Capire cosa veramente accade in seno alla società non è cosa semplice.
Forse nemmeno gli artefici comprendono il perchè.
Non ho mai creduto ai complotti.
Ancor meno alle strategie pianificate per la speculazione.
Non è logico per semplici motivi, primo fra tutti, l' inconsistenza delle operazioni di mercato, finalizzate alla monetizzazione, poi, le retrocessioni pilotate per incamerare soldi e la valorizzazione di brocchi" della scuderia.
Tutto questo, prescindendo dall' artefice, a fronte della svalorizzazione di una SpA che vale di più. Molto di più.
Quale sarebbe il senso?
Quello che è accaduto, negli ultimi 2 anni, è frutto di un assetto nuovo, non ancora rodato, in più punti traballante, infarcito, forse, di presunzione.
Anche se la presunzione, quando ballano milioni di euro, conta davvero poco.
Io penso che tutto ciò sia dipeso da errori.
Di gestione, di valutazione, di esperienza.
E' capitato ad altri, sta capitando a noi.
In mezzo, metto pure una piazza, difficile da gestire, come la nostra.
A Catania, i tifosi, sono convinti di gestire la società di calcio con i proclami, le minacce, le offese.
Ci si dimentica che oggi il calcio è qualcosa di molto più complicato che un' avventura nei videogiochi.
Forse nemmeno Pulvirenti e Cosentino hanno afferrato il motivo di tale fallimento.
Siamo,e sono, in piena confusione.
Si vede dalle scelte, dalle dichiarazioni, dalle prese di posizione, dalla gestione.
Errori su errori.
Adesso corrono ai ripari. O, almeno, cercano di farlo.
Ed è questa l' unica cosa positiva di un periodo nerissimo.
Scegliere di fare qualcosa, di cercare di sistemare le cose.
Almeno c' è una reazione.
Spero che sia risolutivo e non una ennesima scelta confusa di chi deve, necessariamente, fare, e con fretta, le cose.
Perchè, contro, abbiamo anche il tempo.