Una premessa: qui su questo forum, sponda rosanero, si é sempre parlato tranquillamente e con civiltà di tutto, pur avendo magari opinioni completamente differenti. Io per primo condanno e condannerò sempre la munnizza che sui vari muri di internet non solo si lascia andare agli insulti più beceri contro Zamparini, ma ignora la storia societaria degli ultimi venti anni almeno, per uscirsene con le sentenze più insostenibili.
Tanto per non fare nomi e cognomi, frequento (ma non assiduamente, almeno in scrittura) il blog di Mobilitapalermo e lì ci sono utenti tanto equilibrati quando si parla di emergenze cittadine, di infrastrutture, di proposte per rilanciare la città, tanto inascoltabili quando si apre il capitolo calcio. Sostenere, ad esempio, che Zamparini ci stia prendendo in giro da dieci anni significa, nella migliore delle ipotesi, non capire nulla di calcio e di azienda o proprio disconoscere gli eventi.
Detto questo e ritornando al post di apertura del topic, io credo che non si debba essere pro o contro Zamparini, non bisogna farne un idolo da adorare o da disprezzare, ma bisogna sempre tenere a mente che per un tifoso del Palermo il fine ultimo è il bene della propria società.
Per me lo Zamparini degli ultimi due anni è, nell'immediato, un elemento di ostacolo a qualsiasi possibilità di crescita e nel futuro breve, una possibile causa di autodistruzione societaria. Scendo nel dettaglio dei problemi:
1) gestione asolutamente monocratica di ogni aspetto della società: con la clausola che sbagliano gli altri e indovina tutto lui. Prima a Palermo gli allenatori iniziavano il campionato e raramente lo finivano, adesso non lo iniziano nemmeno più e questa tabella temporale è stata ereditata dai Direttori Sportivi.
2) perenne ricerca dello scontro di personalità: non c'è un anno che non si crei un dualismo con un protagonista amato dai tifosi, una volta tocca a Corini, un'altra a Fontana, passando per Guidolin, Delio Rossi e Miccoli.
3) costante delegittimazione e disistima del ruolo dell'allenatore: l'ultima è di meno di un mese fa, prima di Milan-Palermo, con le dichiarazioni secondo cui il ruolo dell'allenatore non contava nulla perché con Mangia il Palermo andava ancora meglio di quanto facesse con Rossi.
4) creazione di un circolo vizioso per cui i giocatori vengono messi sul mercato non appena maturi per la vendita, cosa che autorizza i giocatori stessi, quelli più bravi almeno, a considerare Palermo veramente come una tappa di passaggio e nulla più, spesso e volentieri ancora prima di quando sarebbe giusto ed opportuno procedere alla loro cessione ed al realizzo di plusvalenze da reinvestire.
5) constatazione, suffragata dai fatti, che l'unico risultato sportivo che conti sia il mantenimento della categoria e niente più: il modo in cui si sono affrontati negli ultimi anni gli impegni di Europa League (clamoroso il disinteresse dimostrato quest'anno!) o le ultime scientifiche campagne di indebolimento invernale, quando invece la situazione di classifica avrebbe consigliato ben altro, sono fatti, non opinioni.
6) totale incuranza dell'aspetto emotivo del calcio, in qualunque suo risvolto: si tratti di giocatori (Migliaccio, Miccoli e Balzaretti, gli ultimi notabili della vecchia guardia, hanno ripreso a giocare con le palle che stricano a terra e fanno scintille visibili in orbita dagli astronauti della stazione orbitale) o di tifosi (il modo in cui quest'uomo ha distrutto l'entusiasmo creatosi, spontaneamente e malgrado tutto, con la finale di coppa Italia, andrebbe studiato e codificato da CIA e Mossad), l'emozione è meno di un optional e non vale praticamente nulla.
Oggi dunque Sogliano si é dimesso, la cosa incredibile è che lo ha fatto nello stesso giorno di Sabatini ad un anno esatto di distanza. Inutile dire che Mangia durerà il tempo della prima "non vittoria", che Zamparini si convincerà di non avere bisogno di nessun DS e di potere scegliere lui nuovo allenatore ed eventuali rinforzi, quando invece la storia recentisima dimostra che senza DS è crollato in pochi mesi un sistema che funzionava più che decentemente e che le scelte tecniche si sono rivelate un fallimento. Ma questo per Re Sole Zamparini è un particolare di poco conto, perché il Palermo per lui é come PES per me, un giocattolo.
Andiamo avanti dunque come se niente fosse? Ognuno con la sua opinione e la sua coscienza. Io ho maturato l'idea che il tempo di Zamparini a Palermo ormai é finito, ma per sua volontà, perché la piazza, con tutti i suoi difetti, il suo l'ha fatto e lo sta facendo ancora. Vediamo cosa succede nei prossimi mesi, la questione stadio, come si diceva, rimane secondo me lo snodo fondamentale per il futuro.