Autore Topic: Codice etico, opinioni?  (Letto 2036 volte)

Offline bua

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Codice etico, opinioni?
« il: 25 Febbraio 2008, 10:31:43 am »
La Politoskaia diceva che un giornalista non deve avere la tessera di un partito altrimenti diventa un portavoce. Giuseppe Fava sosteneva che il giornalista ha la responsabilità di denunciare ogni forma di criminalità, altrimenti si fa carico anche di vite umane.

Si tratta di due citazioni irriverenti se accostante a quello che di fatto siamo noi bloggisti e gestori di siti amatoriali, cioè giornalisti senza tesserino. Ciò non di meno, la penna è sempre e comunque un'arma potente, che mette chi scrive in una posizione di netto vantaggio rispetto a chi è oggetto di una disquisizione, per questo penso che bisogna sempre essere consapevoli di questa responsabilità: una frase scritta in un blog può diventare notizia autoreferenziata e se si tratta per esempio di una critica diretta a una persona, per esempio, su quella persona può calare un ombra. Dunque anche quando si ha a che fare con dei personaggi non proprio senza macchia, bisogna saper usare quell'arma con la dovuta correttezza, distinguendo chiaramente i fatti dalle opinioni, senza distorsioni. Esistono degli strumenti nati mantenere sempre viva in chi scrive la consapevolezza di questa responsabilità, fra questi il cosiddetto "codice etico". Lo stesso vale per chi racconta le vicende dello sport.

Già da un po' la Pallavolo Catania ne ha proposto uno, adattandolo al contesto sportivo: una sorta di patto fra dirigenti, giocatori, collaboratori e tifosi della squadra, al fine di garantire il rispetto delle regole del vivere civile in ogni singolo aspetto dell'attività della società. Un codice che si si ispira a principi di lealtà, correttezza, trasparenza, sportività, imparzialità, educazione, moralità, impegno, onestà, solidarietà.

Poichè nella precedente versione del mio sito avevo schematizzato la "mission" facendo riferimento al decalogo del Fair Play, ho pensato di aderire, adattando la proposta della Pallavolo CT al mio caso. Anche se giustamente lo stesso Fabio Pagliara (AD della Pallavolo CT)  ha sottolineato che il rispetto di certe regole non può essere imposto dall'alto, ritengo che possa essere un modo per informare i nostri (pochi) lettori che non ci uniformiamo al coro del giornalismo superficiale se non fazioso che tutti critichiamo.

L'interpretazione che dò del codice etico si concretizza nel seguire le vicende del Calcio Catania considerando gli arbitri come variabili del gioco, senza mai soffermarsi troppo sui loro errori, considerando questi ultimi alla stregua di un episodio più o meno fortunato che può avvenire durante una partita, come un pallone che finisce sul palo o un rimpallo fortunoso. Nel bandire qualunque attacco personale a questo o quel personaggio e improntando ogni intervento al rispetto per l'avversario, a prescindere da qualunque rivalità che sarà sempre interpretata in senso goliardico e spiritoso. Infine nell'accettare il verdetto del campo, per quanto amaro possa essere o ingiusto possa apparire, nella consapevolezza che lo sport da sempre occasioni di rivincita, senza dare spazio alcuno a iniziative volte a ottenere risultati fuori dal campo perché una vittoria ottenuta fuori dalle regole del gioco non ha alcun valore. Tutte cose che per la verità mi vengono già adesso abbastanza naturali.

Ho chiesto l'adesione di tutti i componenti della minuscola redazione del mio sito, Gaspare ha sollevato qualche perplessità. Vorrei sapere cosa ne pensano i vari forumisti, soprattutto quelli che hanno contribuito e (spero) contribuiranno alla spravvivenza del mio sito con i loro articoli (e.g. lo stesso Gaspare e Marco69), ma anche tutti gli altri.

Si può raccontare il Ccalcio professionistico come se fosse davvero ancora sport, anche se ormai è soffocato da tempo da scandali e interessi economici che hanno relegato lo spettacolo in secondo piano? E'  questo un approcio che può essere utile a divulgare una mentalità autenticamente sportiva?
Io penso di si.

Scusate per la lunghezza del post. A voi la parola.

Offline Templare

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Re: Codice etico, opinioni?
« Risposta #1 il: 25 Febbraio 2008, 05:31:35 pm »
Citazione
considerando gli arbitri come variabili del gioco, senza mai soffermarsi troppo sui loro errori, considerando questi ultimi alla stregua di un episodio più o meno fortunato che può avvenire durante una partita, come un pallone che finisce sul palo o un rimpallo fortunoso. Nel bandire qualunque attacco personale a questo o quel personaggio e improntando ogni intervento al rispetto per l'avversario, a prescindere da qualunque rivalità che sarà sempre interpretata in senso goliardico e spiritoso. Infine nell'accettare il verdetto del campo, per quanto amaro possa essere o ingiusto possa apparire, nella consapevolezza che lo sport da sempre occasioni di rivincita, senza dare spazio alcuno a iniziative volte a ottenere risultati fuori dal campo perché una vittoria ottenuta fuori dalle regole del gioco non ha alcun valore. Tutte cose che per la verità mi vengono già adesso abbastanza naturali.


Vedo che hai deciso di fare il marziano in mezzo alla maggioranza di terrestri...

