Autore Topic: La squadra che non c'era adesso c'è.  (Letto 5092 volte)

Offline Aldo

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #15 il: 25 Agosto 2023, 07:26:40 pm »
Buongiorno a tutti e ben trovati, in attesa di esprimere le mie considerazioni sulla rosa e le aspettative sul prossimo campionato che condividerò a campagna trasferimenti conclusa, esaudisco la richiesta di Giovanni, che saluto, sulla composizione della lista dei giocatori utilizzabili per le partite di campionato della prossima stagione.
 
Alla conclusione della campagna di trasferimenti estiva, che avverrà alle ore 20:00 del prossimo 1 settembre, le società, indipendentemente dal numero dei calciatori tesserati, nelle gare di campionato potranno, con qualche eccezione relativa al ruolo del portiere, utilizzare solo gli elementi presenti in una “lista di calciatori professionisti”, in un numero massimo di 24 unità, il cui status sia quello di CALCIATORE PROFESSIONISTA.

Le società potranno poi indicare un numero illimitato di calciatori professionisti nati successivamente al 1 gennaio 2001 cresciuti nel settore giovanile del club da poter utilizzare nelle gare di campionato senza che gli stessi vengano inseriti nella lista dei 24 giocatori. (questa regola è per noi inutilizzabile in questa stagione perché essendo una società nata da un anno nessuno dei ragazzi del vivaio può avere il tesseramento non inferiore alle due stagioni sportive, esclusa l’attuale, richiesto).

Qualora però nel corso della stagione sportiva 2023/24 una società sottoscriva un “primo contratto di calciatore professionista” con propri tesserati già “giovani di serie”, questi ultimi potranno essere utilizzati nelle gare di campionato senza che vengano inseriti nelle liste dei 24 giocatori.

Il tesseramento come "giovani di serie", quest'anno è possibile per i nati successivamente al 1 gennaio 2004.

Allo stato dei fatti l'unico giocatore, nell'orbita della prima squadra, che potrebbe rientrare in quest'ultima previsione sarebbe Maffei che è nato nel 2004. La dirimente è il modo come Maffei è stato tesserato dal Catania, se fosse stato tesserato come "giovane di serie" e gli sia stato o gli sarà fatto sottoscrivere il primo contratto da professionista, Maffei potrà essere utilizzato in campionato senza venir inserito nella lista dei 24, quindi sarebbe un giocatore in più, se invece fosse stato tesserato, sin dall'inizio, come giocatore professionista dovrà essere inserito nella lista dei 24 per poter essere utilizzato in campionato.

Al momento in cui scrivo, con l'arrivo di Lubickas il Catania dovrebbe avere, a seconda, come prima detto, del modo con cui è stato tesserato Maffei dai 24 ai 25 calciatori professionisti tesserati.

Ovviamente, preciso che i giocatori in esubero dalla lista non devono essere ceduti per forza e potranno essere utilizzate in tutte le partite diverse dal campionato. In Coppa Italia per esempio.

P.S. A completamento quanto scritto sulla posizione di Maffei, da fonte affidabile, mi è stato riferito che Maffei è stato tesserato sin dall'inizio come giocatore professionista. Vedremo al momento della presentazione della lista.
Melior de cinere surgo! ❤️💙❤️💙

Offline vasco

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #16 il: 25 Agosto 2023, 07:30:25 pm »

Sul piano tecnico non metto bocca, ma mi pare evidente che manchino alcune alternative e ribadisco che la strategia sembra da piano biennale e non da "il secondo posto sarebbe un fallimento".
.....................................
Faremo comunque un campionato di vertice, anche se penso che soffriremo nella prima parte di stagione.


Bua, io non riesco a vedere alcun piano biennale. Il Catania è una squadra che probabilmente verrà completata in questi giorni, formata da buonissimi giocatori di categoria o di categoria superiore con consolidata esperienza e, in qualche caso, nell'ultima parte della carriera. E' una squadra attrezzata per lottare subito per la promozione.

L'unico elemento che può far pensare ad una pianificazione biennale è Tabbiani: il suo credo calcistico "giochista" e d'attacco dovrebbe, secondo l'idea della dirigenza, diventare col tempo il "marchio" tecnico del Catania.
Ma davvero pensiamo che, in caso di risultati deludenti, Tabbiani possa avere vita lunga sulla panchina del Catania? Non dico alla fine del girone di andata ma, quand'anche la società avesse la forza di difenderlo, a fine campionato inevitabilmente avrebbe chiuso col Catania.

