Si, probabilmente qualcosa sta cambiando o, quantomeno, c'è aria di restaurazione: quella buona, però, quella degli anni che vedevano società e tifosi andare a braccetto, favoriti in ciò da una serie di risultati positivi che, si sa, costituiscono un portentoso e miracoloso collante.
Ma siamo a Catania, città dalle mille sfaccettature, anche contraddittorie, e votata al tafazismo gattopardiano più esasperato: per la serie "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", ecco all'orizzonte la paradossale vicenda della concessione d'uso dello stadio, una querelle tutta catanese che vede opposti il Comune e la società rossazzurra. Ho appena letto il comunicato ufficiale della società e, poste così le cose e non conoscendo il punto di vista del Comune, mi è ritornata quell'orticaria testicolare che tanti problemi e fastidi fisici mi ha dato negli ultimi anni.
Per la serie, il giocattolino si è rimesso in moto, ma una sana bastonata tra gli zebedei non ce la toglie nessuno.
Tanto per ricordarci, in fondo, di che pasta siamo fatti...