Partiamo da un presupposto: Atzori ha fatto male, Mihajlovic ha fatto bene. Semplice.
Ma analizziamo alcuni dettagli.
La squadra guidata da Atzori giocava dignitosamente, non era un calcio "spumeggiante", talvolta era impostato sul contenimento, sul baricentro arretrato, anche per sfruttare le caratteristiche dei giocatori che aveva a disposizione. L’attacco era composto da calciatori devastanti sulle ripartenze, da qui, forse, l’impostazione di base, rivelatasi molto contestata. Ma sarebbe elementare ridurre a questo le sue idee tattiche. Limitiamoci ai dettagli a noi facilmente visibili: Atzori ha dovuto fare a meno di Martinez in molte occasioni, l’unico giocatore – in quel periodo – concreto sotto porta. Inoltre, costantemente doveva ridisegnare la squadra, a causa di infortunii, nonché a causa della mancanza di una prima punta in alternativa a Morimoto, che non riusciva a fare gol; e non è cosa da poco. Quindi, non era calcio spettacolo, figurarsi!, ma non era il calcio disastroso rappresentato da 9 punti in 15 partite. E se anche fosse stato un football "frizzante", non sarebbe valso a nulla, perché, in sintesi, gioca bene chi vince, chi fa punti, chi fa risultato. Zenga ha fatto bene, Atzori no, perché l’uno ha ottenuto risultati, l’altro no. Certo, Bizzarri ha salvato alcune partite cruciali, Paolucci faceva gol con l’unica occasione disponibile, ma la regola che stabilisce chi fa bene e chi fa male è solo quella basata sul risultato. Punto. Ma il Catania di Zenga giocava un buon football? Suvvia! Ecco perché alcuni di noi non prendono le distanze dal lavoro di Atzori, perché la squadra aveva delle occasioni, ma le occasioni venivano sprecate, pertanto, perdevamo ma con prestazioni decenti.
Giacché a noi piace parlare del Calcio Catania, ricordiamoci assieme alcuni momenti cruciali.
Prima di campionato, alcuni sono fiduciosi, molti altri sono scettici, perché il tecnico è giovane e inesperto, dicono. Orbene, a tempo scaduto un pareggio diventa sconfitta, per il gol di Gastaldello: per la Samp inizia una stagione da incorniciare, per il Catania si passa dallo scetticismo a una sfiducia sempre più diffusa. Dallo scetticismo di luglio alla sfiducia di settembre. Poi le cose vanno male e di male in peggio.
Altro momento cruciale: Catania- Roma. Battere la Roma, significa battere una grande squadra (si aggiudicherà il 2° posto mettendo in difficoltà l’Inter, nettamente più forte di chiunque, in Italia), forse potrebbe essere una svolta . Avevamo quasi vinto, sbagliando diverse occasioni per chiudere la partita; e se la Roma ha pareggiato è stato solo per un errore marchiano della terna arbitrale. Ecco, altra beffa, tutti (o quasi) contro l'allenatore.
Fortuna e sfortuna non esistono; semplicemente, non andava. E quando una cosa non va, non va. In più, aggiungiamo gli errori nella lettura delle partite, aggiungiamo tutto ciò che ha ammesso per autocritica; e poi, una preparazione che ci lascia perplessi (negli ultimi 25' perdevamo le partite e i giocatori accusavano un calo psicofisico, lo dicono i risultati), mancanza di alternative in panchina (deficit dovuto agli infortunii) e, soprattutto, leggiamo il tabellone: 9 punti in 15 partite. Male.
Ma la squadra giocava dignitosamemente, tant’è che lo staff dei suoi successori - vincenti, determinanti, di certo anche più abili - ha trovato solide basi su cui cominciare/continuare il lavoro.
Ad Atzori bisogna riconoscere che ha subìto anche delle ingiuste critiche su Ledesma. Nemmeno Mihajlovic lo ha imposto titolare. E tutti noi abbiamo grandi aspettative sul talento di Ledesma. Ad Atzori bisogna riconoscere che ha insistito su Llama, che ha stupito tutti; e ha riproposto titolare Alvarez che di lì a poco avrebbe fatto un campionato strepitoso.
Il mio ennesimo “in bocca al lupo” a mister Atzori. A Catania non è andata bene, anche per demerito suo (dettaglio decisivo), ma stramerita di riscattarsi.