Ma quante ne sanno...
I tuttologi si stanno scatenando.
Una premessa: sapete che sono disgustato, che a differenza dei tuttologi non ho idea di quale possa essere una pena che non provochi mugugni e indignazioni e che – a mio parere – le richieste di Palazzi non sono eccessive.
Si parte dalla base certa che il Catania sarebbe retrocesso. Questa è fantascienza e mi sorprende che anche dei giornalisti esperti (ma nonostante l'esperienza, non è detto che siano bravi) partano da questa certezza e da questo presupposto. A parte il fatto che nessuno possa dare per certo che il Catania (con i se..., con i ma... , con i vorrei... ) senza gli illeciti (tentati o voluti e effettivi, non importa) sarebbe retrocesso. Inoltre, tutto quello che è stato fatto dai responsabili del Calcio Catania (a maggior ragione se tali operazioni illecite sono andate a buon fine) dovrebbe avere la collaborazione dei calciatori delle altre squadre. Dove sono questi? Chi sono? Pagheranno? Avranno dei problemi anche le squadre di cui indossavano la maglia?
Ne consegue inevitabilmente che la quantità di punti ottenuti o persi non può essere conteggiata solo al Catania (solo perché alcuni giornalisti cocciuti vedono solo quello che vogliono vedere o solo perché altri siciliani non catanesi stanno desiderando la fine del Calcio Catania, alcuni, persino, con le ipocrite letterine di solidarietà).
Il punto è che il campionato, soprattutto riguardo alla zona retrocessione, è falsato. Totalmente.
Quindi, si deve necessariamente partire da questo presupposto: il Catania non è retrocesso sul campo.
Inoltre, il Catania non ha comprato le partite, ma la collaborazione di qualche “treno”, quindi, mi pare di aver capito che c'era qualcuno che si vendeva. Insomma, se si vuole essere così esemplari, tolgano pure i punti a destra e a manca e vedrete che non si capirà nulla e tutte le certezze dei soloni e dei puri svaniranno.
Quindi, il presupposto che il Catania sarebbe certamente retrocesso, ammesso che sia considerato in buona fede, mi pare un presupposto tutt'altro che certo e – semmai – un po' sciocco, semplicistico, sbrigativo e sostenuto da molte cucche.
Preferisco avere i miei dubbi.