Ho sentito parlare Pagliara e Pellegrino e devo dire che mi hanno fatto sognare.
Il primo ha detto che bisogna modernizzare TdG per valorizzare il vivaio, ha pure detto che bisogna curare il rapporto col territorio e persino che bisogna recuperare i colori della maglia originali, fare un restyling del logo. Ma soprattutto, ha detto che vogliono farsi riconoscere perché fanno quello che dicono, senza illudere o fare proclami. Di Pellegrino mi ha colpito una frase: "Ad allenare i ragazzini non sarà un mio amico ma un allenatore scelto fra tanti".
Musica per le mie orecchie, dal momento che non mi ha mai convinto la gestione della "cantera".
Vedo vicino il modello SudTirol, umile ma lungimirante, che avevo auspicato anni fa. Per me va anche bene una decrescita felice, con la prospettiva massima di una serie B, purché si facciano le cose per bene e vengano mantenuti codice etico e trasparenza. Il mondo del calcio si è troppo imbrutito e non posso più dedicargli il mio tempo se non in una prospettiva rivoluzionaria.
Certo, appena ci sarà la prima crisi di risultati si tornerà a dire " i maccheruni i nchiunu a panza", ma io non dimenticherò che eravamo più di la che di qua.
Bisogna capire che il prezzo per mantenere a matricola è un rallentamento nel rilancio, per ovvie ragioni.
D'altra parte, se è vero che è stato bellissimo risalire con le cavalcate del 1994-'95 e del 1998-'99, in mezzo ci sono stati due campionati terribili come qello del 1995-'96 e 1997-'98.
Io però sono pronto. Non credevo che potessero esserci dei follli così folli da accollarsi questa patata bollente, sono felicissimo di essermi sbagliato.
La paura è che le cordate sono come le catene, cioè forti quanto il loro anello più debole, quindi il rischio di perdere pezzi nei giorni di tempesta ci sarà. D'altra aprte, anche Attaguile, il presidente che prima di Pulvirenti ci aveva portato più vicino al fallimento, era partito con dei compagni di viaggio che lo avevano abbandonato molto presto, unico elementoa sua discolpa.
Riguardo il resto, confermo il mio pensiero: Pulvirenti non ha voluto capire quando era finito il suo tempo ad non ha lasciato al momento giusto, quando il Catania, ancora con una situazione economica accettabile, poteva fare gola (vedi dichiarazioni di Tacopina), cioè dopo la retrocessione dalla A o dopo lo scandalo, quando comunque la proposta di Bacco & Co. non era così lontana da progetto SIGI.
E non dimentico l'ostruzionismo che ha fatto fino alla fine, per cosa poi? Tutto si sarebbe risolto più facilmete se avesse accettato la prima offerta, molto vicina a quella contenuta nella busta della SIGI. Per non parlare dell'arroganza delel ultime dichiarazioni autoassolutive e gli attacchi ai pochi giornalisti che parlavano del crack imminente (sempre troppo tardi).
Resto anche convinto che una rifondazione con una newco senza debiti non avrebbe intaccato la nostra storia che sarebbe rimasta quella, non si sarebbe cancellata alcuna delle nostre battaglie nè alcun risultato sportivo, perché la nuova società avrebbe potuto esistere solo in assenza della stessa, sarebbe stato un passaggio di proprietà mediato dal tribunale. Pur senza garanzie di imemdiata risalita, ci sarebebro state più risorse da investire e un'asta con più concorrenti.
Meglio, molto meglio però che sia andata diversamente, con la salvezza del nostro primato di "mai falliti" (unici in Sicilia) e con la conservazione della categoria e dei posti di lavoro, fatti salvi i normali avvicendamenti in seno all'organigramma.
Intanto però aspetto con ansia il 5 agosto, per testare da subito la solidità del progetto.