Autore Topic: Sempre in prima linea, elmo, lancia in resta, scudo e corazza toracica  (Letto 2232 volte)

Offline Sergio

  • Utente
  • *****
  • Post: 4925
  • Mi Piace Ricevuti +0/-0
Da PALERMO CALCIOMERCATO 24 H SU 24

Questa volta Dario Mirri è indifendibile.
Lungi da noi voler attaccare il presidente del Palermo, dal momento che abbiamo sempre provato a mediare nel marasma delle voci diffidenti (e dissidenti) della città, ci sono però degli elementi che non ci sono piaciuti.
Ognuno con i propri soldi fa ciò che vuole. Il calcio è un'azienda privata e non di Stato, e dunque è inevitabile che le sorti sportive di una squadra siano legate alle volontà dell'investitore di turno. Sentirsi dire, però, che non vi è alcuna garanzia di futuro dopo "3 anni e un giorno" dall'arrivo della nuova proprietà rosanero, è proprio ciò che non andava detto e ciò che non volevamo sentire.
Dichiarazioni del genere non fanno altro che generare - giustamente - caos nei tifosi e sfiducia nei confronti di una proprietà che, è giusto ricordarlo, ha soltanto vinto la Serie D, niente di più. Il discorso stadio e centro sportivo meritano un trattato a parte, ma in questa sede va ricordato che entrambi sono al momento più aleatori che concreti, malgrado quantomeno il centro sportivo sembri avvicinarsi.
Essere presidente del Palermo non vuol dire esserlo a vita, e penso che nessuno si sia mai sognato di chiedere questo a Dario Mirri. Ma nemmeno esserlo a scadenza come una bomba ad orologeria, dopo che - di fatto - hai disatteso quelli che erano gli obiettivi prefissati al momento della concessione della squadra.
Vero, c'è stata la pandemia. Ma questa c'è stata pure per le altre squadre, che non ci risultano essere prive di debiti, o con incassi provenienti da botteghini o sponsor particolari. La pandemia c'è stata per tutte le grandi squadre (Alessandria, Padova, Avellino, Ternana, etc.), e queste sono riuscite malgrado tutto ad allestire grandi organici grazie alla preparazione e alla competenza dei dirigenti.
Sentirsi dire che "dopo tre anni e un giorno" non si saprà quale sarà il futuro del NOSTRO Palermo è vomitevole. Ribadiamo che questo non è un attacco diretto contro Dario Mirri, dal momento che non ci piace seguire la corrente. La nostra è un'invettiva contro delle dichiarazioni che in questo momento non andavano né fatte, né pensate; ma non solo: ci scagliamo contro un'imprenditoria locale che, tra le tante responsabilità sociali ed economiche inerenti al tessuto cittadino, ha anche la grande colpa di fottersene enormemente del Palermo.
Tornando a Mirri, probabilmente sarebbe stato più saggio dire che "dopo tre anni e un giorno" nessuno si sarebbe potuto aspettare di continuare a giocare per vincere, ma si sarebbe continuato a vivere modestamente portando avanti in primo piano il centro sportivo e la cessione societaria. Perché ciò che noi abbiamo letto tra le parole di Dario Mirri è lo spettro di quanto accadde nel 2019, e che francamente sarebbe triste vedere ripetersi dopo appena "tre anni e un giorno".
"Dopo tre anni e un giorno" dall'assegnazione del bando non pretendiamo che il Palermo sia in Serie B, che il centro sportivo sia pronto o che arrivi lo sceicco del PSG. Pretendiamo, però, che il Palermo non fallisca, e lo vogliamo come assoluta garanzia. Perché anche questo vuol dire "non essere un giocattolo": il Palermo non è un giocattolo che si abbandona "dopo tre anni e un giorno".
Forza Palermo.


Ed il mio commento:
Il marasma: bravissimo, bene non farne parte. Ma dopo aver letto l’articolo vedo che si predica bene e si razzola male.
Se Mirri dice che “non vi è alcuna garanzia di futuro dopo "3 anni e un giorno" la colpa è di Mirri che non è Paperon de Paperoni o di chi pur avendo disponibilità se ne sta alla larga? Ha forse fatto meglio il friulano che quand’era ancora presidente ci siam trovati in batter di ciglio dalla probabile serie A al fallimento diretto? A Mirri va almeno riconosciuto di aver lanciato l’SOS con 18 mesi di anticipo.

“una proprietà che, è giusto ricordarlo, ha soltanto vinto la Serie D,” il che è come quello che avendo preso il treno Palermo-Torino si lamenta che dopo mezzora è ancora a Termini Imerese. E meno male che l’abbiamo vinto quel campionato, figuriamoci se il Savoia ci avesse fatto lo scherzetto. Avremmo parlato di fallimento totale sotto tutti i punti di vista. Eppure quel Palermo di Pergolizzi fece una media punti di 2.42 a partita, la Ternana quest’anno è schizzata dritta in B con una media di 2.50 a partita, appena 8 centesimi di punti in più del Palermo. Come è stato il campionato della Ternana? Magnifico, trionfale, stratosferico, eccezionale. Come sarebbe stato quello del Palermo se il Savoia ci avesse fatto lo scherzetto? Fallimento totale sotto tutti punti di vista, sorpassati da una insignificante realtà suburbana dell’entroterra napoletano, promesse non mantenute, tifosi illusi e gabbati, Mirri indegno si futtiu i piccioli, società indegna che ci ha preso in giro, un po’ tutto l’armamentario che si è letto quest’anno. Questo è ciò che accade quando non si fa un analisi introspettiva della situazione tenendo ben presenti ed in completa considerazione tutte le varianti, comprese quelle dell’ imponderabile, strada che ineluttabilmente conduce gli incauti a sproloquiare. E fin quando lo fanno i tifosi pazienza, in una comunità eterogenea sarebbe assurdo pretende che non salti fuori il minus habens della situazione, categoria molto rappresentata nella tifoseria rosanero. Ma quando si ci mettono coloro che vantano la qualifica di giornalista, sarebbe meglio che cambiassero mestiere. Lo dico per il loro bene perché a volte è troppo forte la tentazione di credere che non siano affatto disinteressati nelle loro dissertazioni e nei loro commenti.
La proprietà comunque ha fatto quello che doveva fare nei tempi disponibili. Fare appunti da questo punto di vista non è serio e manifesta solo ingratitudine.

