ma questo amico suo contadino non e' che per caso conosce pure una donna delle pulizie?"
Altro che donne delle pulizie, sicuramente uno del suo lignaggio non ha solo ville da accudire ma interi feudi. Credo ci sia una corte intera ai suoi servizi con tanto staffieri, lacchè e servi in livrea con pantaloncini a polpaccio, calze bianche, scarpe con fibbia e l’abito gallonato con lo stemma e i colori di casa Zamparini.
Un uomo che è sempre stato votato a fare del bene anche verso la sua servitù. Ho trovato scritta la sua storia nel web e si narra che una volta accolse nel suo palazzo, e lo mise ai suoi servizi personali, un povero orfanello venuto sù dalla Sicilia con fratelli e sorelle piccoli da sfamare, una ragazzo minuto ma con gli occhi vispi e molto sveglio. Un ragazzo molto torso e ignorante che aveva anche difficoltà a esprimersi in italiano ma però furbo e attento. Zamparini per farsi capire gli dava ordini in dialetto siciliano (fu da qui che in Zamparini nacque l’idillio con la Sicilia), un linguaggio che il buon Zampa fece in fretta ad imparare.
E così gli comandava: “Nino, va pigghiami i tappini”. E Nino correva subito, a prendere le pantofole del suo padrone. Lo aiutava anche a togliersi i calzini tanto era preso da un impeto di genuina sottomissione verso il suo signore che paternamente gli dava di che sostenersi. A sera, quando si coricava gli rimboccava le coperte quand’era pieno inverno o gli soffiava con le palme nelle serate d’afa, sino a quando s’addormentasse.
Un giorno gli disse: “Nino, va inchi l’acqua a funtana”. Fu l’inizio del declino, il povero orfanello siciliano prese i bidoni, li caricò nello strascinu, un tipo di calesse che Zampa fece arrivare apposta dalla Sicilia per lui (c’è anche una foto con Nino seduto di spalla),
http://img213.imageshack.us/img213/3610/bwlostrascinuzr9.jpgandò alla fontana, caricò l’acqua e al suo ritorno, dimentico di pulirsi gli stivaloni, sporcò i pavimenti e i tappeti della villa. Zamparini s’infuriò assai per questa sua leggerezza e lo relegò a guardiano della dispensa. Qui il povero orfanello, manco a dirsi, si trovò più a suo agio che nelle vesti di servo personale del suo padrone. Infatti in dispensa poteva arraffare di tutto. Scatolette di carne, tonno sott’olio, pasta, formaggini, salumi di varie qualità, bottiglie d’olio, vini, il povero orfanello dimenticatosi troppo in fretta di chi fino allora lo aveva sfamato, sottraeva tutto quanto gli capitasse sottomano. Le provviste scarseggiarono e la dispensa si svuotava a vista d’occhio. Zamparini fu avvisato dell’ammanco, fece una piccola indagine tra la sua servitù e non tardò a capire come andassero le cose. Licenziò su due piedi il servo ingrato che comunque non si perse d’animo. La storia narra infatti che il povero orfanello se ne tornò in Sicilia e armò una bancarella (a 3 ruote) dove mise in vendita tutte quelle scatolette e quelle provviste che aveva sottratto al suo padrone in Friuli e che aveva accuratamente conservato in attesa di tempi di magra. Gli affari gli andarono benino, dalla bancarella passò alla lapa, oggi conservata in pessimo stato in un angolo di Fontanarossa (vedi foto)
http://img167.imageshack.us/img167/2400/lapinodininuzzuef4.th.jpge si mise a girare i mercati rionali tipo
fera o luni e affini e i sui affari andarono a gonfie vele, al punto che il povero orfanello siciliano (oggi divenuto un grande manager), aprì il suo primo supermercato e l’ascesa verso il successo imprenditoriale fu poi inarrestabile.
Oggi, ispirandosi principalmente alla figura di gli diede i primi mezzi per emergere, fa anch'egli il presidente di una squadra di calcio.