Quando iniziò il calvario del Catania, con l'arrivo del procuratore argentino, alcuni esprimemmo fortissime perplessità sulla strada che si era imboccata, venendo redarguiti dai tanti che mostravano incrollabile fiducia nella proprietà e venendo al contempo invitati costantemente a guardare ai FATTI. Ebbene a quelli ho imparato ad attenermi e a metterli in fila, provando ad evitare di dimenticarne qualcuno.
Il fatto fondamentale che spesso rimuoviamo e da cui partire è il 23 giugno 2015, quando tutti noi ci siamo ritrovati in una dimensione nuova, molto diversa anche da quella altrettanto difficile del passato, quando avavamo subito una enorme ingiustizia e dovuto ricominciare tutto daccapo. Ebbene quel giorno il Catania doveva sparire ed invece è spravvissuto, grazie a tutti quelli che si sono rigirati le maniche ed hanno iniziato a lavorare giorno per giorno per evitare che si tornasse a dover ricominciare di nuovo tutto daccapo. Giustizia (?) sportiva, penalizzazione in classifica e una voragine debitoria di cui ogni giorno si scoprivano nuove profondità. Ma il primo anno il Catania è rimasto in vita.
Però servivano altre e più elevate competenze manageriali per avere quelche speranza di rialzarsi. L'altro fatto fodamentale quindi é stato il ritorno di Lo Monaco che ha suscitato tante speranze, favorite anche dalle ottimistiche dichiarazioni dello stesso, il quale evidentemente non aveva fatto ancora i conti con la nuova realtà del Catania: un sopravvissuto che niente aveva a che vedere con la società modello che aveva lasciato 4 anni prima.
E veniamo a questa stagione, iniziata con una pesante penalizzazione in classifica, questa volta a causa dei debiti del periodo luccicante dell'argentino, e la conferma che la voragine debitoria era più vasta i di quanto fino ad ora emerso. E' stato chiaro fin da subito che ci si muoveva dentro enormi ristrettezze: il ritorno di vecchie glorie sapeva più di nostalgia più che di valore tecnico, in un campionato dove ciò che conta è correre senza sosta e picchiare duro. Lo Monaco ci ha provato, ha messo insieme alcuni giovani di qualità, un paio di vecchie glorie del Catania, dei giocatori di categoria e qualche scommessa. I fatti dicono che che il mix non ha funzionato, neanche dopo i correttivi di Gennaio e due diversi nuovi allenatori. Forse è stata letale l'impostazione tecnica fin dal principio troppo rinunciataria, buona per una squadra che mirava a salvarsi ma non a fare il miracolo. E miracolo non è stato. Ma il Catania, praticamente deceduto appena due anni fa, c'è ancora è si è pure giocato una possibilità di promozione in serie B.
Non è stata un'annata entusiasmante, la squadra ha giocato sempre male, ma quest'anno è servito per andare avanti, per consolidare i debiti con accordi impensabili con i creditori, per riscoprire il valore di TdG, che stavamo iniziando a considerare una palla al piede troppo pesante.
Questi fatti, negativi e positivi, ci proiettano però al prossimo campionato. Grava sul Catania sempre il peso di una proprietà che detestiamo ma che al momento è l'unica possibile. Del resto fino allo scorso anno il Catania era il classico "pacco" e chi avrebbe dotuto tirare fuori i quattrini veri, ci pensava su due volte prima di fare un incauto acquisto. Ora i debiti sono stati messi a vista e tutto è più chiaro.
Sportivamente, concordo con quanto scritto da Bua: il Catania il prossimo anno non può avere grandi aspettative sportive. Già l'iscrizione al campionato senza penalizzazioni sarebbe un successo ed un passo in avanti. Per il resto tutto dipenderà dalla scelta di un tecnico capace di fare giocare bene la squadra, di prepararla atleticamente in modo da evitare crolli nella fase decisiva della stagione, e dalla volontà della proprietà di mettere un pò di denaro nel Catania. Non mi aspetto miracoli da nessuno, in primo luogo da Lo Monaco. E' già una grande cosa che il Catania abbia recuperato dignità sportiva ed una serietà di gestione.
Questi fatti mi bastano per continuare a fare quattro chiacchiere sul Catania fino ad agosto.