Casorezzo (MI), 7 Settembre 2015
Cari forensi,
torno da Vercelli con le ossa rotte, scoraggiato e con il morale a pezzi. Mi sono portato dietro mio figlio Raffaele di otto anni, il quale ha perfino detto di essere rimasto contento dell'esperienza: "Questa giornata è stata bella: peccato che il Catania abbia perso". Animuccia! Lui è riuscito a divertirsi ugualmente, ma io, con buona pace di Gaspare, sono incaζζato nero e, se vedessi Cosentino con almeno una palpebra dischiusa, non so se potrei trattenermi dal fare come quella bestia delle Ande, lontano parente del cammello, che ha un singolare modo di attaccare gli intrusi. Può darsi che a novembre le cose cominceranno a girare, ma per il momento abbiamo un punticino in due partite con sei reti sul groppone, indice del fatto che proprio il reparto più attrezzato sulla carta, cioè la difesa, è un vero colabrodo. Quanto a Pellegrino, ritengo che sia stata una crudeltà riesumarlo a distanza di dodici anni e affidargli un compito molto al di là delle sue forze: la squadra, se tale si può definire, è scollata e senza idee, incapace di sfruttare la superiorità numerica per chiudere una partita. Si salvano solo Martinho, Rosina e Rinaudo. Spolli è indisponente, Sauro fete come il pesce omonimo, Monzon è un raccomandato; quanto a Frison, a sentire Pagliari, il suo procuratore, sembrava un prodigio colpevolmente non valorizzato dal Catania, mentre oggi ha dimostrato di non sapere piazzare una barriera e di essere pronto a farsi uccellare su punizione con una facilità disarmante. Cordialmente,
Marco Tullio