Non ho capito che problemi hanno coloro che stanno alla larga dal Barbera nella giornate in cui gioca in casa il Palermo. Una squadra che in casa non ha MAI perso (l’unica) che spesso si produce in goleada con 4 e 5 reti, che ha il capocannoniere del girone e ieri abbiamo visto che è anche capace di generare gol di ottima fattura che entreranno negli annali della storia rosanero.
Vergognoso che in molti stiano ancora a rimpiangere gli anni di gloria con il friulano che sebbene ci abbia regalato due lustri di calcio stellare è stato quello che poi ha condotto il Palermo alla fossa. Perché non c’era amore nel suo cuore per questa città ma solo freddo business e quando le sue aziende entrarono in crisi e subirono il tracollo economico non si peritò di dissanguare il Palermo vendendo tutto quanto aveva da vendere e programmando retrocessioni per incassare i soldi del paracadute.
Non ha lasciato nemmeno le macerie, si è dovuto ricostruire da zero e chi lo sta facendo è un palermitano come noi, che non avrà la stessa forza economica del friulano ma almeno ha un cuore grande e generoso. Dovremmo dargli forza, vigoria, incoraggiamento, invece si assumono posizioni aberranti che confliggono con la natura stessa di tifoso passionale e, soprattutto, sostenitore, come se ciò che stesse facendo non ci riguardasse e non ci appartenesse. Quanto tempo deve passare per capire che il futuro del calcio a Palermo passa dalle nostre mani e non c’è nessuno che ci regalerà nulla? A Catania dove c’è una tifoseria di ingenui (con le dovute eccezioni perché i sani di mente, pochi, ci sono) erano convinti che ci fosse la fila per rilevare il titolo sportivo della squadra con un impegno economico di appena 3 mln. Si è presentato solo il solito simil tuttolomondo che non ha credenziali nemmeno per iscrivere una squadra in terza categoria. Finito il campionato il Catania uscirà di scena e ripartirà, forse, dalle categorie inferiori (implicita considerazione che si evince dalle dichiarazioni rilasciate da Ghirelli).
Guardate che nemmeno a Palermo c’è la fila ed oggi chi rema contro questa società rema contro se stesso. Non andare allo stadio per una squadra che in casa non ha mai perso, che diverte e che segna gol a grappoli non solo è qualcosa di estremamente vergognoso ma al contempo è controproducente perché il futuro del Palermo dobbiamo costruirlo noi: Mirri e i tifosi. E chi sta venendo meno all’appello è proprio il tifoso che sta voltando le spalle alla sua squadra.
Quando il Palermo perde anche Mirri soffre come e più di noi e non c’è rabbia peggiore nel constatare che i propri sforzi e il proprio impegno siano non solo snobbati ma denigrati e disprezzati a più riprese da chi invece dovrebbe condividere ed appoggiare. Siamo tutti bravi a ragionare a fatti compiuti ma programmare (e centrare) una promozione non è facile nemmeno per gente danarosa come i De Laurentis. E l’anno prossimo la differenza tra noi e il Bari sarà che noi non avremo le risorse che ha impegnato il Bari perché come tifosi abbiamo voltato le spalle alla nostra squadra, non ce l’abbiamo un De Laurentis noi ma abbiamo un Palermitano onesto e di cuore rosanero che noi tutti avremmo dovuto aiutare a diventare forte (e che cosa sono 10 euro X 19 partite?) ma non l’abbiamo fatto e probabilmente l’anno prossimo saremo ancora qui a piangere per una squadra che non sarà abbastanza forte. Però, come ha detto Mirri, non tutti hanno diritto di elevare critiche, specialmente chi quest’anno se n’è stato alla larga dal Barbera. Perché non andare a sostenere una squadra che in casa segna e diverte e che anche quest’anno si giocherà i playoff (con scarse speranze, in verità), non sostenere una società che se si trova in C non è per colpa propria ma per colpa di chi c’era prima, è la peculiarità inconfutabile del tifoso strisciato.