Casorezzo (MI), 20 Novembre 2006
Caro Gaspare,
che cosa aggiungere a quanto scritto da te e gli altri? Anzitutto, che sono rammaricato di non essere stato degli ottomila dell'Olimpico, ma purtroppo ovvero per fortuna ho una famigliola consistente con un bimbo di quasi quattro mesi e ho pensato che, tutto sommato, non sia arduo sperare in un Roma-Catania nel prossimo campionato, per cui ho preferito rimandare: certo mi sono risparmiato un mesto ritorno a casa, ma non sarebbe stato il primo. In secondo luogo, da buon Catanese, nonostante la residenza lombarda, sono facile a entusiasmi e depressioni: perdere con uno scarto tale fa male al morale più che alla sostanza; se non diviene un'abitudine, amen, purché già con il Parma si ritorni all'antico. In terzo luogo, non so che cosa mi abbia spinto a rimanere attaccato alla televisione fino all'ultimo: avarizia, perché ho pagato € 79 per il pacchetto del Catania su La7? O forse, più semplicemente, non ero in grado di fare alcunché, stordito com'ero dallo spettacolo che si stava svolgendo dinanzi ai miei occhi? Infine, i Romanisti: non che mi aspettasi la compassione di non so quale dei fratelli Filippini di fresca memoria, ma non mi ha fatto bene vedere le riserve della Roma animate dal desiderio di cogliere un effimero momento di gloria a spese di un avversario incapace di qualsiasi reazione: spero, inoltre, che i Totti e i Perrotta mostrino un'eguale determinazione in maglia azzurra e non forniscano le solite prestazioni amorfe, soprattutto Pera Cotta, a cui siamo stati abituati ultimamente. Dimenticavo Marino: io sono marinista convinto, ma sarebbe stato il caso di operare qualche cambio subito dopo l'espulsione di Mascara. Forse non sarebbe successo niente di diverso, ma bisognava tentare lo stesso. A presto,
Marco Tullio