato a Genova in auto con una compagnia rodata negli anni: Maurizio 75 (l’auriga), suo padre Fernando e Aldo da Como. Per il viaggio mi sono rimesso a loro e non mi posso lamentare: meglio di un’agenzia, anche se non abbiamo potuto evitare coda a Milano a causa di non so quale maratona e pertanto siamo arrivati giusto in tempo per la partita. Nel settore ospiti saremo stati circa duecento, non molti in verità. Sono rammaricato per il fatto che ho udito i soliti slogan contro le forze dell’ordine, ma neanche una volta è stato intonato “Alè Catania!”. Quanto agli altri inni, si trattava dei soliti cori triti e ritriti che si ascoltano in tutti gli stadi d’Italia e nei quali la variante è il nome della squadra tifata o i suoi colori sociali. Deludente. Che dire dei ragazzini sampdoriani che non hanno di meglio da fare che stuzzicare i tifosi ospiti con modi poco cordiali? Purtroppo, tre volte sono andato a Genova contro la Sampdoria, tre volte abbiamo perduto (l’anno scorso non c’ero, ma è stata sconfitta ugualmente), perché sarei curioso di sapere come reagiscano qualora le cose vadano male per loro. La risposta migliore sarebbe stata ignorarli, ma anche tra i nostri c’era qualche testa inattiva e quindi ci sono stati lunghi e sonori battibecchi. Peraltro, a partita largamente compromessa, una mezza dozzina di ultras rossazzuri si è arrampicata sul divisorio di vetro che dà sul campo e, scostata la rete della gabbia, si è sporta fuori, quasi intendesse procedere a un’invasione: ho temuto che, oltre alla sconfitta, ci sarebbe stato qualcos’altro di più grave di cui dolersi. Altrettanti stewart si sono disposti per intercettarli, ma l’intenzione di quegli esuberanti giovani, se così possiamo definirli, era molto più innocente, ossia farsi lanciare le magliette dai nostri beniamini a fine gara: solo Silvestri ha accontentato la loro richiesta. L’incontro non ha bisogno di commenti: posso dire che ultimamente il nostro attacco fa il solletico agli avversari, che Paolucci si è un po’ smontato e non è, almeno per il momento, incisivo come a inizio stagione, Morimoto è stato un uomo in meno e Plasmati non è stato granché servito. Amnesia difensiva in occasione della prima rete (e non solo): sono tre partite di fila che prendiamo goal in avvio e stavolta non abbiamo avuto la buona sorte di ribaltare la situazione. Cassano è bravo, ma proprio per questo sarebbe stato necessario marcarlo con maggiore efficacia. I risultati delle altre concorrenti per la salvezza non sono stati favorevoli e perciò bisognerà rimboccarsi le maniche in vista dell’anticipo di sabato. A presto,
Marco Tullio