Mi dispiace molto che si stia parlando poco seriamente di una cosa che per noi acesi è invece molto seria.
Dico da subito che gran parte della colpa è dell'amico Testa Dura, che con le sue esagerazioni e l'astiosa contrapposzione a Catania tende a offrire il fianco a critiche e a lazzi (ad esempio, che c.. c'entrano i paternesi?).
E' però anche evidente che si usa anche a sproposito l'ironia quando si hanno pochi argomenti da portare, e certo il sarcasmo ricevuto non aiuta a rappacificarsi.
Io sono chiaramente contro il progetto per motivi abbastanza simili a quelli che ha enunciato molto efficacemente Testa Dura, che d'altronde sono gli stessi dichiarati dai sindaci di Acireale e Acicastello oltre che dalle associazioni locali (Nuova Galatea, ecc).
In sostanza, sono d'accordo:
1) sul fatto che non è una battaglia della sola Acireale (che finirà comunque per sganciarsi, se già non è avvenuto, vista la compattezza della cittadinanza e dei politici contro il progetto) ma è una battaglia di tutto il comprensorio, che deve restare unito per dare luogo al libero consorzio di comuni;
2) che Acireale annegata nell'area metropolitana finirebbe per dover abbandonare ogni favorevole prospettiva futura;
3) che la classe politica locale ha le sue colpe e non si è mossa efficacemente per prevenire il problema. Già quando si parlava di aree metropolitane bisognava restare fuori precauzionalmente, invece nessuno si è mosso;
4) che il progetto è stato evidentemente mal pensato o forse per nulla pensato, che i paragoni con Parigi o Bruxelles fanno ridere e che la mossa di mettere dentro Acireale ha probabilmente sp... ttanato l'intero progetto;
5) che le lobby favorevoli al progetto hanno pesato troppo sul varo, mentre troppo poco o nulla sono contati i pareri contrari dei cittadini, (più che dei politici, sospettabili di tenere soprattutto al cadreghino) .
Aggiungo che, come ho letto da qualche parte, visti i precedenti di Crocetta Acireale non ha niente da temere perché Crocetta annuncia annuncia ma di concreto non fa mai nulla o cambia idea per strada.
Non sono invece d'accordo, come sempre
1) sulla solita feroce contrapposizione con Catania (chi ha detto che costituito il libero consorzio della costa ionica non possa mettersi d'accordo, su un piano di parità, con la città metropolitana per rapporti di costruttiva collaborazione?) e tanto meno sui suoi presupposti etnico-culturali, che citi a mio parere molto discutibili. In ogni caso, perché eccitare gli animi? Ade esempio, se Catania si proponessenel futuro come città europea della cultura e la sua candidatura passasse, molte iniziative potrebbero passare per Acireale, perché no?
2) sulla demonizzazione di tutto ciò che è catanese; io sono del parere che qualcosa c'è sempre da imparare da chiunque e noi mi sa che ne abbiamo davvero tanto bisogno, visto il recente declino della città, che solo in parte si deve (ma un po' si) alla presenza soffocante di Catania;
3) sulla preferenza agli indigeni rispetto agli immigrati, che mi sembra davvero un discorso un po' leghista, come ha detto Marco Tullio che probabilmente di leghisti se ne intende visto che sta al nord. Bisogna convincere i catanesi che sono andati ad abitare, che ne so, a Aci S. Antonio, che è nel loro interesse valorizzare le autonomie locali e non sopprimerle con un tratto di penna. Se non si convincono o se restano sentimentalmente attaccati a Catania, pazienza, è loro diritto e bisogna farci i conti. Un referendum è l'unica soluzione possibile, accettando il connesso rischio che qualche comune più legato a Catania, o con tanta immigrazione, ci stia.
Ora, se vogliamo afforntare seriamente questi argomenti, che sono seri, continuiamo, sennò e meglio tornare a parlare di calcio (sigh) e mi dispiace di essere stato io a suscitare l'argomento.