Solo chi non ha esperienza diretta (dei momenti difficili) di una piazza come quella di Catania può pensare che un allenatore possa essere riconfermato dopo un campionato in cui il Catania vivacchiasse a ridosso delle prime e non lottasse per la promozione. E, forse, qualcuno dell'attuale dirigenza di ciò non è consapevole.

Detto ciò, da tifoso mi auguro vivamente che Tabbiani sia il classico talento nascosto che non ha avuto fino ad ora l'opportunità di emergere e che sia capace di presentare una squadra che la domenica ci faccia divertire (naturalmente non c'è divertimento senza risultato...).

Offline bua

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #17 il: 25 Agosto 2023, 09:54:25 pm »

Sul piano tecnico non metto bocca, ma mi pare evidente che manchino alcune alternative e ribadisco che la strategia sembra da piano biennale e non da "il secondo posto sarebbe un fallimento".
.....................................
Faremo comunque un campionato di vertice, anche se penso che soffriremo nella prima parte di stagione.


Bua, io non riesco a vedere alcun piano biennale. Il Catania è una squadra che probabilmente verrà completata in questi giorni, formata da buonissimi giocatori di categoria o di categoria superiore con consolidata esperienza e, in qualche caso, nell'ultima parte della carriera. E' una squadra attrezzata per lottare subito per la promozione.

L'unico elemento che può far pensare ad una pianificazione biennale è Tabbiani: il suo credo calcistico "giochista" e d'attacco dovrebbe, secondo l'idea della dirigenza, diventare col tempo il "marchio" tecnico del Catania.
Ma davvero pensiamo che, in caso di risultati deludenti, Tabbiani possa avere vita lunga sulla panchina del Catania? Non dico alla fine del girone di andata ma, quand'anche la società avesse la forza di difenderlo, a fine campionato inevitabilmente avrebbe chiuso col Catania.

Solo chi non ha esperienza diretta (dei momenti difficili) di una piazza come quella di Catania può pensare che un allenatore possa essere riconfermato dopo un campionato in cui il Catania vivacchiasse a ridosso delle prime e non lottasse per la promozione. E, forse, qualcuno dell'attuale dirigenza di ciò non è consapevole.

Detto ciò, da tifoso mi auguro vivamente che Tabbiani sia il classico talento nascosto che non ha avuto fino ad ora l'opportunità di emergere e che sia capace di presentare una squadra che la domenica ci faccia divertire (naturalmente non c'è divertimento senza risultato...).

Tabbiani sicuramente è la più grande scomessa dai tempi di Atzori, così come cercare di vincere in C col bel gioco. Il fatto è che negli ultimi anni ci sono state squadre che hanno fatto partenze a razzo e hanno retto per tutta la stagione, quindi se vuoi salire non puoi regalare nessun vantaggio, tantopiù che hai un progetto tecnico nuovo, mentre gli altri hanno cominciato da prima avendo comunque un'ossatura su cui lavorare.
Ripeto, penso che alla lunga veremo fuori ma se davvero avessero considerato il secondo posto un fallimento avrebbero agito diversamente, prendendosi tutti i vantaggi.
C'è anche l'ipotesi ceh Grella sia stato colpito dalla ssindrome di onnipotenza e creda di poter conquistare la promozione diretta anche in questo modo, ma questo sarebbe davvero un brutto segno e non ci credo.
Marketing e comunicazione restano dei punti deboli del nostro club, deve essere un fatto di DNA...

Offline vasco

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #18 il: 07 Novembre 2023, 07:32:04 pm »
Riporto in alto questo post perché ritengo che siamo sempre all'interno di una ininterrotta storia iniziata 15 mesi fa che ha visto l'entusiasmante corsa del Catania di Ferraro, la rivoluzione di luglio e il fallimento del progetto con Tabbiani. E' una storia fino ad ora fatta soprattutto di vittorie e la crisi degli ultimi 2 mesi non può cancellare tutte le cose buone che ci sono state prima.
Sul piano societario il nuovo Catania, senza debiti, non ha avuto problemi ad iscriversi al campionato. Sul piano della gestione sportiva la società ha fatto la scelta di rinnovare gran parte della squadra e ciò è avvenuto ingaggiando buonissimi giocatori, dall'ottimo curriculum e in molti casi di categoria superiore. E poichè nel calcio si possono commettere errori, in questa storia del Catania, è stato fatto il primo, clamoroso errore: la scelta del tecnico.

