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Ti faccio un altro esempio: se viene pubblicata una statistica dove si dimostra che i giocatori rumeni e greci, a parità di valutazione tecnica con giocatori di altre nazioni, fanno cilecca nel campionato italiano, tu da presidente investiresti su una "promessa" dello Steaua Bucarest o dell'Olympiakos?
Stessa cosa per un allenatore: se i fatti dimostrano che un tecnico con ZERO esperienze di A da giocatore ed allenatore, ZERO campionati vinti, ZERO anni trascorsi nella futura squadra da guidare, ha statisticamente il 2% di probabilità di far bene, perché un Presidente non potrebbe prendere in seria considerazione tale ipotesi ed evitare di fare un passo falso?
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Al tuo insegnante di matematica, se una formula non ti "calava" cosa dicevi "prufissuri non po' ghiessiri accussì"?
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non sono ferrato su problemi statistici ma non credo che poche centinaia di casi possano fare statistica in quanto questa, come scienza esatta, si basa su campioni di dati che per essere significativi debbono sottostare a determinate regole matematiche;
la mia domanda è la seguente:
i tuoi calcoli seguono queste regole o sono semplicemente delle proiezioni dei dati che tu hai a disposizione a cui tu associ le tue opinioni (anche se autorevoli e ponderate)?
perchè nel primo caso mi viene spontanea un'altra considerazione: se esiste una tale disciplina come mai le società che dispongono di notevoli risorse economiche non consultano un istituto che si occupa di queste statistiche per la scelta di allenatori, giocatori, e personale vario?
Ma poi se così fosse non avremmo avuto casi come i Sacchi o i Maifredi od i Scopigno (7 partite in serie A) o gli Zeman od altri allenatori che pur avendo calcato poco o niente i campi della massima serie si sono distinti anche se non hanno mai vinto uno scudetto od una coppa.
ora ci siamo, finalmente qualche domanda più "mirata" sull'argomento
Veniamo al dunque.
Il mio studio si era basato su allenatori dal 1960-61 di squadre che per caratura tecnica o per tradizione lottavano per la salvezza nei rispettivi campionati.
Sacchi non rientra in tale casistica in quanto allenatore del Milan, attrezzato per obiettivi ben diversi dalla salvezza.
In tal caso occorrerebbe stilare una statistica su allenatori di squadre scudettate in A, cosa che di cui non può fregarmene di meno in quanto interessato solo alle vicende del Catania.
Maifredi e Zeman (ti riferisci sicuramente a quando allenavano Bologna e Foggia) non sono un'eccezione in quanto rientrano in due dei tre principali fattori di successo per la salvezza in A:
- aver vinto un campionato di B o C
- aver allenato la stessa squadra vincendo il campionato di B il precedente anno (come il nostro grande Pasquale Marino)
Scopigno (complimentoni per il nominativo che hai citato
) è in effetti un'altra eccezione in 50 anni di osservazione statistica come Ficcadenti, Materazzi & c. , ma è uno dei rari casi (come Liguori, ex allenatore rosanero in C1 - 1988/89) di tecnici ex giocatori promettenti la cui carriera è stata stroncata prematuramente da un grave infortunio (lo avevo scritto nel "foglio" importato da xls. e riportato nel topic "dossier allenatori"). Chissà, una forza interiore data dalla voglia di riscatto lo ha reso vincente. Prima salvando il L.R. Vicenza e poi nel leggendario scudetto del Cagliari.
Il campione statistico del mio studio si basa su circa 250 casi. Francamente non mi sono spinto più indietro in quanto ritengo che sino al 1955 gli eventi sportivi siano stati statisticamente "inquinati" dai disequilibri creati dalla ricostruzione post bellica.
Se dico che Maran ha il 2% di far bene è perché solo il 2% degli allenatori nel campione di circa 250 squadre salve dal 1960-61 ad oggi aveva il suo stesso attuale curriculum.
Questo 2% costituisce il margine di inesattezza statistica che potrebbe dunque smentire la medesima.
Due anni fa battemmo il Cesena che era una neo promossa con zero reti subite nelle prime tre partite. Mi divertii a cercare un caso simile, sempre dal 1960. Nessuna neo promossa era riuscita ad arrivare alla quarta partita con la porta inviolata. Ragion per cui dissi che era molto probabile una nostra vittoria contro i romagnoli (ma lo scrissi in islandese per scaramanzia
)...
in quell'indimenticabile Natale 2009, quello della vittoria in casa della Juve, scrissi, criptato, sempre per scaramanzia, che il Catania (ultimo) si sarebbe salvato in quanto nessuna squadra che ha violato lo stadio bianconero e che nel contempo aveva perso le partite con meno di tre reti di scarto era mai retrocessa. Forse un colpo di fattore C, ma quella mia intuizione si rivelò incredibilmente veritiera. Ed in quell'inizio 2010 raschiavamo il fondo della classifica (c'era stato Atzori, un "quasi" Maran).
Perchè le società non si avvalgono di tali studi o studiosi? Questa è una domanda molto interessante.
Provocatoriamente risponderei che il livello socio-culturale dei dirigenti di calcio, chi più chi meno, non sia dei più sopraffini. Dunque cercare nelle aule universitarie una risposta alle scelte di un allenatore non rientra nei loro orizzonti mentali.
Perchè probabilmente certe statistiche o non sanno che esistono o le considerano delle mere minkiate.
A parte questo penso comunque che certe categorie di studiosi o pensanti per tradizione non rientrino nel circo del mondo pallonaro, dove tutto ruota agli interessi economici e agli intrecci d'affari tra procuratori, dirigenti e loro proseliti.
Magari certi tipi di consulenze esistono realmente, ma gli attori lavorano semplicemente all'ombra, in sordina.
Vedremo negli anni a venire.