Casorezzo (MI), 15 Ottobre 2006
Cari forensi,
c’era un tempo trascorso, ma relativamente recente, in cui giocavamo in oscure località come Tricase, dove peraltro ci fu rifilato un 4-1: adesso finalmente è venuto il momento di prenderle a San Siro, la cosiddetta Scala del Calcio. Anzi, addirittura possiamo avanzare delle recriminazioni per un risultato che ci sta davvero stretto. Oggi ho vissuto la mia prima trasferta in casa. In settimana mi sono procurato tre biglietti grazie allo zelo e alla disponibilità di Aldo da Como, uno dei veterani del tifo rossazzurro in Lombardia. Sono riuscito a portarmi dietro ben due fratelli, perfino quello abbonato al Milan, seppure abbia storto un po’ il naso dinanzi alla prospettiva di assistere all’incontro dal settore degli ospiti: probabilmente avrebbe preferito guardarsi la partita da un posto che reputava più tranquillo. Siamo arrivati nei pressi dello stadio verso le due e abbiamo incontrato molti miei conoscenti degli Old Elephants, club organizzato di cui, da quest’anno, mi onoro di far parte anch’io a pieno titolo: potevano mancare i soliti Francesco da Rovigo, Danilo, Aldo da Correggio (RE)? Naturalmente c’erano anche il promotore del club, Santo da Pesaro, il presidente, Nico da Verona, e il webmaster Renato “Johnny Due dita” (o Tre dita?). Il primo anello blu era completamente colmo di tifosi catanesi, tanti ma veramente tanti: non ho sentito alcun botto e forse questa sarà l’unica domenica in cui la società del Catania non riceverà multe dacché è cominciato il campionato. Mio fratello milanista era in aria di derby e continuava a parlar male dell’Inter, il che mi infastidiva perché oggi l’Inter mi interessava solo in quanto era l’avversario del Catania, unica squadra che mi sta a cuore: odio la bigamia calcistica. Che dire della partita? Dopo il goal di Mascara, ho esultato come un pazzo, anche se ero ben consapevole che il risultato avrebbe potuto essere rovesciato, come purtroppo è avvenuto, ma mi sono detto che una sfida così bisogna godersela attimo per attimo. Il Catania ha disputato una gara eccellente: dopo il rigore parato da Pantanelli ho fatto un pensierino sul pari, ma il tiro sporco di Stankovich ha spezzato questo mio sogno. Dopo il fischio di chiusura (è scandaloso che siano stati concessi solo due minuti di recupero!) i miei fratelli si sono invano affrettati a guadagnare l’uscita, senonché gli ospiti sono dovuti rimanere dentro per mezz’ora. L'unica cosa che abbiamo ottenuto è di finire nella ressa, il che mi ha impedito di salutare come avrei voluto i miei compagni di club.
L'Inter non mi è parsa tutto questo granchè, intendo in vista dell'obiettivo scudetto, ma dietro di loro, almeno a giudicare dai risultati di questa giornata, c'è il vuoto. Per noi l'amarezza per il punto perso è mitigata dal pensiero che la squadra non ha soggezione di nessuno e tiene il campo con dignità. Peccato e ancora peccato. A presto,
Marco Tullio