Ora il Catania è ad un nodo cruciale di questa sua breve storia: la scelta del nuovo allenatore determinerà se il Catania proverà a disputare almeno le sfide per la promozione oppure se si dovrà accontentare di un tranquillo campionato in serie C. Questo dilemma dovrebbe preoccupare innanzitutto la proprietà, visto che un altro anno in C, al di là dei proclami sulla "sostenibilità" vorrebbe dire dover finanziare un'altra stagione in cui le spese saranno maggiori dei ricavi. Anche la figura del nuovo Direttore Sportivo comtribuirà a determinare l'esito di questo campionato. Se Laneri è stato "sollevato dall'incarico" perché i risultati sono stati deludenti e se questa responsabilità non riguarda la scelta dei giocatori, avvenuta - a detta degli stessi protagonisti - in accordo con la proprietà, allora il nuovo DS dovrà incidere su quegli aspetti della gestione sportiva sui quali si rimprovera a Laneri di essere stato deficitario.

Personalmente mi aspetto che scelgano un allenatore che sappia mettere bene la squadra in campo e che sappia motivare i giocatori. Entrambi i nomi che circolano in questo momento (Lucarelli e Maran) hanno queste caratteristiche. Non sappiamo se ci sono altri profili presi in considerazione, ma l'importante è valutare bene la figura dell'allenatore, la sua personalità, la sua storia, per non ripetere l'errore fatto con Tabbiani. Per il Direttore Sportivo il discorso è diverso: in questo caso dev'esserci oltre alla sintonia con la visione della società anche una spiccata capacità di lavorare in team (visto che il Catania ha una dirigenza "complessa" ). Chi non conosce i fatti interni alla società non può esprimere giudizi sui veri motivi dell'allontanamento di Laneri, ma è del tutto evidente che il nuovo Direttore Sportivo dovrebbe colmare le mancanze di Laneri.

Mi aspetto anche che da questo passaggio scaturisca un salto di qualità nella comunicazione, che dovrebbe diventare degna di un importante gruppo industriale qual è la proprietà del Catania. Chiudersi nel proprio fortino serve solo ad alimentare illazioni ed inutili ed infondate ipotesi. Spiegare quali sono gli obiettivi e chiarire i motivi delle scelte contribuiscono a rendere sereno un ambiente; anche se le critiche e le prese di posizione favorevoli e contrarie non mancheranno mai in quanto fanno parte del gioco; ma sarebbero prive di fantasiosi appigli.
 

Offline bua

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #19 il: 08 Novembre 2023, 10:12:55 am »
Giuste osservazioni Vasco.
Io sono al momento deluso da questa società.
Non tanto dei risultati, in quanto mi aspettavo difficoltà di tutti i tipi, ma più che altro perché mi aspettavo un innesto di modernità ed organizzazione che adesso è molto marginale e anzi ci sono dei segni di continuità con il passato che sono inquietanti. Prova ne è che il progetto tecnico è stato rinnegato in toto.
Anche la eventuale scelta del nuovo allenatore, che dovrebbe essere un ex, sembra dimostrare una pochezza di idee e una certa confusione e voglia di assecondare gli umori della piazza, tutte cose che una società forte non dovrebbe palesare.
Ma il segnale da monitorare, in assoluto, è quello emerso e passato inspiegabilmente sotto silenzio durante la famosa conferenza stampa di Grella, scusate se mi ripeto.
Si tratta del passaggio in cui ha detto che se il gruppo Pelligra non troverà il modo di investire sul territorio al di là del calcio, gli investimenti sul Club non potranno essere più a fondo perduto, ma si dovrà investire quello che si guadagna.
Mi pare chiaro che tutto ciò è un po' diverso da quanto è stato palesato al momento del bando.
Quello che voglio dire è che occorre monitorare la coerenza fra dichiarazioni e azioni di questa società, senza paura che ci abbandonino. Se uno pianifica un investimento quadriennale, che impatta la propria immagine, certamente non lo fa a cuor leggero e si documenta sulla piazza con la quale si confronterà, e quindi non se ne va per qualche commento sui social o per qualche tensione nei rapporti nei momenti difficili.
Se torneranno sui propri passi vorrà dire che non erano convinti o, peggio, non sapevano quello che stavano facendo.
In ogni caso un Catania senza debiti troverebbe altri investitori.

Offline garreccio

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #20 il: 08 Novembre 2023, 10:41:48 am »
Concordo con le osservazioni di Vasco. Aggiungo che la bocciatura di Antonello Laneri, di fatto, è sintomatica di una sconfessione del progetto tecnico in senso complessivo: ovverosia non solo la conduzione tecnica ma bensì (fatto più grave) la scelta stessa del parco calciatori che evidentemente la proprietà ritiene, a conti fatti, non adeguata.
Mi aspetto una sessione di mercato di gennaio molto movimentata, con ampio uso di porte girevoli in ingresso e in uscita. Se ciò sarà sufficiente a raddrizzare la barra però (al fine, quanto meno, di poter concorrere per i play off) questa è un'altra storia.

