Turiddu: detto tra noi che di calcio ne capiamo davvero poco
, il problema del Palermo potremmo sintetizzarlo in questo modo:
● Della Rocca e Barreto per il rombo di centrocampo (ma a questo punto l’assenza di un trequartista di qualità pesa eccome!)
● Alvarez e Bertolo per il 4-4-2 (a questo punto il trequartista non serve più ma non mi sembra che in quelle gare giocate con questo modulo, dalle fasce sia arrivato chissà che per le nostre punte).
● Mangia che non ha ancora le idee chiarissime sugli uomini che ha a disposizione e sul modulo che si deve adottare (discorso ingerenze zampariniane a parte).
Uno dei tre punti sopra, sembra essere a mio avviso il male oscuro di questa squadra, quello che gli ha impedito sin’ora di imporre il proprio gioco ovunque. Chiaramente, penso che chi è più competente di noi, Zamparini e Sogliano in primis, abbiano già le idee chiare su dove intervenire.
P.S. Vorrei spendere due parole sulla disgrazia di Simoncelli, evitando volutamente il topic già aperto, per ragioni ai più comprensibili. C’è un Italia intera colta da commozione; morire a 24 anni quando hai ancora tutta la vita davanti è un rospo che non si può digerire. Si dice che chi muore giace e chi resta si da pace. Il povero Marco è passato dalla vita alla morte nel volger di un paio di secondi. Nemmeno se n’è accorto. Il dolore, oggi, è tutto dei suoi genitori. Mi è rimasto impresso di queste persone, con il feretro ancora esposto nella camera ardente, non piegate dall’immane tragedia che li ha colpiti ma la fierezza ostentata nel ricordo del loro amato, nell’esposizione del loro cupo e invisibile dolore, senza occhi abbassati,senza smarrimenti, senza mostrare disperazione alcuna, solo qualche lacrima, naturalissima, appena accennata ed accompagnata da ringraziamenti sinceri a tutte le testimonianze d’affetto che in questi 3 giorni gli sono pervenuti. Mantenere un contegno d’autocontrollo così composto, in momento come questo, allarga la voragine nei cuori di tutte le persone che con loro hanno condiviso questo dispiacere e questo dolore. Sarà forse innaturale ma il mio pensiero, il mio cordoglio, il mio ricordo, va più a loro due che al povero Marco che conoscevo così poco (solo di nome e m’erano rimaste impresse la sua capigliatura ed il suo naturale sorriso) perché non seguo affatto le corse dei motori.
Un ciao a Marco ed un profondo e fraterno abbraccio al suo papà Paolo ed alla sua adorabile mamma che oggi, ascoltandoli, sono riusciti a farmi partecipe, a trasmettermi tutto l’orgoglio che avevano per questo loro figlio. Che nessun genitore sopravviva mai alla morte di un proprio figlio. E’ un dolore, immagino, che lascerà un profondo senso di vuoto con cui sarà difficile conviverci per tutti gli anni a venire.