Caro Sergio,
come sai anche io ho stima di te.
Con il mio sito, che non è purtroppo riuscito a creare una comunità ma rappresenta solo un posto dove chiunque può, se vuole postare un articolo, purché rispettoso delle comuni norme di civiltà (ho ospitato Marco, Templare, ultras del Licata, del Siracusa, il buon Biagio, nostro collega di forum messinese), ho sempre provato a portare un po' di ragionevolezza nel mondo rossazzurro e non solo. Ma non potrei, per motivi di tempo, tenere in piedi un muro o un forum moderato, per questo ho una mia teoria sulla parziale metamorfosi di ".com".
Probabilmente quando CalcioCatania.com era un capolavoro di comunicazione, tanto Orazio quanto Luca avevano il tempo di moderare il muro nel modo migliore. Oggi i flames, per quello che ho potuto notare nelle mie saltuarie visite, sono parecchi, da entrambe le sponde. Un po' perché penso vogliano evitare di reprimere anche le forme più estreme di libertà (che sconfinano nell'anarchie e hanno fruttato loro qualche querela indotta da certi turpiloqui, per cui la scelta è rispettabile visto che ne pagano le conseguenze), un po' perché hanno un lavoro e una famiglia cui stare dietro, come noi.
Io ci credo che si possa riuscire a divulgare una cultura sportiva adeguata, anche perché nello spicchio di curva che frequento non ho mai trovato degli scalmanati, esagitati o fratricidi, anche se so che ovviamente ci sono.
Tornando alla questione delle dichiarazioni, parto dalla costatazione che, dopo Caserta, e ancor più dopo Zenga, la domanda precisa del tipo "andresti a Palermo?" compare sistematicamente. Criscitello, di Sport Italia, la fa puntualmente: l'ha fatta a Stovini, a Lo Monaco, persino ad Atzori, che sappiamo a Palermo ha giocato. Quando lo hanno chiesto a Sinisa, la domanda era dettata dal parallelo con Zenga.
Credo che gente come Stovini, che a Catania ha fatto tre anni in trincea, come Biagianti che al Catania deve tutto, e come Caserta, che se non era per noi stava ancora in C2, come Martìnez, possono considerarsi catanesi di adozione. Anche con Sinisa, i 6 mesi che ci hanno portato ad una vera e propria impresa, condita da successi che non si registravano da oltre 40 anni, il legame è stato forte. Stiamo parlando di gente che è già ricca e che lo può diventare di più andando a Palermo subito o aspettando un altro anno di alto livello e scegliere altre squadre di levatura pari o superiore. Dunque io credo che questo tipo di persone, pur essendo professionisti, se davvero si sono trovati bene a Catania (al punto da piangere al saluto finale), se hanno davvero trovato un feeling con i tifosi, hanno vissuto la straordinaria atmosfera dei derby, non dovrebbero cambiare maglia per passare ai rivali. Soprattutto perché per loro non cambia nulla andare da qualche altra parte. Poi se uno glielo chiede, a meno che non siano totalmente masochisti, è evidente che non possono che glissare o dire quello che hanno detto. Non ci trovo alcuna differenza con Miccoli. Per esempio pure Brienza ha detto che non si vedeva in rossazzurro dopo tanti anni a Palermo, ma io non mi sono offeso e non ho tratto al tua conclusione. Certo, Capuano o Terlizzi o Andujar farebbero ridere a dire cose del genere. Zenga, che ha fatto solo un anno "normale", è un discorso diverso, l'unica cosa che può dare fastidio è la tempistica e il fatto che si era capito che aveva dei problemi logistici a stare in Sicilia evidentemente non era così).
Attenzione: dico che non ci dovrebbero essere certi cambi di maglia di maglia perché l'identificazione e la contrapposizione delle maglie, il senso di appartenenza, sono parte del gioco. Ci sono stati poi tntissimi casi illustri di passaggi da rosanero al rossazzurro, persino i grandi della nostra storia come Carmelo Di Bella,Alvaro Biagini, Micheloni, Santamaria, per limitarci agli anni 50-70, e tanti altri.
Il discorso del lavaggio del cervello per gente grande e vaccinata, non sta in piedi. I tesserati rossazzurri non sono soliti convocare conferenze stampa per dire "non andrò mai la Palermo", e non credo sia meno grave, anzi è molto pericoloso, fare dichiarazioni come quelle di Rinaudo, Tedesco, ma anche Lo Monaco e Pulvirenti (il primo disse di avere odiato i palermitani in occasione dell'utlima sconfitat nel derby, il secondo accusò i rosanero degli incidenti del 2 febbraio, prima che sisapesse cosa era successo) e anche Zamparini qualche parolina sbagliata sulle qualità del Catania e dei suoi dirigenti l'ha detta, ma purtroppo questa gente, che non sempre sa gestire la propri lingua, in qualche modo rappresenta le nostre città, e quindi tendiamo a risponderne.
Se tu da queste come riesci a trarre delle conclusioni su un intero popolo, avrai un campione molto ampio, io non me la sento di farlo, anche se spesso i luoghi comuni hanno un fondamento.
Io la superiorità in termini di mentalità sportiva dei rosanero (intesa come massa, naturalmente non parlo di te o altri) proprio non riesco a vederla. Ricordo che dagli anni '80 la violenza becera è stata corollario costante dei derby, e non sempre per colpa catanese. Nel 2001, solo per fare un esempio, oltre ai "simpatici" gavettoni di pipì volarono sanitari dal secondo al primo anello del Barbera (e non c i vuole una laure in fisica per capire che un pezzo di ceramica cadendo da quell'altezza può ammazzare una persona). Per di più quando i catanesi cercarono di allontanarsi furono caricati dalla polizia, che a Palermo è uun po' tifosa, contrariamente a Catania. Certo quella volta la colpa fu del prefetto o del questore oche non seppe trovarci sistemazione migliore.
Quello che vogio dire è che c'è molta strada da fare, quindi meglio lasciarle correre certe cose, piuttosto che caricarle, e farebbero bene i media a evitare domande cretine dalla risposta scontata.