Offline vasco

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #21 il: 10 Novembre 2023, 01:56:28 pm »
Una questione molto dibattuta fra i tifosi, in questi tempi di crisi di risultati, è quella del Centro sportivo. Un nuovo Centro Sportivo che dovrebbe costruire il gruppo Pelligra, non si sa ancora dove, interamente ideato e progettato dal gruppo industriale australiano. Il Centro sportivo - è stato proclamato fin dal loro arrivo a Catania - fa parte del Progetto complessivo di investimenti sul territorio catanese che vanno oltre la squadra di calcio. I fatti dicono però che dopo un anno e mezzo non c’è ancora neanche l’inizio.

D’altra parte è di questi giorni l’annuncio ufficiale della messa all’asta del Centro sportivo già esistente, quello di Torre del Grifo, ideato e progettato per accogliere tutte le attività di una società di calcio professionistica, dalle giovanili alla prima squadra. Il Centro ha anche altre strutture aperte al pubblico dove si erogano servizi di vario tipo che dovrebbero auto mantenersi. Di fronte a questa situazione appare evidente che solo una squadra di calcio professionistico può diventare proprietaria del Centro sportivo. Altri investitori potrebbero essere interessati alle strutture extra sportive e a quelle al chiuso, ritenendole economicamente profittevoli. E i campi di gioco? Che fine farebbero?

Ora, senza voler fare i conti in tasca a nessuno e rimanendo su un piano puramente logico, suona strano che un gruppo immobiliare come quello dei Pelligra, specializzato nella ristrutturazione di aree dismesse, non riesca a vedere le potenzialità del Centro sportivo di Torre del Grifo, posizionato in uno dei luoghi più belli della Sicilia Orientale e giudicato quanto a funzionalità fra i migliori d’Europa da eminenti personaggi del mondo del Calcio, si ostini invece ad annunciare di voler costruire un nuovo centro sportivo affrontando tutte le trafile burocratiche per la destinazione d’uso dei terreni, le concessioni edilizie ecc. (Lo sa Pelligra che in Sicilia fra l’ideazione e la realizzazione di un’opera pubblica trascorrono in media 15 anni? In media…. E anche per le opere private i tempi burocratici ordinari sono lunghi, anche se meno di quelle pubbliche).

Il buon senso vorrebbe che la vicenda della vendita all’asta del Centro sportivo si concludesse (anche abbassando notevolmente la base d’asta che mi sembra alta e creando una vera convenienza per l’acquirente) con la cessione della struttura al gruppo Pelligra. L’alternativa sarebbe una cessione parziale del Centro ed il probabile abbandono di gran parte dei campi di calcio (difficile trovare un’altra società di calcio professionistico interessata ad utilizzarli tutti).

Fatte le dovute manutenzioni o ristrutturazioni, il Catania tornerebbe così “a casa” già nel corso di questa stagione o mal che vada potrebbe iniziare lì la prossima; nel “suo” centro sportivo, senza dovere peregrinare in giro per l’Etna e la provincia di Catania, per gli allenamenti di tutte le squadre. I Pelligra, dal canto loro, non farebbero un cattivo affare…tutt’altro; inoltre inizierebbero a dare solidità e concretezza al tanto sbandierato Progetto.



Offline garreccio

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #22 il: 13 Novembre 2023, 01:11:41 pm »
Intanto, altra figura dde m.er.d.a tra le pianure del tavoliere pugliese, piatte come l'elettroencefalogramma della squadra etnea. A gennaio gradirei molto che un bel pò di signorine "lei non sa chi sono io" se ne vadano a fare in cubo; spero che Lucarelli, sanguigno com'è, metta subito le cose in chiaro e che conduca la squadra ad una salvezza fondamentale. Per ora lassamu peddiri discorsi di playoff e fesserie varie perchè, per com'è adeso la squadra, nun sunu cosaaa

Offline katane64

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #23 il: 13 Novembre 2023, 09:54:30 pm »
Concordo, questa squadra perde con serenità. A Lucarelli il compito di trasmettere cazzimma, e di capire chi non ci sta

Offline bua

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Re:La squadra che non c'era adesso c'è.
« Risposta #24 il: 15 Novembre 2023, 12:41:14 pm »
A quanto pare Lucarelli avrà anche un ruolo da pseudo direttore sportivo, forse in attesa che qualcuno in società superi il relativo esame per diventarlo formalmente.
Non so se sia una scelta al risparmio, comunque per me è un altro azzardo, prima di innovare bisognerebbe imparare a fare le cose normali bene.
Insomma, prima di correre impara a camminare.