Obiettivi disattesi: quali sarebbero? Aveva forse promesso che avremmo vinto la C? Nessuno può fare promesse di questo tipo, prova ne sia che il Monza di Berlusconi ci ha impiegato 2 anni e la Fininvest non è mica la Damir. Quelle che hanno fatto il doppio salto sono rare eccezioni aiutate anche da una grossa dose di fortuna. Mirri non è così fortunato ma questa non può essere ritenuta una colpa. Sinceramente se venisse uno che dicesse “garantisco al mille per mille che vincerò il campionato di C (De Laurentis, uh! che ridere!) piuttosto che essere contento mi preoccuperei per tanta mancanza di serietà. Nessuno può dire "vincerò sicuramente", al massimo potrà dire mi impegnerò per vincere. Questo Mirri l’ha fatto ma non c’è riuscito. La C è piena di nobili decadute che hanno atteso anni per salire (Lecce e Catania sono solo alcuni esempi). Anche l’anno prossimo si annuncia un campionato molto agguerrito ed anche stavolta sarà soltanto una la squadra vincitrice. Quelle che non vinceranno ci avranno rimesso un'altra volta una mezza dozzina di milioni e non è strada che spunta neanche per loro. E se siamo in questa melma la colpa non è di Mirri ma di chi ci ha mandati all’inferno. Questo non scordatelo una volta tanto.

Pandemia: il Palermo in D fece quasi 11 mila abbonamenti. Quasi 18 mila spettatori a partita. Sono cifre impressionanti per la D e che sicuramente sarebbero aumentate in serie C. Questi mancati introiti che ha avuto il Palermo, le altre squadre non li accucchiano nemmeno in 10 anni, smettiamola di fare paragoni ridicoli. I danni procurati dalla pandemia al Palermo non le ha procurate alle altre squadre. Hai fatto quattro esempi: Alessandria, Padova, Avellino, Ternana. Soltanto due di queste sono in B le altre ricominceranno da capo come noi, quindi “grandi organici grazie alla preparazione e alla competenza dei dirigenti” hanno sortito il nostro medesimo risultato. Se fare bene è riconducibile solo all’essere promossi e chi non è promosso ha fatto male, non solo il Palermo ma anche l’Avellino e il Padova (e perché no anche Bari e Catanzaro) hanno fatto male, nelle valutazioni dobbiamo usare lo stesso metro per tutte.

“La nostra è un'invettiva contro delle dichiarazioni che in questo momento non andavano né fatte, né pensate;” vabbè questo è colpa dello scherzo che ti hanno tirato questa mattina: ti hanno sottratto la tazzina del caffè e al suo posto ti ci hanno messo un negroni e non te ne sei accorto. Dopo un anno che si tirano pietre a questa società perché racchiusa nel suo silenzio, oggi che dice chiaro e tondo come stanno le cose vorreste essere illusi con bugie confortevoli invece della cruda realtà. Quello che tu hai scritto in questo passaggio è fuori da ogni logica, è un chiaro messaggio a tutte quelle realtà che nel 2019 la piazza avrebbe gradito che prendessero la società al posto Mirri e stranamente oggi non si fanno avanti. Non hanno quella dozzina di milioni per prendere una squadra già in C che si è già svezzata lo scorso campionato e su cui c’è da intervenire ritoccandola e correggendola. Dove sono queste realtà così largamente reclamate e invocate a gran voce? Basta farsi vivi e trattare l’acquisto. Se veramente hanno soldi da investire perché se non hanno soldi da investire (e credo che non ne abbiano davvero)...... il loro silenzio spiega tutto.

Dopo 3 anni e un giorno non si può più sentire “Mirri vendi e vattene” (e purtroppo c'è ancora chi lo dice), perché è proprio quello che vuole fare. Dopo 3 anni e un giorno vuol dire che si è già sondato il terreno e non c’è nessuno che abbia questo coraggio di prendersi la squadra in C. Dopo 3 anni e un giorno c’è davvero il rischio di dover portare i libri in tribunale. Di chi è la colpa, di Mirri? Si riuscirà mai a capire che se dopo 3 anni e un giorno rischiamo di essere punto e accapo forse è anche colpa di una classe imprenditoriale locale assente oppure insensibile alle sorti della squadra, o forse è anche colpa di una terra che è il simbolo dell’arretratezza infrastrutturale, di una popolazione che ha ancora ampie frange malavitose e di una classe politica corrosa e corrotta, ancora asservita al clientelismo ed anche alla mafia, tutti fattori che contribuiscono a mantener lontano chi vuol venire a fare SERIAMENTE impresa in Sicilia? No! Tutta colpa di Mirri.
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO