Parita che mi ha confuso le idee, come la precedente, su quali siano i possibili scenari futuri per il Catania.
Risultato ad occhiali giusto, al cospetto di una squadra di categoria che però non è né il Benevento né il Picerno e che avrebbe dovuto essere affrontata con maggiore personalità.
Niente spazio per alibi come infortuni e arbitraggi perché si tratta delle variabili in assoluto più prevedibili del calcio e le squadre vincenti sanno gestirle.
Tutto andrebbe letto in base all'obiettivo stagionale, ma stavolta la società, che ha opportunamente messo da parte i proclami, non è stata chiara sulle proprie ambizioni: primo posto o playoff?
Mi sento di escludere la prima ipotesi che cozzerebbe con la politica di costruzione del reparto avanzato che non è stata coerente con quella che ha permesso di mettere in piedi gli altri reparti nel modo più consono.
Il problema è che la lunga permanenza in questa modesta categoria cozza pesantemente con i numeri che fa questa città in termini di spettatori (mera conseguenza della sua dimensione, non ci vedo meriti particolari), logora il nostro (presunto) blasone che già da anni non intimidisce né gli avversari né tanto meno i direttori di gara, e sta diventando davvero difficile da sopportare.
Spero di rivedere presto intanto la squadra con il sangue agli occhi delle prime tre giornate, dopo tutto sarà più facile, anche dimenticarsi del pessimo livello del campionato.