Sia che si parli di immigrati sia che si parli di Lotito, il cuore del problema è sempre lo stesso: le regole e la cultura del diritto.
Non esprimo alcun giudizio morale sulla divulgazione della telefonata privata di Lotito, ma visto che é stata divulgata, su di essa un'opinione si può esprimere. Le cose affermate da Lotito rimarrebbero semplici, discutibili, idee personali, se vivessimo in un paese dove si avesse la ragionevole certezza che tutti (o quasi), per profonda e radicata cultura, rispettano le regole della convivenza fra gli uomini: regole civiche, sportive, amministrative, fiscali, ecc. Purtroppo tutti noi abbiamo esperienza del contrario e quindi siamo portati a pensare (e troppo spesso a ragione) che l'arbitro di una partita di calcio è mandato lì non per far rispettare le regole del gioco, ma per influire sul risultato. Sì perchè la partita la vince il più furbo, quello meglio ammanicato con chi detiene il potere, non la vince chi merita in quanto più capace o perchè semplicemente ha rispettato le regole del gioco.
Sul tema dell'immigrazione si possono fare analoghe considerazioni. A prescindere dal loro credo religioso, il problema rimane quello di far vivere queste persone in un Paese in cui si rispettano le leggi ed in cui chi le trasgredisce subirà certamente delle conseguenze serie. Cosa che invece, normalmente, non avviene, né per gli immigrati né per i nostri connazionali. Anche fra gli immigrati si è fatta strada "l'arte di arrangiarsi", legalmente, subendo lo sfruttamento, o illegalmente, inserendosi nel contesto di illegalità diffusa che domina il nostro Paese, da Nord a Sud, aggravandolo e rendendolo sempre più minaccioso.
In altri paesi europei l'immigrazione, molto più consistende che da noi (es. in Germania) è stata trasformata in una risorsa per il sistema produttivo; in Italia, viceversa, viene percepita come un problema sociale.