Ciao a tutti.
A me questa storia di essere pro o contro la società non mi entusiasma. Mi basta constatare che da 5 anni vedo la mia squadra nella massima serie professionistica, nella elite del calcio, e questo, alla luce della storia calcistica (e non solo) di questa città, è un grande risultato innanzitutto da consolidare.
La contestazione, credo, debba essere un'altra cosa e non può basarsi sulla "simpatia" o "antipatia": meglio un "simpatico" scarso (si, proprio uno di quei compagnoni, tutti sorrisi e battute, illusionisti, che fanno vedere "il sole nel pozzo") o un "antipatico" bravo?
Da parte mia, rivendico semplicemente la possibilità, che tutti i tifosi devono avere, di dire la propria sulle prestazioni sportive della squadra, sui giocatori, sulle politiche dei prezzi, sugli allenatori. La responsabilità di fare le scelte è, e non potrebbe essere altrimenti, della società.
Il risultato di ieri ad esempio, oltre alla grande, grandissima goduria sportiva, porta una riflessione amara: questa squadra non è da soli 4 punti in trasferta. Non ha nella testa la personalità di squadra per imporsi; se poi, nel corso delle partite, si verificano accadimenti favorevoli, tutto per incanto, cambia.
Ieri ha iniziato con la giusta umiltà, senza le sicumere fatte solo di parole; poi con i goal si è "caricata" e, nella bolgia del Cibali, ha iniziato a credere in se stessa, ha capito che poteva fare male, ha aggredito tutti gli spazi che il Palermo generosamente lasciava liberi ed ha dilagato.
Rimango perciò del parere che questa squadra aveva bisogno fin dall'inizio di uno che le allenasse il cervello oltre alle gambe e alla tattica. E allora sarebbe stata tutta un'altra stagione.