Sono state fatte tante critiche, rivolte un po' a tutti: Società, presidente, vicepresidente, allenatore, pubblico, ecc..
Eppure, al di là degli errori imputabili a chicchessia, la prima cosa che manca al Catania è lo spirito di squadra e si vede nella mancanza di concentrazione e compattezza. I ragazzi si impegnano, ma la squadra non c'è ed è stato evidente nel contrasto tra il primo e il secondo tempo della partita di Reggio Emilia.
Ho evitato di scrivere anche poche righe dopo le partite contro Juventus e Napoli, perché credo ci fosse davvero poco da dire: due partite penose e imbarazzanti, per motivi diversi. Ma è altra acqua che passa sotto i ponti.
In tanti anni di passione fedele per i colori rossoazzurri, è stata tantissima l'ironia e il sarcasmo che ho dovuto deglutire nei momenti difficili come questo, soprattutto da parte di altri tifosi, privi di tenacia e alla ricerca di complotti per giustificare che "qua nessuno è fesso". Ma sono bocconi amari che alimentano ulteriormente l'orgoglio di tifare per la mia squadra.
Senza andare troppo lontano con il passato, dopo l'effimera serie A del 1983-84, ne abbiamo passate tante, dai tre anni di serie B pieni di mugugni, in cui Massimino era il capro espiatorio di qualsiasi cosa, al primo anno di serie C1 in cui ci salvammo nello spareggio di Cosenza contro la Nocerina (reti Di Marini e Borghi) e poi quei sei anni nell'anonimato, la radiazione e una lenta risalita. Mi ricordo il ritorno in serie B e quella stagione 2002-03 in cui il Massimino era sempre pieno e si vinceva in casa e si perdeva fuori casa. Poi la serie B a 24 squadre e il Catania di Colantuono, fatto in pochi giorni, era una squadra corsara che sapeva vincere fuori casa. I gol di Oliveira e quelli bellissimi di Mascara e una squadra equilibrata che stava facendo bene, sarebbe bastato prendere una prima punta a gennaio per arrivare probabilmente tra le prime sei, ma la serie A non era nei progetti dei Gaucci, a quanto pare. Pulvirenti rilevò una squadra senza giocatori, perché, a parte i vari prestiti e i contratti annuali, Mascara, Sedivec e persino Del Vecchio furono passati al Perugia. Dopo solo un anno di attesa, fu serie A, vincendo e convincendo con il nuovo 4-3-3 di Marino, che abbandonando il suo 3-4-3, trovò la quadratura e fece esprimere al meglio i buoni giocatori che aveva a disposizione: il bomber Spinesi, il leader Baiocco, l'elegante Biso, l'estroso Mascara, il genietto De Zerbi (che fece bene solo a Catania) e tutti gli altri, tutti protagonisti.
E poi la serie A. Su questi otto anni di serie A, sarò breve: ogni anno avumu a calari e ogni anno ci siamo salvati. A Catania non si parla con pessimismo di rischio retrocessione da soli due anni, ma nei precedenti sei mi sono tolto molte soddisfazioni nei confronti di chi, pur tifando, aveva sempre da ridire su faccende come "nisciti i soddi", "le solite scommesse su giocatori rotti", "giocatori da serie B". Quest'anno non ho avuto le solite soddisfazioni, ma siamo ancora in serie A e oggi giochiamo a Udine, si parte dallo 0-0. Let's go!
Ipotesi formazione:
21 Andujar
2 Peruzzi 14 Bellusci 24 Gyomber 34 Biraghi
13 Izco 10 Lodi 15 Rinaudo
28 Barrientos 9 Bergessio 26 Keko
Su Andujar non mi esprimo, l'ho fatto in tempi non sospetti e mi dicevano che era bravo u putteri di l'Argentina ma io non lo apprezzavo perché "non faceva tuffi inutili" (lasciamo perdere...), però credo che non ci siano altre soluzioni, ergo, forza Mariano!
Difesa: a destra Peruzzi e a sinistra Biraghi, senza alcun dubbio, al centro preferisco la grinta di Bellusci e Gyomber (lieta sorpresa di questa stagione).
I centrocampisti sono il nostro punto di forza, ma nelle ultime partite hanno deluso e qualche responsabilità la darei all'allenatore. Ma Izco-Lodi-Rinaudo è la base su cui studiare la partita.
Attacco: Bergessio è reduce da un turno di squalifica, quindi da un turno di riposo che, comunque, era necessario. La pubalgia e una frattura del perone, un anno difficile per Gonzalo. Eppure, nonostante la pochezza del gioco offensivo del Catania, ha realizzato cinque gol. A lui non si può dire nulla.
Tridente composto anche da Barrientos (speriamo nelle sue giocate) e Keko. Sono stato un po' severo con lo spagnolo e confermo le mie perplessità, anche se nelle ultime partite è stato uno dei pochi a giocare discretamente, però deve gestire con più concretezza i palloni che gioca.
Non mi resta che dire: forza Catania!