Casorezzo (MI), 29 Agosto 2016
Caro Aquilino,
io, invece, confesso che, malgrado lo sconforto penoso per tutto quello che è successo, per motivi imprecisati sono ancora qui a seguire il carrozzone e palpitare per il Catania: deve essere un po' come fumare; è difficile smettere una volta per sempre. Ciao,
Marco Tullio
P.S. Io, a dirla tutta, non fumo neanche.
Caro Marco Tullio, cari tutti,
ho smesso di fumare nemmeno un anno fa e ancora oggi, tra quelli che mi conoscono bene, nessuno ci crede. Credevo fosse impossibile, invece è meno difficile di quanto vogliano farci credere. Certo, non è affatto facile, ma non è impossibile.
A volte ho anche riflettuto su come sarebbe la vita senza il Calcio Catania, soprattutto dopo una
malafiura come quella che ci ha regalato l‘ex presidente. Ho pensato che abbiamo toccato il fondo, che il calcio fa schifo (scoperta geniale, sic!) e poi ho letto le opinioni di altre persone, che dicono che con questa dirigenza non riescono a seguire la squadra.
Potrei dire tante cose. Alcune le avevo scritte e poi le ho cancellate. Sarò semplicemente breve: per me mettere da parte il Catania, anche per poco, è impossibile.
La delusione è ancora oggi cocente, intensa, insopportabile.
Ma il Catania non è l‘attuale proprietà, noi ci siamo da sempre, chi prima, chi dopo, ma soprattutto ci siamo da prima dei Mascara, degli Spinesi, dei Martinez, dei Gomez e di tutti gli altri giocatori di serie A. C‘eravamo ai tempi dei Barozzi, Torrisi, Coppola, Benedetti, Rossi, Colasante, Pauselli, l‘esordiente Russo, Belmonte, Mosca, Intrieri, Bifera, Marzio, Macaluso e tutti gli altri. Ci sono persone che ancora oggi possono raccontare - e bene - la serie A degli anni Sessanta.
Insomma, mettere da parte il Catania potrebbe essere una tentazione, ma è semplicemente impossibile.