Anche io sono stato inizialmente sorpreso dalla mancanza di interesse sul Catania offerto a prezzi di saldo. Poi, razionalmente, ritenendo molto difficile che non ci sia proprio nessuno a vedere la convenienza dell’affare, mi sto piano piano convincendo che forse l’acquisto del Catania, non è poi l’affare cosi conveniente e potenzialmente redditizio che noi riteniamo.
Beh, credo sia un investimento comunque rischioso perché uscire dalla C può richiedere anche molti anni e comunque serve liquidità, anche più di 10 mln, oltre che quanto necessario per l'acquisto. E i "grandi" probabilmente preferiscono partire almeno dalla B.
Dopo la data fatidica del 23 giugno 2015, continuando a scrivere insieme a Voi in questo forum, avevo evidenziato come la situazione economica del Catania sarebbe diventata da li a poco insostenibile in serie C e che la montagna di debiti ereditata dai due anni di sistematiche (e a mio parere preordinate) scelleratezze avebbe inevitabilmente aperto le porte del fallimento. E probabilmente era quello il momento di chiudere e ripartire dalla serie D.
Poi il cuore ha prevalso sulla ragione e mi sono illuso che chi conosceva bene i conti del Catania ed aveva dato prova di eccellente gestione negli anni belli, avebbe potuto risollevare la situazione. Ed in effetti ci è andato vicino con la sfiorata promozione in B nell'anno dello spareggio con il Trapani (i pochi cm dell'incrocio dei pali colpito dalla punizione di Lodi). Probabilmente coi soldi della Serie B le cose sarebbero andate diversamente. Da quel momento è stato un continuo andare indietro fino all'esperienza fallimentare di SIGI che ci ha fatto credere che a Catania fosse concretamente realizzabile un "modello Parma".
Comunque questo è il passato.
Quello che critico oggi è la mancanza di un orgoglio catanese nel voler dare seguito ad una stagione che (se le cose andassero male) non avrebbe dovuto neanche iniziare (ed in questo caso a responsabilità della Federazione sarebbe enorme).
Che cos'altro è se non perdere la faccia come città, come classe dirigente politica ed economica, l'interrompere una stagione sportiva a marzo (a due mesi dalla fine del campionato) con una squadra che sul piano sportivo è stata encomiabile?
Si dice che non è un buon affare. Forse è così.
Ma mi pare che con le cifre di cui si parla (500.000 Euro asta + debiti sportivi per circa 3.500 mln di Euro) sono pienamente compatibili con il piano del tanto vituperato Tacopina, il quale di management sportivo si intende certamente, come dimostra il suo curriculum in Italia. Ma oramai Tacopina è andato.
Un'area come Catania, in cui sono presenti aziende di rilievo nazionale, non riesce a far emergere un imprenditore appassionato che creda nel calcio? O non esiste nessuno che riesca a promuovere presso un gruppo "simil Tacopina", che si intenda di management sportivo, un investimento in questa città?
Sta tutta qui la mia amarezza in questo momento.