Ciao a tutti.
La questione che viene posta (off topic forse) sulle ambizioni del Catania è molto interessante.
Al riguardo non credo che la società sia rassegnata a queste posizioni e a lottare ogni anno per la salvezza.
E l'impostazione della stagione in corso lo dimostra.
Si era mantenuta sostanzialmente la squadra che aveva un'ottima media con alla guida un buon allenatore, Mihajolovic (che secondo me a Firenze sta facendo bene, perchè non è una piazza semplice e perchè l'ombra di una personalità forte come quella di Prandelli non è facile da eliminare subito).
Su questa base e con le ottime proiezioni intraviste, si era puntato su un giovane allenatore, Giampaolo, con una buona esperienza di A, una buona stampa a favore e risultati accettabili (se poi andiamo a vedere lo storico delle sue squadre qualche dubbio potrebbe pure venire).
LE COSE NON SONO ANDATE COME PROGETTATO. Giampaolo evidentemente si è scontrato con il "sistema" societario (e questo è ammissibile: non ci si può sposare con una, solo perchè sa...... cucinare), perchè altrimenti non si spiega il licenziamento: i punti c'erano quasi tutti (per l'obiettivo salvezza), la squadra aveva una sua impostazione (e nelle prime giornate, con l'organico al completo, non era male), ed aveva margini di miglioramento con il recupero degli infortunati e con gli acquisti invernali.
L'ERRORE grave (la scommessa non riuscita, un altro tentativo alla Zenga) è stata la scelta di Simeone, al quale evidentemente manca il campionato italiano "dalla panchina". Sta facendo il massimo che sa fare, ci sta mettendo tutta la sua esperienza di "grandissimo" giocatore. Ma si vede da lontano che come allenatore, in un campionato zeppo di "marpioni" della panchina, come quello italiano, DEVE ANCORA IMPARARE MOLTO.
Perchè il Catania deve fare da "nave scuola" per allenatori giovani o inesperienti?
La vicenda di Marino è ben diversa. E' partita all'inizio del "progetto" sportivo del Catania. Veniva da ottimi campionati in C e in B (Arezzo), E' CAPACE di dare un'impronta tattica e di gioco alla squadra ben precisa (lo ha riconosciuto Colomba l'altro giorno pubblicamente), il suo Catania in serie A era una squadra con una fisionomia precisa, sicura di sè e del proprio gioco, in grado di prendere 7 goal e la domenica successiva di vincere come se, psicologicamente, nulla fosse successo.
Lo ha confermato ad Udine dove ha raggiunto la qualificazione UEFA ed è andato a "pestare", sul piano del gioco, in Germania il Warder Brema. L'annata successiva hanno pagato la vendita dei giocatori, l'inesperienza dei giovani: ma lo hanno dovuto richiamare per la salvezza. Quest'anno a Parma evidentemente la squadra non lo ha seguito: ma la sconfitta con il Bari (quella dell'esonero) è una di quelle che gridano vendetta (avranno creato 15 palle goal in quella partita). E un "marpione" come Colomba sta lavorando sull'impostazione di Marino.
In conclusione, a parer mio, l'anno prossimo, toccando ferro, si deve ripartire dalla scelta di un buon tecnico evitando gli eccessi alla Atzori (ottima persona, conosciuta umanamente, ma senza esperienza) o alla Giampaolo (buona esperienza e "fama", ma incompatibile con il "sistema" societario) o la scommessa al buio (Simeone).
Ci serve un allenatore che abbia una "storia", che si sappia cosa sa fare e soprattutto "chi" è. Che sappia lavorare con i giovani (per valorizzare le potenzialità che potranno uscire dalle attività del Centro Sportivo), che sappia capire e mettere a frutto il talento. E se si guarda bene gente così in giro se ne trova.
E, per quanto possibile, non bisogna cedere alla tentazione di smantellare totalmente il gruppo giocatori che, sempre tenendo la mano sul "ferro", sta riuscendo a raggiungere il risultato minimo senza, sostanzialmente, guida tecnica.