...estate 1993...da Taormina ritornavo in treno dopo una giornata trascorsa al mare. Alla stazione di Acireale due diciottenni catanesi si affacciano dal finestrino per gridare (vecchio ritornello in voga in quegli anni, intonato con la melodia di "comme t'a fatto màmmeta") "acitanu sì cunnutu, acitanu sì cunnutu..." giù un signore, sui quarant'anni, a pochi metri dal binario assiste alla scena, estrae fuori dal taschino (eravamo in piena estate, ripeto) un petardo che acceso lo tira dentro lo scompartimento del treno, noncurante degli altri presenti all'interno di esso. L'ordigno esplode davanti ad un'anziana coppia (che ovviamente non c'entrava nulla con tale disputa) a cui per poco non genera un infarto.
Dimmi caro Trunz, chi è il vero delinquente? Il provocatore o il soggetto vessato che ha pensato bene di passeggiare in pieno agosto con i raudik in tasca?
Tutto questo per dire che ieri sera si è focalizzato solo sulla t-shirt del "carogna" trascurando il motivo base che ha innescato il marasma allo stadio, ossia la sparatoria ed l'inspiegabile detenzione di una pistola da parte di un ultrà già schedato dalle forze dell'ordine. Se si facesse una seria repressione sulla diffusione di armi da fuoco, cosi come dell'alcolismo e del commercio stupefacenti, quanti reati o disastri colposi in meno leggeremmo sui giornali?
E' facile trovare un capro espiatorio in Speziale o nel "carogna". Possibile anche mandarli all'esilio in un'isola del pacifico. Ne saremmo tutti senz'altro contenti. Ma quanti ne prolifereranno nel frattempo come loro se la società crea i presupposti perché nascano nuovi Speziale?
Un vecchio aforisma britannico dice "la società prepara il crimine, i criminali lo eseguono"
Saluti