Degno di menzione trovo il post di Malato che, oltre ad essere un amico, è una voce esterna (anche se, come diceva suo cugino, di sangue palermitano
), quindi scevra da condizionamenti passionali come potrebbero essere i commenti di noi rosanero.
Io caro Malato non penso che tutto il male di questa squadra sia il suo presidente. E’ vero, è fin troppo assente a Palermo ma la sua figura qui è rappresentata da Miccichè, Sagramola e Foschi. Ma a quanto pare nessuno dei tre è capace di prendere in pugno la situazione.
Ieri per i tifosi è arrivata una nuova coltellata in faccia: in un momento così teso e particolare per la nostra squadra e alla vigilia di una gara delicata contro la Fiorentina, Barzagli (che non dimentichiamo è il capitano) dichiara candidamente alla stampa che sogna di andare in una grande squadra, come se una squadra che parte con l’obiettivo dichiarato di centrare il quarto posto, valido per la champions, grande squadra non lo fosse. Ebbene, se oggi non lo è o non lo è stato, è grazie al disimpegno di giocatori come lui che malgrado gli sia stato promesso che verrà trovata una sistemazione adeguata a fine torneo, la sua voglia di impegnarsi per questa squadra è pari alla volontà che ha un muratore di salire sui ponteggi il lunedì mattina.
Non lo so! Forse è colpa di noi tifosi, incapaci di faci sentire. Strano che il pubblico rosanero stia accettando con una sorta di inusitato fatalismo il disfacimento di un sogno. Se una cosa del genere accadesse in sponda romanista o laziale, Barzagli avrebbe finito di giocare. Ma qui a quanto pare è diverso. Qui non c’è nessuno che abbia la padronanza, la capacità di sbatterli in tribuna e tenerli come monito per tutti gli altri.
Quanto a Zamparini, se fosse lui il problema non sarebbe stato vincente nemmeno nei precedenti 3 anni di presenza a Palermo. Forse è l’anno che è maledetto perché tutto è cominciato proprio a gennaio di questo 2007. speriamo meglio nell’anno nuovo.
Allo stato attuale per i giocatori del Palermo, Palermo è un lavoro remunerativo ed i tifosi sono i consumatori: a Catania invece è un’avventura avvincente che coinvolge emotivamente e lascia segni indelebili.
Beh! Questa deduzione lascia il tempo che trova. Dubito che un giocatore (parlo dei “baroni”) rinuncerebbe al suo milioncino annuale per andare incontro ad "avventure avvincenti che lasciano segni indebili" (tranne nei portafogli;-)) per un terzo d’ingaggio.