non confondiamo le provocazioni, che possono essere le tue, quelle di Gaspare o di qualcun altro, con i deliri. Tante volte avete espresso considerazioni che sapevano di provocazione, ma provocazione intelligente e rispondere e dialogare é stato un piacere, anche quando si rimaneva ognuno con le sue idee
Temply: in questo forum non è mai esistito un confine tra:
1) l’aspra critica (a volte severa, pungente cruda, difficile da accettare come è difficile riconoscere la bontà dei concetti espressi)
2) tra la battuta ironica, inoffensiva, espressa al solo scopo di suscitare l’ilarità dei convenuti
3) tra la provocazione.
E sulla mia pelle ho fatto fin troppe esperienze (non ultima quanto arrivatomi addosso per aver descritto di una Lazio sottotono e inoffensiva nella gara di Lecce).
Ormai sono dell’idea di non tenere in considerazione chiunque sposta i confini dei 3 punti espressi sopra, a proprio piacimento e consumo.
L’operato della Redazione è troppo permissivo e non risolve mai gli atavici problemi. Non ci vuole molto a individuare chi ama affrontare civilmente ogni discussione postata indipendentemente dal colore della maglia per cui tifa, da chi invece viene qui solo per nuocere al dialogo e alla comunità, compreso chi si avvicina al forum col bidoncino di benzina in mano pronto a versarlo sul primo “focolaio” intravisto per far la “guerra” a chi si è fatto nemico.
Ma non mi sento di dare troppe colpe al webmaster, quando poi cecchini e tiratori scelti trovano consensi e plausi tra una fetta dell’utenza (potenza del colore della sciarpa che a volte conta più delle buone maniere e della qualità delle persone).
Cecchini, provocatori, guerrafondai, tutti coloro che ignorano il tema del forum, Calcio Siciliano, per concentrarsi invece a far battaglia agli altri utenti, rei di avere esercitato la libertà d'espressione concessa dal redattore, andrebbero allontanate dal forum. In mancanza di ciò, non rimane altro che selezionare gli interlocutori con cui interagire e sperare che anche gli altri capiscano l’utilità di fare a meno di costoro, emarginandoli. Ma fin quando verranno chiamati “fratelli” dobbiamo tenerceli.