Cari Temply e pepPINK, siete davvero convinti che più spendi più vinci!?
Ho letto il link postato da Templare e la situazione è chiara, lampante. Si può fare il parallelo benissimo con l'extra calcio e ricordare la Parmalat, la Cirio e quante altre aziende che producono non più utili, ma debiti e sono sempre alla ricerca disperarta di capitale fresco, non per ripianare i debiti ma per dividere gli utili.
Il Milan, ad esempio, è strettamente legato a Mediaset che è piena di debiti, così come l'Inter a Pirelli/Telecom/Tronchetti Provera, tutte società segnalate sul sito del ministero delle finanze come società in forte sofferenza.
Una sorta di club esclusivo formato da questa nuova generazione di manager rampanti che a dispetto dei loro compensi d'oro, creano debiti su debiti, plusvalenze e finanze creative varie.
Io non so come siano i bilanci del Palermo, non so se Zamparini sia anche lui un teologo dell finanza creativa, ma probabilmente la società rosanero viene vista all'interno di questo club esclusivo...anzi, più che club esclusivo lo chiamerei nomenklatura sovietica visto il continuo ricorso agli aiuti di stato (altro che capitalismo liberista :lol: :lol: )... come una sorta di corpo estraneo da tenere fuori.
In tutto questo c'è da tener conto dell'intromissione della politica. Abbiamo visto come finisce ogni tentativo di moralizzare il calcio, abbiamo visto cosa ha prodotto invece calciopoli: la riesumazione del dinosauro Matarrese, che non contento di ribadire che il calcio è cosa nostra o sua (fa lo stesso :lol: ), adesso vuole mettere mano anche su quella buona legge sulla redistribuzione collettiva dei diritti tv, in modo che alla porcilaia non venga a mancare ghianda fresca.
Giammai la politica interviene per fare ciò per cui è preposta, il servizio alla collettività, essa interviene solo per spirito di conservazione di se e dei suoi "cari".
Se si volesse davvero riportare il calcio nella sua dimenzione meramente sportiva, gli scudetti e le promozioni si otterrebbero solo se si gioca bene, se si è operato con scrupolo e fortuna in sede di calcio mercato, che non vuol dire necessariamente spendere molto.
Se si volesse davvero fare calcio in questo Paese basterebbe abbolire le S.p.A. e le quotazioni in borsa, allontanare certi presunti manager e rinnovare le istituzioni in via Allegri....ma sempre se si vuole fare calcio in Italia, sia chiaro !
Ciao!