Come detto precedentemente, non vorrei espormi con giudizi netti, perché poi alla fine abbiamo solo una lettura parziale dell’avvento. Sono però d’accordo in linea di massima con ENZO, Sergio e Turiddu sull’opportunità di tenere una conferenza come quella di ieri e dopo averne ascoltato le parole…
Ho l’impressione che Baldini si fosse auto-ritagliato un ruolo per cui si credeva autorizzato a decidere su tutto. Alcune considerazioni non stanno né in cielo, né in terra, non si capisce come la linea tenuta da Castagnini la scorsa stagione (“i giocatori in scadenza giochino, si vedrà a luglio se rinnovare”) avrebbe dovuto essere totalmente stravolta quest’anno. Contratti maggiorati? Rinnovi pluriennali? Ma qui si parla di gente avanti con gli anni o che la serie B non l’ha mai vista, se veramente i due pensavano che la nuova proprietà fosse Babbo Natale, non hanno capito nulla del nuovo contesto e degli ultimi 36 anni di calcio e radiazioni a Palermo.
Il gruppo non c’è più da quando? Vada per Pigliacelli due giorni addietro, è appena arrivato, magari ha scambiato per grande gruppo un normale gruppo di giocatori, ma quelli che hanno rinnovato e non mi è sembrato l’abbiano fatto a malincuore? Ce l’hanno sifoniata ad ogni intervista col la coesione del gruppo come arma in più anche per andare in A.
Con il solo gruppo che rende al 200%, realizzi un solo miracolo nella vita e solo per periodi di tempo limitatissimi. Prima del Palermo dei play off 2021/22 c’era già stata l’Italia del Mondiale 1982 e quella, recentissima, dell’Europeo 2021. Entrambe, dopo quell’exploit, si sono sciolte come neve al sole…
In conclusione penso che Baldini e Castagnini abbiano capito che:
1) la grande autonomia concessa da Mirri non era più riproponibile dopo il cambio societario.
2) ci si sarebbe sciolti anche noi come neve al sole, per cui via da vincenti.
3) conseguenza del punto 2) e del delirio di onnipotenza di cui soffriva ormai Baldini, la serie A sbandierata sarebbe stata una boutade come quella dello scudetto di Zenga. Via immediatamente e colpa scaricata non su qualcuno in particolare, ma sulla “distruzione del gruppo”.
Troppo facile. E da paraculi.
Per il futuro pare sia Corini il prescelto. Non mi fa impazzire, credo che il suo modo di giocare rispecchi la sua personalità in campo: flemma, attesa, ordine. Preferisco il calcio d’attacco, un gol in più dell’avversario. Si sa.
Ad ogni modo, anche senza Zamparini, a Palermo qualcuno che smorzi sul nascere l’entusiasmo ritrovato dopo anni si trova sempre.
Peccato.