E sai pure che Guidolin è il miglior allenatore anti-Catania!
E non lo sa soltanto lui ma l’intera piazza etnea. Strano ma ho l’impressione che per alcuni nostri amici rossazzurri il cambio nella panchina rosanero non ci voleva proprio. Intanto, caro Fuoddi, va fatto un plauso grosso quanto una casa a tuo cugino Malato. Non è da tutti mostrare tanta disinvoltura, tanta serenità e tanto spirito (di patata, sano e genuino babbio di chiaro stampo siculo) malgrado la consapevolezza che il ciclone rosanero capitanato da mister faccia triste Guidolin sta per abbattersi sulla sua rabberciatizia squadretta in maglie rossazzurre. Ma a parte l’allegria e la disinvoltura ostentata da tuo cugino, degne di sottolineature sono la presenza di Santuzzo Pesaro con i suoi commenti che ostentano una prudenza proverbiale, il self control da vero lord inglese espresso da Bua, qualche timida apparizione da Appavito (neri presagi? Amunì, ancora un c’è nienti!
) con qualche battuta sparsa qua e là ma nulla che possa fare intravedere qualche sbilanciamento in avanti. Mi preoccupa semmai l’assenza di Gaspare, lui che questa gara l’aspetta da una vita, che ha tutte le cassette registrate dei derby (sai che martirio per lui rivedere le ultime alla Favorita
) e che non vedeva l’ora che arrivasse questa settimana. A quanto pare, la notizia dell’avvicendamento nella panchina rosanero è stata per lui una mazzata inaspettata quanto insostenibile. C’è poco da fare, non ci voleva proprio il ritorno del profeta del 5
. Già me li immagino oggi a Gaspare, intento in tutti i più ipotizzabili scongiuri di rito. Sale a tempesta per tutta la casa, trizze d’aglio ad incorniciare ogni poster dei rossazzurri sparsi per tutto l’appartamento. Lumini e ceri accessi dinanzi al mezzo busto bronzeo di Lo Monaco posto proprio all’ingresso subito dopo varcato l’uscio (non fate caso a quel battente in ferro fisso dietro la porta, è la faccia di Stovini
). Per non parlare della statua marmorea di Ninuzzo a misura d’uomo a mo di Padre Pio che egli ostenta nel suo giardino di casa, a protezione di un aiuola a forma d’elefante. Povero presidente, tutto cosparso di peperoncino ed erba di finocchietto, oggi adorno anche di ferri da cavallo ed altri talismani di varia natura a scongiuro dell’immane sciagura che già si ravvisa all’orizzonte. Il figlio di Gaspare che assicuta suo padre per tutta la casa chiedendogli: papà, m’avevi a priparari u presepe, comu finiu? Chi su sti cosi chi sta facennu? E lui a ribbatergli: lassimi iri figghiu miu, per ora nun c’è vessu. I cosi vannu mali
Amunì Gaspare, è inutile che ti prodighi in queste fissarii, nulla potrai fare per arrestare l’uragano rosanero che sta per abbattersi dalle tue parti. Fortunatamente per te di Palermo ce n’è uno solo e lo incontrerete due volte l’anno; che vuoi che sia!