Cosa ne penso? Penso che affrontato su larga scala, e per larga scala intendo platee vaste e mezzi di informazioni globali, l'idea non abbia la minima possibilità di successo perchè si scontra con l'abbondante richiesta di immondizia di cui la massa si fa portavoce. E la massa vuole il sangue, vuole sentirsi chiedere scusa per l'arbitro che ha assegnato oggi un rigore inesistente contro la squadra del cuore, salvo poi compiacersi domani di avere fregato la partita a qualcuno grazie ad un rigore altrettanto inesistente avuto a favore.

Il gregge é stupido e arrivista allo stesso tempo, Bua. Si nutre di Biscardi e soci, non vede l'ora di potere gridare al complotto e su questo i mezzi di comunicazione ci campano o meglio si arricchiscono. Un codice etico si scontrerebbe con il crollo dello share. Impossibile.

Per quanto riguarda i progetti in piccolo, quelli fatti di passione come la tua amatoriale mini testata giornalistica, la cosa é più fattibile, anche perchè alla fine fine il pastore sei tu e al limite puoi sceglierti le pecore che preferisci. Della serie: chi mi ama mi segua.

Ti faccio il mio personale in bocca al lupo.

Esistono tre modi di approcciare l'antifascismo. Il primo è accettarne il disagio che emana e compatirlo. Il secondo è prenderlo inesorabilmente per il culo. Il terzo modo é quello cosiddetto "geometrico", perché prevede l'utilizzo della squadra.

Offline marco-69

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Re: Codice etico, opinioni?
« Risposta #2 il: 25 Febbraio 2008, 09:33:47 pm »
Bua, il codice etico che propone e' bellissimo. Ma lo possono praticare in pochi.
Ammettere la sconfitta e il verdetto del campo? Sarebbe ammettere che qualcuno sia migliore di te. Se fosse solo sport, non ci sarebbero problemi. Ma non e' solo sport.
Dietro il calcio ci sono valanghe di denaro. E questo denaro va ai vincitori.

Vae victis, diceva Brenno: guai ai vinti.

Gli arbitri sbagliano, vero. Come i calciatori. Ma sono una preziosa valvola di scarico.
Consentono di coprire sbagli, sciocchezze, errori di valutazione e progetto.
Gli arbitri sono stati il parafulmine di Sua Amarezza e di un bollito come Trapattoni.
Lo ammetto con vergogna, sono stati anche il mio parafulmine nel non volere accettare
la mediocrita' della mia squadra. E il Moggismo li ha resi fragili e insicuri.

Resto dell'opinione che i problemi arbitrali sono al 90% invenzioni di un arnese infernale denominato moviola. Una volta era utilizzata con parsimonia e per evidenziare errori marchiani. Ma mai ho sentito Carlo Sassi parlare di complotto. Adesso e' tutta una balla mediatica, un sistema per delobotomizzati che passerebbero ore a sezionare una frazione di secondo pretendendo che un Cristo capisca in un millesimo di secondo  la stessa cosa che loro spesso non riescono a dipanare con una macchina e in mezz'ora.

Mi chiedi di aderire a un codice etico che larga parte del mondo sportivo non solo disconosce, ma disprezza. Io sto con te. Sto con quelli che vorrebbero magari meno calcio in Tv. Ma quel poco fosse di tutti e per tutti.

Ad Maiora

Offline bua

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Re: Codice etico, opinioni?
« Risposta #3 il: 25 Febbraio 2008, 10:57:26 pm »
Bua, il codice etico che propone e' bellissimo. Ma lo possono praticare in pochi.
Ammettere la sconfitta e il verdetto del campo? Sarebbe ammettere che qualcuno sia migliore di te. Se fosse solo sport, non ci sarebbero problemi. Ma non e' solo sport.
Dietro il calcio ci sono valanghe di denaro. E questo denaro va ai vincitori.

Vae victis, diceva Brenno: guai ai vinti.

Gli arbitri sbagliano, vero. Come i calciatori. Ma sono una preziosa valvola di scarico.
Consentono di coprire sbagli, sciocchezze, errori di valutazione e progetto.
Gli arbitri sono stati il parafulmine di Sua Amarezza e di un bollito come Trapattoni.
Lo ammetto con vergogna, sono stati anche il mio parafulmine nel non volere accettare
la mediocrita' della mia squadra. E il Moggismo li ha resi fragili e insicuri.

Resto dell'opinione che i problemi arbitrali sono al 90% invenzioni di un arnese infernale denominato moviola. Una volta era utilizzata con parsimonia e per evidenziare errori marchiani. Ma mai ho sentito Carlo Sassi parlare di complotto. Adesso e' tutta una balla mediatica, un sistema per delobotomizzati che passerebbero ore a sezionare una frazione di secondo pretendendo che un Cristo capisca in un millesimo di secondo  la stessa cosa che loro spesso non riescono a dipanare con una macchina e in mezz'ora.

Mi chiedi di aderire a un codice etico che larga parte del mondo sportivo non solo disconosce, ma disprezza. Io sto con te. Sto con quelli che vorrebbero magari meno calcio in Tv. Ma quel poco fosse di tutti e per tutti.

Ad Maiora

Bene Marco, mi fa piacere che la pensi così. Che non ci sia codice etico fra i gironalisti veri, ma perché non dare un esempio e dimostrare che non c'è bisogno di tesserini per fare questo lavoro?
Spero che DR possa pubblicare presto altri tuoi contributi.
Ciao!